Trova spazio dentro me

CAPITOLO 18

Pov's Sveva
*So di averlo detto già una volta, ma Simona è strana in questo periodo. Ogni volta che cerco di capire cos'ha cambia sempre discorso. So cosa ha passato qualche anno fa, so com'è stata male, non mi ha raccontato tutto per i minimi dettagli ma mi ha detto com'è stato. Vorrei solo che si sfogasse, sa che sono sempre qui per lei ma a volte è come se si rifiutasse, come se non volesse passare i suoi drammi a me. È la mia migliore amica, voglio sapere cosa l'affligge. Ha il viso così stanco e cupo, e non parlo solo di stanchezza.*
S: -"Non lo so Sve, non so neanche io cosa mi passa per la mente. Sarà il periodo, sarà lo stress. Domani abbiamo i colloqui, urge qualcuno che ci dia una mano. Siamo stremate e non posso più sfruttarti così, non voglio.' *La guardo perplessa, è questo il problema?*
Sv: -"Io non ti ho mai chiesto questo, io sto bene in pasticceria con te, quel che faccio e tutto il tempo che passo lì dentro è perché voglio farlo, non pensare che io mi senta sfruttata perché non è così!"
S: -"Lo so, ma non possiamo continuare così. C'è bisogno di qualcuno che impari tutto della pasticceria dalla A alla Z così potremmo avere più tempo per noi."
Pov's Simona
*Non sapevo nemmeno cosa rispondere a Sveva, ho usato la scusa della pasticceria ma da un lato è vero, sono due anni che andiamo avanti così e di questo passo potremmo solo esaurire. Mentre siamo fuori a parlare vedo una figura vicino alla porta a vetro del salone. È Cocco che apre la porta sorridendoci.*
G: -"Ragazze, la colazione è servita! Ci sono pancake cucinati da Tiziano che aspetta il giudizio della pasticcera!" *Dice e mi scappa una risata, questi ragazzi sono meglio di come ce li siamo sempre immaginati! Entriamo trovando tutti attorno al tavolo con al centro caffè e succhi, ognuno di noi ha due pancake nel piatto.*
T: -"Simò, aspetto solo te." *Dice Tiziano impaziente sfregandosi le mani.*
S: -"Mi sembra di essere un giudice di master chef." *Dico coinvolgendo tutti in una risata. Assaggio i pancake, non sono niente male, a parte il fatto che si sente un po' troppo la farina. Ho voglia di punzecchiare Tiziano..*
S: -" Mmh.. Direi che forse un bimbo di tre anni li avrebbe fatti meglio eh." *Mi guarda serio. Come tutti d'altronde. Oh Dio mi sento troppo osservata. Rompo il ghiaccio con una risata.* S: -"Stavo scherzando Tizià,so buoni." *Tiziano sospira per poi esclamare."
T: -"Mortacci tua, m'hai fatto piglià un colpo."
E: -"TIZIANO REGOLATI! LA CONOSCI DA POCO!" *Dice Elisa, che dolce.*
S: -"Eli sta tranquilla, me lo merito." *Dico sorridendo.* S: -"Comunque la farina non l'hai pesata vero?" *Domando a Tiziano che inarca un sopracciglio come per capire.*
T: -"Dovevo?" S: -"Beh si, se no la farina prende il sopravvento sull'impasto e nasconde tutti i sapori. Nella pasticceria è d'obbligo la precisione delle grammature, anche un solo grammo in più o in meno potrebbe rovinare una ricetta." *Molti danno per scontato, ma fare i dolci richiede precisione in tutto.*
V: -Ora ho capito perché sei sempre così sclerata, ogni volta devi fà gli esperimenti de Dexter." *Dice mio cugino, quant'è simpatico da uno a cento? ZERO! Mentre gli altri se la ridono io lo fulmino con lo sguardo così che lui si alza, si avvicina abbracciandomi da dietro e poggia il suo mento sulla mia spalla.*
V: -"Daje piccola cimice, lo sai che ti adoro." *In tutta risposta gli dò uno schiaffetto sulla testa.*
N: -"A proposito de soprannomi .." V: -"A Ní, sei un uomo morto se lo dici!" *So già a cosa si riferisce Niccolò, ieri notte mi è scappato il soprannome di Valerio davanti a lui... Ops ...*
N: -"Aspe Simo com'era ... P-pe-... Non me lo ricordo bene. Ah si, pepitino mi sembra giusto?"
S: -"Niccolò ti conviene scappare, non credo finisca bene!" *Vedo Valerio avvicinarsi a Niccolò e quest'ultimo con uno scatto si alza dalla sedia.*
V: -"Questa è anche colpa tua!" *Dice puntandomi il dito, mentre io accompagno gli altri in una mega risata vedendoli che si rincorrono per tutta casa. Non passavo una giornata così da tempo.*