Vittoria Amara (Parte V)

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Varcarono la soglia entrambi e si trovarono in uno sgabuzzino con vari ripiani, sopra i quali c'erano numerosi cestini con dentro diversi tipi di posate.

-Può scegliere quello che preferisce.-

E le sue parole le parvero stranamente ambigue.

"Già, posso avere... quello che voglio."

Davanti a quella consapevolezza, raggiunse la conclusione che quella serata stava diventando solo una grande metafora e che quella lama non fosse caduta in terra solo per manifestare il disappunto di quell'altra.

Si mosse fra i cestini, dando le spalle al cameriere... ma nel farlo alcuni flash di poco prima, e a cui non aveva minimamente fatto caso, la colpirono.

Vide lo sguardo pieno di apprezzamento del cameriere, il suo sorriso ammiccante, la voce che si era leggermente accalorata nel rivolgersi a lei.

Si volse di scatto quindi, piuttosto sorpresa e lo vide sorriderle appena, con fare rilassato. Appariva molto sicuro di sé...

"Come qualcun altro" osò rammentarle la sua mente.

Il fatto che avesse capelli scuri e occhi sul verde fu un dettaglio che non poté davvero ignorare. Benché non fossero davvero paragonabili.

Lo vide avvicinarsi e sfiorarle il viso con le dita, riuscendo a sorprenderla -Ha scelto la sua lama, signorina?-

Le domandò, scendendo sul suo viso con un mezzo sorrisino, ma il bruno si sentì afferrare per il bavero e attaccare al muro da lei che gli saltò alla bocca con violenza, affondando nel suo palato senza dargli possibilità di replica. Lo sentì mugugnare con sorpresa e forse un pelo di scontento, ma lo ignorò.

Doveva ancora nascere qualcuno in grado di prevaricarla.

Si separò dalla sua bocca e gli piazzò la mano al petto, allontanandosi e allontanandolo. Gli stava sanguinando il labbro inferiore.

La demone lo guardò con irritazione e si leccò un labbro anche lei, fissandolo duramente.

-Violenta la ragazza- commentò lui, con un sorrisino compiaciuto sulla bocca ed Eliza assottigliò lo sguardo. Lasciandolo e andando a scegliere la sua lama -Prova ad aprire bocca su questo...- l'afferrò e tornò a guardarlo, minacciosa -E non l'aprirai mai più.-

Stabilì, aprendo la porta con decisione, riuscendo a spostarlo di peso senza segno di cedimento e tornando così a suo tavolo.

"Cosa cazzo ho fatto!?" si domandò, andando a sedersi e non potendo fare a meno di pensare a Raul, a quanto quel ragazzo glielo avesse ricordato... e della rabbia che gli aveva riversato addosso.

"Sono furibonda, e lo sono con lui... non volevo essere trattata in quel modo, gliel'ho lasciato fare, ho lasciato che mi mancasse di rispetto... e io non faccio scontare mai a nessuno un certo tipo di affronto."

La cena procedette molto pacata e non particolarmente entusiasmante, come sempre. Tornarono a casa ed Eliza, mentre varcava la soglia della camera da letto e vedeva Eamon iniziare a svestirsi, si domandò se era il caso di provare ad andarci a letto.

"Potresti anche venirmi incontro per una volta buona! Se mi dà piacere dovresti farmelo sentire! Non nascondermelo solo perché lui ti sta antipatico!"

Provò a comunicare con la sua controparte, cosa che le parve molto stupida visto che non la riteneva fattibile e infatti non ebbe il minimo riscontro.

A meno della propria mano che era andata a infilarsi sotto la gonna, alla ricerca delle mutandine da sfilare.

Arrossì, chiedendosi se quella era una risposta, visto che il pensiero non era affatto partito da lei e vide le mutandine correre in basso.

V.  I TitaniOn viuen les histories. Descobreix ara