I volti del Branco (Parte V)

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-Non voglio che siano distratti dal mio ritorno. In queste ultime settimane sto avendo modo di conoscerli bene e... oltre ad aver capito che le mie stranezze sono del tutto paragonabili alle loro, ho anche capito che adorano coccolarsi, appiccicarsi, rotolarsi sui letti e rimanerci per ore a chiacchierare. Anche se penso che sia prevalentemente colpa di Skarlet ed Hazel...-

Vladimir sorrise appena, notando come la ragazza stava prendendo molta confidenza con i nomi e i caratteri dei famigliari -Ti adoreranno, proprio perché non sei una molto appiccicosa, crederanno che lo fai per mancanza d'affetto e... sapranno come rimediare.-

La bruna arrossì, abbassando il viso e non potendo proprio negare di aver fantasticato molte volte sulla cosa. Le piacevano, anche se li aveva conosciuti da fuori... li stava trattando un po' come i personaggi delle sue storie. Solo che loro poteva incontrarli... far parte della loro vita.

La cosa la stava emozionando molto ed era ormai da un po' che si chiedeva se non fosse il caso di raggiungerli. Dopotutto, presto o tardi, sarebbe dovuto giungere il momento.

-Comunque è vero, per la cena sarà meglio che siano ben attenti. Non è il caso che tu ci vada domani...- asserì Axel ed Eva gli sorrise appena, rispondendogli -Basterà che li raggiunga per pranzo, così a cena si potranno dedicare a Vlad- asserì, lasciandolo allibito, tornando su Tepes che annuì d'accordo -E' un'ottima idea, bambina. Non mi aspettavo tutto questo coraggio...- e alla bruna scappò una risata ironica, dandogli le spalle e domandando -Sono la nipote di Harry Potter, qualcosa devo pur averla ereditata!-

Quando la ragazza si spostò in bagno a farsi una doccia, Vladimir e suo figlio rimasero da soli, dirigendosi in balcone.

Vladimir si accese un sigaro e prese a osservare il figlio. Era appoggiato coi gomiti alla ringhiera, davanti a loro c'era una grande cascata, stavano iniziando ad avanzare i ghiacci dalla montagna, nel giro di qualche settimana il fiume sarebbe congelato del tutto.

-La tua reazione è stata... curiosa.- ebbe da dirgli il padre mentre saggiava il fumo al palato, senza aspirarlo.

-Niente affatto, il nostro allenamento è iniziato relativamente da poco, rispetto al tempo che ci vorrebbe per...-

-Non è questo il suo posto, Axel. Quella ragazza merita di conoscere il mondo e di goderne, ma prima ancora merita l'amore della sua famiglia.-

Il figlio non seppe come rispondere in quel momento. Tepes lo vide serrare la mascella e rispondergli -Lo so.-

-E allora sii felice per lei, visto che non sei disposto a cambiare niente di ciò che sei.- offertagli quindi la sua stoccata, fece per tornarsene dentro, ma Axel, incredulo davanti a quella critica, scattò indietro a guardarlo. -Cosa stai insinuando!?-

E Vladimir strinse le palpebre, provocandolo -Hai capito benissimo, non fare il finto tonto con me.-

-Non è come pensi tu!- ribattéperò il figlio, rosso in viso, visto che sì, aveva compreso le insinuazioni del genitore.

L'altro però nemmeno lo degnò della sua attenzione e se ne tornò in casa, lasciando l'altro fuori al freddo.

...

Durante l'ora di cena Eva e Vladimir parlarono delle varie tattiche che stavano usando a Dimmoniu.

Axel non fu di particolare compagnia, cosa di cui Eva si rese conto, ma che non gli fece notare fino a quando la cena non si consluse e Vladimir decise di lasciarli da soli.

La bruna era seduta dall'altro lato del tavolo, lontana dal Demone che invece sembrava molto concentrato sugli avanzi nel suo piatto.

Forse iniziavano ad annoiarlo un po' i suoi discorsi con Vladimir, visto che alla fine lei si era rivelata ben più talentuosa di lui nel gioco.

V.  I TitaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora