Tempo scaduto (Parte II)

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Dorian parlò quando raggiunsero l'abitazione, la fece entrare, poi si appoggiò alla porta con la schiena. Aveva le braccia incrociate sul petto e appariva molto serio -Sai che ho un accordo con tuo padre, vero?-

Lì, la giovane capì che non era stata presa da parte per una dose di coccole extra... come magari sperava.

Sgranò gli occhi e schiuse le labbra, balbettando appena -Ti prego, non dirglielo... stavolta non...-

-Che cosa, Skar? Non farò il tuo gioco, questo è certo. Possibile che a trent'anni uno ti debba venire a dire che devi finire quella fottuta Accademia? Lo sai benissimo e invece sei sempre a fare tutt'altro!-

Quella si morse il labbro inferiore e abbassò il viso, annuendo appena -Non so che dirti, se ti fa tanto piacere, allora diglielo...-

E lì, il Reale parve inalberarsi parecchio, quasi si avventò contro di lei e le afferrò il viso, alzandolo verso di lui e vedendo gli occhi bluastri e luminosi di lei osservarlo, spenti e delusi.

-Non provare a fare la furba con me, mocciosa... sono al mondo da prima che la tua stirpe iniziasse ad alzare il muso!-

-Spiacente, ma i Malfoy esistono da molto prima di te.-

-E chi ha detto che sto parlando di loro?- replicò rapidamente lui, vedendo la nipote assottigliare ulteriormente lo sguardo, dato che aveva capito che si stava riferendo ai licantropi -Cos'è che vuoi, allora? Mi hai sgridata e ora andrai a parlare con mio padre che non mi parlerà per i prossimi mesi e tornerà a tenermi d'occhio a tutte le ore scolastiche. Quando io... – e singhiozzò fra le sue dita, profondamente offesa -Io non ti farei mai una cosa simile, sapendo... sapendo quanto potresti soffrirne.-

-Eppure, anche se la cosa ti fa soffrire proprio tanto, sei venuta qui comunque...-

E lì, finalmente la serpe che era si mostrò e la sentì sputare il suo veleno -Già, hai proprio ragione, non sarei mai dovuta venire... –

Vide dai suoi occhi scivolare altre lacrime però, segno che la feriva profondamente, rispondergli in quel modo e fargli capire che sarebbe stato meglio che se li fosse salvato lui i suoi figli... sempre che fosse giunto in tempo.

La liberò e la vide indietreggiare appena, abbassando il volto sul pavimento.

-Parlerò con tuo padre.-

Lei, che non si aspettava certo un trattamento migliore, annuì duramente e vide il vampiro oltrepassarla e spostarsi in camera dei ragazzini: Noemi stava giocando con delle bambole e faceva fare loro un sacco di discorsi su come andava preso il tè e come si mangiavano i pasticcini.

-No, no... il nonno dice che il mignolino non si solleva per bere dalla tazzina! E' di cattivo gusto! Si fa così!-

Ah, già... e poi c'era quel suo particolare rapporto con il nonno.

Noemi era l'unica che gradiva passare il tempo con Tancredi Hegland, anche se sosteneva che fosse piacevole solo quando stavano da soli, visto che le insegnava un sacco di cose che tutte le vere principesse dovevano conoscere e che lei poi poteva insegnare alle sue bambole. Certo, non che con lei fosse affettuoso ma... aveva mostrato una notevole arrendevolezza davanti ai sorrisi dolcissimi che la nipote gli regalava. Era una creatura adorabile.

-Ehi, signorina...-

La piccina si volse, sgranando gli occhi e alzandosi in piedi -Ciao, papi!!- e andò subito ad abbracciarlo, domandandogli -Dov'eravate?? Mi avete lasciata da sola...- lamentò presto, mostrandogli il faccino offeso e lui chiuse la porta, decidendo di sedersi in terra e avvicinandola a lui, stringendola al petto -I tuoi fratelli sono andati a cercare una sirena che esaudiva i desideri, te l'hanno detto?-

V.  I TitaniWhere stories live. Discover now