Una calda Vigilia di Natale (Parte VII)

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I tempi erano stati assolutamente perfetti, pensò compiaciuta la ragazza, stirando un sorrisino bieco -Sai quante missioni senza bacchetta ho dovuto affrontare? È che sei un mezzodemone, perché diversamente ti avrei disarcionato e preso a pugni a mani nude.-

Lo vide digrignare i denti e lanciarle uno Stupeficium non verbale che lei parò senza timore, per poi restituirgli il colpo.

Ingaggiarono un duello, fra lampi rossi e gialli che saettavano nell'aria, nella speranza di colpire il nemico.

Dopo qualche momento lui aveva il fiato corto e lei annuì, dicendogli -Subire la maledizione Imperius può essere stancante, sai? Potresti perdere per colpa di chi te l'ha lanciata...- e lo vide arrossire, a denti stretti.

-Oh, ma aspetta, sarebbe stata questa la tua scusa, giusto? "Ero sotto Imperius! Non volevo!"- e lo motteggiò, vedendolo replicar aggressivamente -Sta' zitta! Se stanotte ti ammazzo nessuno lo saprà mai! Avada Kedavra!-

-Expelliarmus!!-

Il lampo rosso si infranse su quello verde, ben più debole e la bacchetta di Rico saltò in aria. Monica lo raggiunse e lo puntò dall'alto, schifata -Devi volerlo, Rico. Forse questa sarà la tua salvezza dopotutto, chi può saperlo... anche se su una cosa avevi ragione.- e gli mostrò un sorriso bieco -Godo come una disperata nel vedere voi bulli fallire così miseramente.-

-Dolohoferio.-

Un dettaglio purtroppo però le era sfuggito.

Sgranò gli occhi nel sentire una fitta fortissima all'addome, come se fossero riusciti a colpire con una frusta i suoi organi interni. Conosceva gli effetti di quella maledizione.

"Fanculo, non mi resta molto tempo..."

Furiosa si volse di scatto, puntando il ragazzo che le aveva rubato la bacchetta nel locale -Depulso!- e mandò anche lui a sbattere verso la parete di mattoni, stordendolo finalmente, anche se Rico aveva strisciato verso la propria bacchetta.


 Monica fece in tempo a parare una mano davanti a sé che Rico riuscì a lanciarle un nuovo incantesimo -Avada Kedavra!-

Davanti alla strega si materializzò anche se per un breve istante una tintinnante barriera candida, ma non fu una formula che abbandonò le sue labbra -DARCO!- e questo perché quel tipo di barriera non si evocava certo con una semplice formula.

Fu quasi istantaneo.

Il Demone venne praticamente trascinato in mezzo alla battaglia e poté fare giusto in tempo ad assistere all'esaurirsi della maledizione su quella barriera.

Poi il buio invase di nuovo il vicolo. Monica sputò un quantitativo notevole di sangue sull'asfalto e Rico fece per attaccarla di nuovo, ma cadde in un sonno profondo in un momento.

Darco, dopo aver stordito il mezzodemone, raggiunse Monica, aiutandola a vomitare altro sangue e domandandole -Dimmi il nome dell'in...-

-Maledizione di Antonin Dolohov.-

-Fanculo.- scandì il compagno, piazzandole una mano sul ventre e dicendole -Ti porto a casa, così...-

-No, non provarci.-

Lo anticipò lei, ma Darco ribatté, presto irritato dal suo fare perentorio -Vuoi morire, allora?! Perché cazzo mi hai chiamato!? Skarlet potrebbe...-

-Se non riesci a curarmi del tutto, vattene. Chiamerò Hakira.-

Figurarsi! Lui sostituito dal preside di quel dannato asilo!

Strinse le labbra, scuotendo il capo e capendo però di avere le mani legate. Se l'avesse forzata, avrebbe provato persino a smaterializzarsi, pur di non far crollare il suo orgoglio.

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