Una pioggia di baci (Parte III)

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Fu a quel punto che dovette annullare quel bacio, con totale shock. I suoi occhi erano lucidi -Io... io sento...-

Lui era poco meno sorpreso di lei, in quel momento -Oh...-

E le piante della camera prima occupata da Viktor si schiusero, rivelando Ares che inizialmente sembrava forse... preoccupato? Poi però, quando li inquadrò, assunse un'aria assassina -Lasciala, adesso.-

Sharlize in quell'istante sentiva solo una gran voglia di piangere... piangere dalla gioia però.

Per la prima volta nella sua vita, sentiva in maniera estremamente chiara i suoi poteri, la propria Aura Magica e soprattutto ogni cosa di naturale che la circondava.

Viktor liberò quindi la ragazza, sbattendo gli occhi con perplessità e fissandola ma chiese al gemello, con fare improvvisamente molto serio -Da quanto sono qui fuori?-

-Da troppo.-

Replicò l'altro, deciso e stavolta Viktor scattò verso di lui, dicendogli -Sto bene!-

E l'altro serrò la mascella, annuendo gelidamente -Sì, lo vedo. E tu torna di sopra, non avevi un fidanzato?- le domandò, liberando la sua stoccata. Lei balbettò qualcosa di incomprensibile in risposta, visto che era del tutto sopraffatta dalla sua nuova sensibilità più che dal gesto compiuto e vide Viktor indietreggiare ancora, dopo averle lanciato un'ultima occhiata -Ciao...- e se ne tornò dentro la camera che si oscurò quando anche Ares imitò il gemello.

Sharlize si volse quindi verso la propria camera e mormorò, verso il proprio telefono. Non lo vedeva ma era lì -Accio telefono-

E in pochi istanti il richiamato la raggiunse, cosa che la lasciò allibita.

"No, no... questo non è affatto normale..." e si mosse quindi sulle scale, muovendosi ai piani superiori.

"Devo dirlo a Darco, lui sicuramente avrà una spiegazione e..."

Ma si fermò in mezzo al corridoio quando si rese conto di cosa era davvero successo.

Si portò le mani alla bocca, con gli occhi sgranati e appoggiò la spalla a una porta "Cosa ho fatto?"

Già, ma soprattutto, perché se ne rendeva conto solo in quel momento?

Possibile che l'emozione di aver risvegliato il suo potere avesse del tutto allontanato la consapevolezza delle sue azioni!?

Erano ormai le quattro del mattino.

Eliza, che aveva continuato a bere in maniera poco responsabile qualunque cosa i vassoi volanti le avevano portato, non si era preclusa la soddisfazione nel lanciare fuori dallo yacht qualche ammiratore troppo perseverante e ora, con sguardo vacuo e poco lucida, stava vagando con lentezza sotto le luci multicolore della pista da ballo. Una volta tuffatasi in piscina aveva continuato a ballare con Bryanna, poi la bella Smith si era spostata con il suo nuovo amico e non aveva idea di dove si trovasse ormai.

Non sapeva nemmeno da quanto la stava cercando, sarebbe potuta essere una mezz'ora o dieci minuti.

"E se fosse nelle camere? Se lui l'avesse portata di sotto?"

Da una parte la cosa la preoccupava, dopotutto lo aveva appena conosciuto, però...

Una parte di lei era convinta che se l'amica aveva bisogno di dare una scossa alla sua vita, forse una notte brava poteva essere anche una soluzione.

"Ma è la sua prima volta, non va bene per niente! Per niente! Come posso aver pensato una cosa simile?!" le ricordò la sua coscienza, mentre i suoi piedi si muovevano verso le scale che andavano sotto coperta. Un vero peccato che ci fosse già chi le stava percorrendo, ma al contrario e non da solo...

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