L'altra Lei (Parte I)

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Avevano appena finito di pranzare a casa di Axel e Vladimir, seduto capotavola e affianco ad Eva, si volse proprio verso di lei, notando una cosa che in realtà sarebbe dovuta essere ovvia -Oh, tu non sei cieca, puoi giocare con me a Dimmoniu. Magnifico.- esultò, annuendo convinto ed Eva storse la propria espressione, per poi lanciare un'occhiata a Tiara e vederla sorridere mestamente, quando Axel le accarezzò la mano.

Uno dei piccoli gesti affettuosi che in quei giorni era riuscita a notare fra loro. Non che si perdessero in magistrali moti d'affetto, ma quelle poche volte erano certamente intrisi di tenerezza.

-Non mi sembra affatto corretto fare un'osservazione così, in questo modo.- sentenziò la bruna, tornando a mangiare e sorprendendo Tiara che si volse verso la sua direzione, era seduta alla destra dell'altro capotavola che era Axel, anche quest'ultimo sembrava sorpreso davanti a quell'intervento.

Vladimir, ascoltata la critica, assunse un'aria perplessa -E come dovrei dire che una persona è cieca? Sei un'esperta in questo tipo di comunicazioni?-

Le chiese, col solito sarcasmo e non perdendo l'occasione per pizzicarla.

-No, come ben sai. Ma mi metterei dei problemi se persino una persona che è sempre stata sola, come lo sono stata io, si rende conto che parlare in questo modo è sbagliato.-

-Che libri stai leggendo?- le domandò di rimando lui, vedendola arrossire e scattare con gli occhi magenta su di lui -Cambi argomento?!-

-No, trovo che invece siano totalmente collegati.- sostenne lui, continuando -Ho aperto una parentesi.-

La bruna strinse le palpebre e gli rispose, piccata -A me non sembra.-

-Sei una persona che è sempre stata sola e ora che vedi un po' il mondo con gli occhi degli altri, pensi di poter stabilire cosa è bene e cosa no, ma ti sbagli. Tiara è tanto cieca, quanto tu hai i capelli neri, io ho i denti aguzzi e Axel...- e alzò gli occhi sul figlio -E'... piuttosto noioso.-

Lì, non si guadagnò certo l'occhiata affettuosa del preso in causa, che venne consolato subito dalla fidanzata -Oh, ma non è vero questo...-

Ma Vladimir continuò con Eva -Quindi, mia piccola pioniera di emozioni e comportamento, non credere che quando qualcuno fa una constatazione ovvia, che manifesta una mancanza, allora debba essere per forza un modo per accentuare un difetto. Per me non lo è affatto, anzi... sono state molte di più le volte in cui l'ho invidiata che non quelle per le quali mi è dispiaciuto. Le cose belle da vedere sono tante e ti rimangono impresse il tempo che trovano... ma sono le cose brutte che, se viste, possono perseguitarti anche per l'eternità... un problema a cui lei non dovrà mai pensare.-

Eva rimase con un'espressione imbronciata, ma tornò silenziosamente al suo piatto, non del tutto convinta da quelle parole... anche se magari potevano valere per lui.

-Eva, tesoro... non devi assolutamente pensare che me la sia presa, la mia condizione non mi ha mai fatto sentire poco amata, in questa famiglia.-

La bruna la guardò a sua volta e lo sguardo poco convinto che si mostrò sul suo viso, lasciò incuriosito Vladimir.

-In ogni caso, lascia perdere quello stupido gioco, ci sa giocare solo lui.-

Intervenne quindi Axel e la bruna notò che aveva appositamente cambiato argomento, quindi spostò le iridi su di lui, con espressione piuttosto seria e gli domandò -E' per questo che non ci giochi tu, con lui? Non sei capace?-

-Gliel'ho insegnato... solo che è obbiettivamente negato.- stabilì con compiacimento Dracula, riuscendo a stuzzicare l'aria divertita di lei che quindi scandì, mentre fissava ancora Axel -Allora me lo insegnerai.- stabilì, tornando al suo piatto, sempre affascinata dalle nuove pietanze che le presentava ogni giorno Tiara, anche se non sapeva che spesso era semplicemente cibo surgelato o pasti già pronti... erano davvero molto buoni per lei che ben pochi alimenti aveva mangiato nel corso della sua vita.

V.  I TitaniDonde viven las historias. Descúbrelo ahora