Il Rituale del Castigo (Parte II)

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Certo, sarebbe stato bello poter rivelare a Tiara che il suo fidanzato l'aveva inspiegabilmente baciata come aveva fatto con lei poco prima ma... cosa ci avrebbe guadagnato? Forse se la sarebbe presa? Non era certa che la cosa le interessasse, dopotutto. Tiara non le piaceva... ma sicuramente non voleva ferirla. E lui? Lui forse se la sarebbe presa... aveva questa sensazione. Non le avrebbe fatto le sue scuse, la notte prima, se non si fosse pentito di quel gesto...

"Giusto. Se si è pentito, significa che tornando indietro non lo rifarebbe, per cui non ha alcun senso discuterne."

In quel momento non vedeva l'ora di andarsene. Ogni giorno che passava in quella casa, trascorrendo il suo tempo con Axel, condividendo con lui l'allenamento e le vicende della sua famiglia, la confondeva sempre di più.

-Eppure a me sembri irritata per qualcosa, Zucchero.- ebbe da dirle Vladimir, vedendola scattare con gli occhi magenta su di lui e osservarlo.

Ammorbidì rapidamente la propria espressione e gli rispose -Non sono riuscita a batterti.-

E lì, il sopracciglio del Vampiro si sollevò lentamente, mentre ammirava quell'enorme bugia che gli aveva appena rifilato, insieme a quel visino imperscrutabile.

-C'è tempo, sai? Se vuoi possiamo disputarla in camera mia, così lasciamo i piccioncini da soli.- e fu lui a pungerla stavolta, cosa che non poté davvero che divertirla. Tepes era sempre un passo avanti a tutti. Detestava che gli venissero dette delle bugie e aveva capito benissimo i suoi fastidi... come aveva fatto?!

"Deve averci sentiti, non ci sono altre spiegazioni."

-A me sembra un'idiozia! Perché non potete giocare qui?-

-Non giocheremo da nessuna parte. Tornerò a casa mia fra poco.-

-Adesso è diventata casa tua?!- scattò però Axel, non riuscendo davvero a trattenersi. Sentiva che l'atteggiamento della ragazza era volto soltanto a fargli un dispetto, si sentiva ferito e... nonostante i discorsi della notte precedente, non riusciva davvero ad accettare che stesse lasciando l'allenamento in quel modo.

-Axel...!- lo sgridò Tiara, prontamente, ma Eva nemmeno lo guardò, sancendo -Lo è sempre stata, che lo volessi o meno. Adesso spero che la cosa mi piaccia, diversamente mi organizzerò di conseguenza...-

E il Demone schiuse le labbra, allibito -E questo cosa dovrebbe significare?-

-Esatto, sono curioso anche io.- si espose anche Vladimir, vedendola fare spallucce -Ho detto che mi voglio creare una famiglia, per cui vivrò una vita da persona normale.-

Vladimir alzò ambedue le sopracciglia, sorpreso -Non sembriamo coinvolti nei tuoi piani.-

Davanti a quel commento, Eva fece per rispondere, ma si morse la lingua. Si stava dimostrando molto ingrata nei loro confronti, non meritavano quella rabbia che non riusciva a spiegarsi, per cui doveva cercare di placarsi -Non voglio essere più un peso per nessuno, né mettere in pensiero chi non se lo merita. Se non dovessi piacere alla mia famiglia saprò accettarlo, sarebbe perfettamente comprensibile e avrò tolto loro questa fissazione che hanno per me... voi qui avete le vostre cose. Non ci faccio niente io e... come puoi intuire, restando qui, non posso avere ciò che desidero.-

Vladimir alzò il mento pensieroso. La ragazza non lo stava guardando e non riusciva a capire se stava o meno mentendo. Sembrava sincera anche se era certo che stesse omettendo ancora delle cose.

-Ma tesoro, non sei mai stata di disturbo! A noi piace averti qui! E' chiaro che non... non puoi seguire i tuoi desideri restando qui con noi, ma non vogliamo che tu debba affrontare il mondo da sola, eventualmente, possiamo aiutarti, io posso farlo!-

V.  I TitaniKde žijí příběhy. Začni objevovat