L'albero D'oro (Parte I)

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Era tornato il sole a casa Sharald, Leon e Cherlyne, ora abbracciati sul divano, riposavano silenziosamente.

Verso le sette e mezza Cherlyne però venne svegliata dalla vibrazione del proprio telefono e con lei Leon, che la vide prendere l'oggetto, leggere il messaggio per poi rispondere molto rapidamente.

Lui guardò la donna al suo fianco e le disse, con voce pacata e forse un pelo intimorito dalla sua eventuale reazione –Buongiorno...- la bionda lo osservò un attimo e gli sorrise appena, accarezzandogli una spalla –Ciao...- era stupido chiedergli come stava, ma in quel momento fu l'unica cosa che le venne in mente, per cui stette zitta e si limitò ad abbassare la mano che però lui afferrò subito, e la baciò dolcemente, guardando altrove e sussurrando –Non saresti dovuta rimanere-

La bionda abbassò lo sguardo ed espirò sonoramente –Certo che sì...- mormorò lei, sperando che non decidesse di isolarsi, soprattutto dopo come aveva reagito alla sua vicinanza.

L'uomo tornò a guardarla e lasciò la sua mano, scendendo al torace di lei, stringendolo e portandolo più avanti, in modo tale da essere più vicino al suo viso

-Lo so e ti ringrazio... ma non è stato corretto, soprattutto nei confronti di James-

Lei lo osservò e scosse il capo, ricordando istintivamente il bacio che lui le aveva dato la notte prima, per cui sentenziò –Avrei dovuto evitare un'altra cosa, scorretta nei confronti di James, ma non l'ho fatto e ho sbagliato anche io. Se ho lasciato che succedesse è perché tengo molto a te e so che amavi più di ogni altra cosa Arianna, quindi so che non aveva davvero valore per nessuno di noi. E' solo che sei molto vulnerabile e bisognoso d'affetto, cosa che ti ha portato a compiere...- cercava un termine adatto, ma il demone volò con la mano al suo viso, sfiorandole con il pollice le labbra

–Hai ragione, perdonami. Ti ringrazio tanto per ciò che hai fatto per me... davvero, non lo dimenticherò mai-

Quella gli sorrise e gli bacio la fronte, sussurrandogli –E' stato giusto così, questo è ciò che fanno gli amici, Leon.- poi lo guardò e lui avvertì una intensa palpitazione nell'immergersi in quegli occhi dorati, ma non accadde nulla, perché lei si allontanò e stabilì –Ora vado a casa, alle dieci ho lezione... tu cosa farai?-

Lui espirò sonoramente e spostò lo sguardo verso la finestra, assumendo un'espressione sorpresa nel notare un bagliore strano –Vorrei andare anche io a lezione ma... cosa è?-

La donna si volse anch'essa e corrucciò lo sguardo, si mise in piedi lentamente e anche lui fece lo stesso.

Vedevano un'ombra nera fuori dalla villa, nel retro, ma nell'aria c'erano dei brandelli che fluttuavano ed emanavano una luce dorata.

Si affacciarono quindi e lentamente i loro occhi si allargarono come anche le loro bocche.

C'era un albero, alto almeno venti metri, ma di certo quel fattore fu il meno sorprendente, visto che quelle che cadevano dalla fronda non erano brandelli, ma foglie.

Il tronco era in legno percorso da striature pulsanti di vita dorata, mentre tutto il resto brillava come il sole.

-Non è possibile...-

Liberò il Demone e, con il cuore palpitante, si smaterializzò fuori, muovendosi poi verso l'albero.

Cherlyne lo seguì, vedendo il compagno andare a poggiare la mano sul tronco.

Lì l'albero s'illuminò sempre più intensamente, fino a quando la luce non si spense e calò il buio, illuminato solo dalla fronda luminescente dell'albero.

Era notte, il sole era stato spento in qualche modo, ma solo per pochi istanti, perché solo loro due ebbero l'opportunità di vederlo rinascere, offrendo la vista di una meravigliosa alba.

V.  I TitaniWhere stories live. Discover now