Beccate (Parte II)

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Eva continuò a piangere, fino a quando non riuscì finalmente a calmarsi e a coprirsi gli occhi.

Axel si allontanò da lei di un metro buono, non voleva invadere eccessivamente il suo spazio.

-E' giusto che tu conosca ogni dettaglio di ciò che ti è successo, Eva, sei d'accordo?-

Quella annuì mentre si asciugava il viso e poi constatò –Io... assomiglio alle loro versioni trasformate.-

Axel annuì, spiegandole ∆Sì, è così. Tu sei stata concepita prima che loro tornassero in vita nei corpi di Tanya e Tom. Chaos, quando ancora era nel suo corpo primordiale, ha salvato te e tua madre dall'attacco dei Titani, mentre tu eri ancora nel ventre di tua madre. E' successo migliaia di anni fa, ti ha dovuta prendere prima che venissi al mondo e ti ha tenuta ibernata fino a quando non ha chiarito le cose con tua madre, riponendoti dentro di lei e permettendo che nascessi, finalmente. Ma se vogliamo, la tua vita prenatale l'hai passata interamente con lui, non immagini le costanti attenzioni che ti ha dedicato per tutti questi millenni. Tu e Rose siete sempre stati il suo unico interesse, fino a quando non sono arrivati Tom, Tanya e i tuoi fratelli. Ma tu, in lui, occupi un posto davvero speciale, Eva. Non lo immagini nemmeno.∆

Lei aveva alzato gli occhi magenta su di lui durante il racconto. Non avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere.

-Sembra assurdo.-

E il Demone stirò di lato la bocca, dicendole ∆Per creature fuori dal comune come voi, non lo è affatto.∆

Lei annuì forse un po' imbambolata e immaginò che quella probabilmente fosse solo la punta dell'iceberg. Sapeva che era giusto conoscere ogni dettaglio della verità, però era altrettanto cosciente di aver la necessità di metabolizzare quelle informazioni.

∆A cosa pensi? Vuoi andare avanti? Spero che almeno tu mi creda...∆

Le chiese Axel con espressione curiosa e lei tornò su di lui, replicando –Ti credo, ma...-

Era rimasta sconvolta davanti a quei momenti familiari che la comprendevano e di cui non conosceva nemmeno l'esistenza, però era spaventata, sentiva chiaramente di aver paura di rivedere dal vivo i suoi genitori, non ne aveva il coraggio e poi, di certo, conoscendo tutto quello che aveva fatto...

"Non potrò mai essere del tutto sincera con loro, sono stata una persona senza alcuna pietà in questi anni, ho ucciso tanti innocenti per conto del Titano e quando mi sono separata da lui ho continuato per conto mio. Se dovessi sentire sulla pelle il loro odio... non potrei sopportarlo. Non più, ne sono certa."

Il solo pensiero le metteva un'ansia indescrivibile, ma quando il rosso al suo fianco la sollecitò, cercando i suoi occhi magenta, lei replicò –Voglio conoscere tutta la verità, ma non ora... ho bisogno di stare da sola-

Axel ammorbidì la propria espressione ed annuì –Va bene, è giusto che metabolizzi tutte queste informazioni e che accantoni tutte le certezze che avevi prima. Chiamami quando vorrai continuare o se dovessi aver bisogno di chiarimenti. Tuo fratello mi ha fornito tutte le informazioni di cui potresti aver bisogno...-

Lo vide alzarsi in piedi dopo che lei ebbe annuito e fare per darle le spalle, ma la mora gli domandò all'ultimo –Aspetta... come ti chiami?-

Quello si volse, torcendo il busto e dicendole, con voce morbida –Axel.- e sparì

La ragazza abbassò il capo quando rimase sola e si sdraiò sul pavimento che assunse una curva complementare al suo corpo, accogliendola dolcemente.

"Questo posto inizia a conformarsi a me..." poi corrucciò la propria espressione pensosa "O sono io che mi sto conformando ad esso...?"

Si lasciò trascinare in poco tempo in un sonno profondo e risanatore, forse uno dei pochi tanto rilassanti.

V.  I TitaniWhere stories live. Discover now