Ciò che tu non mi dai (Parte I)

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5:50 del mattino. Casa Malfoy.

Monica Hansel era davanti alla porta della villa, seduta su un muretto che circondava l'abitazione e che si apriva nello svelare la passerella che portava direttamente in spiaggia.

Per sua fortuna era solita alzarsi presto, anche se quel giorno, doveva ammetterlo, si era svegliata più di mezz'ora prima, oltre a non essere riuscita ad addormentarsi subito.

"Sono un po' agitata, in effetti."

Sì, era così. Lo sguardo era diretto verso le proprie mani che sostenevano la bacchetta di Cipresso. In pochi ne conoscevano il nucleo, ma era quasi certa che Hakira avesse iniziato a fidarsi di lei prima che di chiunque altro, proprio perché ne conosceva il forte contrasto intrinseco.

In parte, l'idea di dover abbandonare la propria bacchetta la intristiva, ne andava molto orgogliosa, visto che la rappresentava totalmente ma... dall'altra parte era perfettamente consapevole che lei, più di chiunque altro, avrebbe capito la sua necessità, la consapevolezza che aveva tutta la forza necessaria per fare quel passo avanti. Un passo che sarebbe riuscito ad elevarla magicamente. Del resto, la curiosità e la voglia di apprendere erano una parte preponderante della sua personalità... e non meno l'enorme ambizione, caratteristica del suo rarissimo nucleo.

Sorrise debolmente e accarezzò la superficie del manico. Sentì subito nuova sicurezza infusa dallo strumento magico, come spesso accadeva. Sapeva di stare facendo di tutto per riuscire a non averne più la necessità ma era altrettanto consapevole che, con o senza bacchetta, lei sarebbe rimasta sempre la stessa.

E questo era molto più che sufficiente.

-Ripensamenti?-

Erano le sei in punto e il suo istruttore si era appena smaterializzato davanti alla porta di casa, dove non aveva intenzione di bussare... o tutti quelli che avrebbero potuto, certamente, si sarebbero affacciati dai loro balconi e le avrebbero lanciato una ciabatta in testa .

Monica alzò i grandi occhi verso Darco che si stava accendendo una Magh rossa e poi tornò sulla propria bacchetta -Mi chiedo se... una volta appresa la magia senza bacchetta, potrei utilizzarla per amplificare i miei incantesimi con la bacchetta.-

Darco alzò gli occhi violetti su di lei, era ancora buio per cui apparivano piuttosto scuri in quel momento. La strega non gli appariva assonnata, diversamente da come aveva immaginato.

Le sue parole gli avevano fatto assumere un'espressione ben poco convinta -Se senza bacchetta riuscirai anche solo a sollevare una foglia da terra, sarà già un ottimo risultato.- e lapidario si staccò dalla porta, cosa che fece anche lei, dal muretto però, seguendolo -Quindi sarebbe possibile?-

Non demordeva, notò il ragazzo, mentre si muoveva verso il garage e cercava la sua Mercedes. Ovviamente, ogni automobile di origine babbana presente nel commercio magico, era frutto di una produzione non segnalata, plagiata e modificata in alcuni aspetti che la rendevano totalmente adatta ad un mago, come l'incantesimo di pulizia, l'assenza della necessità di elettricità o benzina per funzionare, una climatizzazione ottimale e immediata, il pilota automatico con la capacità sia di volare che di immergersi sott'acqua, nonché la smaterializzazione immediata. E, cosa scontata, ogni incantesimo determinava costi aggiuntivi. L'unico tratto babbano che permaneva, oltre alla carrozzeria e i materiali di cui era costituita, era la modalità con cui la si poteva guidare.

-Sì, ma solo se fossi naturalmente più brava con la magia senza bacchetta rispetto a quella con la bacchetta. Cosa che non è e non sarà.-

Una volta raggiunta l'automobile moderna, Darco fece sparire il mozzicone e sbloccò le portiere, entrando per primo. Monica lo seguì, venendo investita dal bianco intenso degli interni e dalle linee di LED blu che percorrevano i contorni dell'abitacolo.

V.  I TitaniWhere stories live. Discover now