CAPITOLO 175

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Pov's Simona
*Rientro a casa, sono le due di pomeriggio e ho voglia di pasta al sugo, non so perchè. Anzi, ora lo so. Cavolo, sono incinta! Ora si spiegano le nausee, gli sbalzi d'umore e le improvvise voglie. Ma perchè non ci ho mai pensato? Riguardo il test, leggo una scritta che prima, presa dalla paura mista ad euforia nel scoprire la gravidanza, non ho notato. Sono incinta da sei settimane, ho questo feto da un mese e mezzo e l'ho ignorato tutto questo tempo. D'istinto mi accarezzo la pancia sorridendo, sono stata colta alla sprovvista da questa notizia ma ne sono sicura, sono sicura di volerlo anche se non lo aspettavo. Sento delle chiavi inserirsi nella serratura perciò nascondo il test nella mia felpa e prendo una pentola per mettere l'acqua per la pasta. Arriva un Niccolò sorridente in cucina che si avvicina lasciandomi un bacio.*
S: -"Buongiorno Peter! Dove sei stato?" *Chiedo tentando di essere più indifferente possibile a questa tachicardia che mi sta martellando il petto.*
N: -"Ciao amò. So andato alla farmacia a prenderti il magnesio e poi so passato in studio." *Risponde per poi annusare vicino alla padella.*
N: -"Sugo?" *Annuisco sorridendo mentre lui si toglie le scarpe mettendole nella scarpiera vicino all'entrata.*
S: -"Amò mettile nella lavanderia quelle, fanno schifo le devo lavare, so tutte nere." *Gli dico facendogli togliere le scarpe da lì dentro. Sale le scale sbuffando portandole nella stanza che noi chiamiamo lavanderia, ci sono la lavatrice e l'asciugatrice e un piccolo balconcino con lo stendino. Scende
sedendosi sullo sgabello della penisola mangiando i suoi taralli alla cipolla.*
N: -"Fatto mammina." *Mi dice con la bocca piena. Il mio cuore ha un sussulto a quel nomignolo, e pensare che fra qualche mese lo sarò davvero. Scuoto la testa ridendo mentre sistemo le tovagliette sul bancone.*
S: -"Sei un bimbo viziato!" *Dico facendogli la linguaccia cosi sorride.*
N: -"Amò, ho visto Sveva oggi, fuori alla farmacia. L'ho fermata ma mi ha risposto molto freddamente per poi scappare senza neanche salutarmi." *Mi cade il cucchiaio di legno con cui stavo girando il sugo, rimango due secondi ferma di spalle a Niccolò spalancando gli occhi. Mi riprendo subito prima di destare sospetti, raccolgo il cucchiaio e mi giro inventando qualcosa.*
S: -"In pasticceria c'era molto da fare, doveva passare di lì ma ha fatto tutto di fretta." *Rispondo facendo spallucce. Se l'è bevuta, per fortuna. Finisco di preparare il pranzo e mi siedo difronte a Niccolò per mangiare. Rimango in silenzio immersa nei miei pensieri e giocando con la forchetta. Niccolò
si ferma poggiando la sua forchetta e mi fissa.*
N: -"Amò, tutto ok?" *Mi chiede il mio bellissimo moro.*
S: -"Si si, sono stanca. Domani mattina vado al dottore, ci vado con Sveva visto che devi andare in studio." *Accenna un sorriso e avvicina la sua mano per afferrare la mia. La tira un pò lasciandoci un bacio su.*
N: -"Va bene, ma chiamami subito appena finisci eh." *Ridacchio per la sua preoccupazione.*
S: -"Si, sta tranquillo." *Finiamo il pranzo e mettiamo i piatti nella lavastoviglie. Ci mettiamo sul divano, io seduta con le gambe incrociate e Niccolò steso poggiato con la testa sulle mie gambe. Gli accarezzo i capelli mentre vediamo una puntata di Chicago Fire, dopo dieci minuti sento russare, si è addormentato. Sorrido guardando la sua bocca spalancata che emette quel suono fastidio, ma se esce dalla sua bocca lo sopporto volentieri.*

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