Dobbiamo parlare... (Parte I)

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-Axel...-

La voce di Eva, piuttosto flebile, si fece comunque sentire all'interno dell'Oblio.

E il richiamato si presentò improvvisamente a lei, domandandole –Ciao, Eva. Le torture sono finite, sembra.- e guardò il soffitto illuminato dell'Oblio, vedendola fare lo stesso mentre la raggiungeva, per poi annuire in sua direzione -Sì, voglio vedere il momento in cui sono stata rapita.-

Ma Axel storse la bocca, scuotendo il capo -Nessuno sa quando è successo. L'unico modo sarebbe quello di analizzare i tuoi primi due anni di vita, minuto per minuto e... cercare un momento in cui il Titano ti ha portata via da casa, sostituendoti con quel fantoccio.-

E l'altra incrociò le braccia sul petto pieno, annuendo pensierosa -Quindi pensate che sia entrato nell'abitazione? Ho percepito delle difese davvero invalicabili quando sono andata a sondare il campo. Avevo una mezza idea di far saltare in aria l'intera isola... ma uccidere le Ordinatrici mi sembrava un affronto maggiore.- asserì convinta, volgendo altrove lo sguardo e vedendolo sedersi sul pavimento, guardandola dal basso e dandole istintivamente una sensazione di sicurezza, qualcosa le diceva che non l'aveva fatto per caso.

-Perché hai attirato in quel modo la loro attenzione? Non avevi paura di attirare anche il Titano?-

La Malfoy serrò la mascella e rispose solo a una domanda -Volevo uccidere mio padre e mia madre, visto che non potevo far nulla contro i miei fratelli... anche se Darco ha dimostrato il contrario-

Axel assunse un'aria mesta e le rispose -Darco sarà la tua debolezza più grande, temo. Contro chi è prevalentemente demone, a casa tua, non puoi combattere, contro le creature angeliche sì... ma Darco è esattamente a metà e... ha sfruttato questo suo vantaggio per attaccarti ma essere, nello stesso tempo, immune ai tuoi poteri.-

Quella sgranò gli occhi, sconcertata -Ah. Comodo così.- e Axel annuì, d'accordo, abbassando lo sguardo, silenziosamente -Sì. Non è uno facile da incastrare.- e prese a giocherellare con un laccio della scarpa.

La bruna, dopo averlo ascoltato, scese a guardarlo, notandolo molto rilassato, a differenza sua che gli restava impalata davanti, irrigidita.

Si poteva fidare di lui? Davvero?

La settimana prima, presa dalla sofferenza provocatale dall'azione dell'Oblio, aveva svelato una forte vulnerabilità, adesso che però il compagno le aveva innestato il seme del dubbio, facendole assistere a quel momento famigliare tenerissimo... non sapeva più che pensare.

-Ho capito come celarmi agli occhi del Titano e... quando mi rendevo visibile a lui, lo ero o pubblicamente o in presenza delle Ordinatrici. In nessuno dei due casi, quindi, gli sarebbe stato possibile attaccarmi, non col rischio di entrare precocemente in contatto con qualche membro della... della mia famiglia.- asserì, con vaga difficoltà nell'inserirsi in un contesto simile.

Axel la ascoltò, guardandola con attenzione e annuì -Capisco. In ogni caso, sei interessata a vedere solo quel momento o ne vuoi vedere degli altri?-

La bruna spostò lo sguardo su di lui, pensierosa e deglutì, annuendo poi -Vediamo questi "altri".- e Axel assunse un'espressione rilassata, levandosi in piedi e tendendole la mano, facendo modo che fosse lei a raggiungerlo.

Quel distacco che aveva nei suoi confronti... la stava imitando?!

Lo raggiunse e gli domandò -Mi tieni a distanza, lo stai facendo appositamente.- asserì, guardandolo convinta e lui annuì consapevole -Sì, di natura non sono un tipo espansivo, ma soprattutto percepisco istintivamente il tuo disagio nello stare sola con un uomo. Immagino che tu non abbia avuto dei buoni trascorsi con il Titano.-

V.  I TitaniWhere stories live. Discover now