Tempo Scaduto (Parte I)

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Lo spettacolo che si stava manifestando davanti ai suoi occhi era sconvolgente, palazzi che cedevano ai colpi dell'impassibile creatura che, una volta bombardato l'intero quartiere alla moda di Copenaghen, era sparita nel nulla.

Hayden, nascosto dietro un vicolo, l'aveva vista in televisione agire in diretta mentre cercavano di riprenderla con il satellite, visto che ogni telecamera che le si avvicinava, perdeva istantaneamente funzionalità. Era come se l'attrezzatura fosse sottoposta a un pesante campo elettromagnetico che mandava in corto tutta la strumentazione elettronica.

La donna era sparita in un istante però, quando lui, primogenito di casa Malfoy, ormai del tutto preso dalla questione "Surmaga", si era presentato ben lontano dal suo occhio.

Per cui, le cose erano due, o riteneva di aver terminato il suo operato e casualmente se n'era andata proprio al suo arrivo, oppure quella donna non solo non era una semplice strega, ma con tutte le probabilità era una creatura demoniaca, per giunta in grado di percepire la sua presenza cosa che fino a quel momento, erano in grado di fare solo i membri della sua famiglia, e nemmeno tutti.

Quella donna poteva essere davvero una creatura pericolosa e suo padre doveva sapere ogni cosa. Si smaterializzò a casa con aria placida e notò i genitori in cucina, visto che c'era la scorrevole aperta. Li raggiunse sorridente, salutandoli -Buongiorno!-

Tom sgranò gli occhi, capendo subito dove era stato il figlio e Tanya, purtroppo per Hayden, non fu meno percettiva.

-Puzzi di bruciato. Dove sei stato, Hayden?-

Il biondo si odorò i vestiti e si maledisse per non essersi smaterializzato in camera propria –Io... ero in quella grande biblioteca vicino a...-

La rossa roteò gli occhi, capendo che il giovane poco avvezzo alle menzogne stava per raccontarne una, e lo interruppe in partenza, levandolo dall'agitazione –Riprovaci, forza- il giovane deglutì, capendo di non essere stato per niente convincente, visto che no, non voleva proprio mentire e indietreggiò. Tom accarezzò i capelli della moglie, che però non si lasciò abbindolare e incalzò il figlio con lo sguardo, severa.

Quello deglutì, vagamente preoccupato –Ehm... mamma, io...-

-Ti avevo detto una sola cosa, Hayden. Ora...- guardò duramente Tom che aveva un'espressione innocente sul viso, assolutamente adorabile, le suggerì la sua mente dispettosa, ma la zittì rapida, per tornare sul primogenito -... Io non so se tuo padre ti sta dando corda, se siete d'accordo per nascondermi le vostre mosse, ma... non voglio che ti interessi più a quella donna, sono stata chiara?!-

Il biondo storse la bocca e assottigliò lo sguardo –Ma... si può sapere perché? Sta diffondendo il caos e oggi, quando mi sono smaterializzato mentre attaccava dei palazzi, si è...-

-Cosa hai fatto?!- domandò la rossa, scattando in piedi e raggiungendolo irosa, mentre il biondino continuava –Si è smaterializzata subito! Probabilmente ha percepito la mia presenza! E nessuno può più farlo oltre i membri della nostra famiglia e forse qualche demone particolarmente dotato... se ci è riuscita, significa che lei è una di queste cose! E non è normale che un Demone faccia...-

-Adesso basta! Piantala, Hayden! Non sei più un bambino! Non posso punirti per quello che fai, ma sappi che non ti rivolgerò più la parola se mi disobbedirai ancora! Sono stata chiara?!-

Tom era allibito dai discorsi del ragazzo, la cosa lo aveva davvero sorpreso. Hayden non era uno sprovveduto e di certo non era il tipo che andava a cercar guai, non era giusto che Tanya lo trattasse in quel modo. Anche se capiva anche il punto di vista di sua moglie.

Il biondo, lì, sentendo le parole della madre, rabbuiò e domandò –Perché mi stai trattando così?-

La rossa, vedendolo così contrito, assunse un'aria non meno sofferente. Sgridare i suoi "bambini" era la cosa che più detestava e vedere Hayden così ferito, la fece sentire terribilmente in colpa.

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