Il Giorno del Giudizio (Parte I)

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-Sei pronta?-

Tanya stava fissando il messaggio nel suo telefono da oramai qualche minuto, rappresentava il ricordo del luogo in cui si trovava il famigerato Axel, il ricordo di Darco. Infatti, non appena avrebbe toccato lo schermo, avrebbe saputo esattamente dove andare, come se quel ricordo fosse stato il suo.

-...E se non fosse una buona idea? Insomma... lui non me le voleva dire, forse c'è un motivo-

Da quando aveva litigato così duramente con suo figlio, pensava a lui con una forma di distacco che a Tom piaceva sempre meno, era convinto però che Darco avrebbe risolto la situazione una volta tornato a casa, solitamente riusciva a farsi perdonare molto rapidamente.

Avvicinò una mano al volto della donna e lo accarezzò, vedendola chiudere gli occhi, beandosi del suo tocco.

-Amore, se davvero fossimo stati in pericolo, non ti avrebbe accontentata, credi a me. In cuor suo sa che è la cosa migliore da fare, tu hai questa necessità e inizio ad averla anche io, stiamo lasciando nostra figlia nelle mani di uno sconosciuto e ancora è una cosa che non mi piace affatto. E' giusto che ci capacitiamo delle sue intenzioni e delle sue abilità. Darco, sentendoti così disperata deve aver capito di essere stato fin troppo pretenzioso con noi... e solo perché non ha idea di cosa voglia dire essere genitore.-

Tanya riaprì gli occhi ed annuì, stavolta decisa –Ok... grazie- e si volse verso il marito, che le sorrise e le stampò un bacio sulle labbra –Ora andiamo...- raggiunse la sua mano, conservò il telefono e insieme si smaterializzarono.

Quando riaprirono gli occhi però, al contrario delle loro aspettative, si trovavano sopra un divano rosso scarlatto, in un salotto spoglio ma caldo, senza finestre. Forse un po' claustrofobico in realtà.

Davanti avevano un divano uguale al loro, mentre alla loro sinistra c'era una poltrona singola, occupata.

Un uomo era seduto davanti a loro, aveva un giornale in mano, sembrava lo stesse leggendo. Li aveva ignorati del tutto, come se fossero in una sala d'attesa... che loro figlio avesse fatto loro uno scherzo?

Forse più una vendetta... e in quel caso, Tom sapeva che non gliel'avrebbe fatta passare liscia, stavolta.

Dopo alcuni istanti, in cui i due si lanciarono un'occhiata disorientata, videro lo sconosciuto alzare lo sguardo su di loro, mostrando due occhi color ghiaccio molto intensi e luminosi, erano tagliati da una pupilla sottile, tanto lunga da superare appena i limiti dell'iride e insinuarsi nella sclera candida. Avevano una colorazione che difficilmente avrebbero non riconosciuto.

Era un Reale, anche se qualcosa gli diceva che non era solo un Reale.

-Ah... quel ragazzo non sbaglia mai, incredibile-

Tanya avvertì istintivamente una strana inquietudine quando incontrò lo sguardo di quell'uomo, parzialmente coperto dal giornale, ma quando riuscì a percepirne l'intero volto, una mano corse rapidamente alla coscia del marito, il quale assottigliò lo sguardo e fece –Salve...-

L'uomo sollevò ambedue le sopracciglia, i capelli erano nerissimi.

La pelle invece era molto pallida e appariva solida al tatto. Era provvisto di lineamenti eleganti, dominati da un grande naso aquilino, che gli dava un'aria istintivamente antipatica, un'arcata sopraccigliare piena, virile, soprattutto perché evidenziava lo sguardo magnetico e per certi versi attraente, in modo quasi malsano però.

La bocca, sottile e piccola esibiva una piega che sarebbe potuta risultare irritante per chiunque e i denti apparivano davvero troppo bianchi.

-Salve, sembrate sorpresi e dire... che vi siete smaterializzati voi.- li osservò, facendo una breve pausa, poi suppose -Immagino che stiate cercando mio figlio-

V.  I TitaniМесто, где живут истории. Откройте их для себя