CAPITOLO 73

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Pov's Niccolò
S: -"Se non sono Adriano posso entrare o mi cacci comunque?" *Dice una voce femminile che non tardo a riconoscere. Mi alzo di scatto dal divanetto su cui ero seduto con le mani tra i capelli e la guardo rilassandomi.*
N: -"Simona, che ci fai qui?" *Le chiedo avvicinandomi. Lei si avvicina e giocando con le sue dita dice.*
S: -"Beh stavo raggiungendo gli altri per godermi un concerto ma da qui dentro è uscito un ragazzo un pò nervosetto dicendomi che qualcuno non regge più la
pressione qui, giusto?" *Dice alzando lo sguardo verso di me, mi sorride dolcemente ed io non posso fare altro che ricambiare, come ha fatto? E' riuscita a calmarmi in due secondi. La prendo dai fianchi per avvicinarla a me, lei appoggia le mani sul mio petto, poi sorride e passa una mano tra i miei capelli.*
S: -"Sei sempre così disordinato! Anche agli appuntamenti hai i capelli sempre arruffati!" *Dice ridendo al ricordo dell'altra sera così rido anch'io.*
N: -"Beh perchè di solito agli appuntamenti alla fine i capelli te li rendono disordinati, quindi perchè sprecare tempo ad aggiustarli no?" *La punzecchio io causando l'inizio della sua magnifica risata, lei mi da uno schiaffetto sul petto e mi guarda ancora sorridendo.* S: -"Sei proprio stupido." *Dice accarezzandomi una guancia.*
S: -"Non hai niente di cui preoccuparti, sotto quel palco ci sono i tuoi miserabili, ci siamo noi ragazze, c'è la tua famiglia e ci sono loro, gli ultimi di cui faccio parte anch'io. Tutti ti sostengono e lo faranno per sempre, tu hai creato questa famiglia e dai a noi ultimi la possibilità di sentirci parte di un gruppo, noi siamo quelli che non dovevano vincere e invece guarda qua, io ho vinto realizzando il mio sogno di diventare pasticcera, tu stai vincendo stasera realizzando il tuo SOLD-OUT all'Olimpico! E l'anno prossimo? Gli stadi, ti rendi conto? Sei più forte di ciò che pensi, sei meraviglioso. La tua voce, la tua musica e le tue melodie risuonano
continuamente in noi e non ci stancano mai, così come non ci stancherai mai tu!" *In questo momento, come sempre a rovinarlo, bussano alla porta.*
G: -"Nì, mancano due minuti. Ci siamo!" *Ora sono preoccupato, ma le parole di Simona hanno fatto tornare i miei battiti alla normalità, ora sento solo l'adrenalina. Lei mi incanta con quegli occhioni blu e mi lascia un bacio all'angolo della bocca che io ricambio.* S: -"Ti aspetto di lì, dove gli ultimi hanno forza e insieme cantano." *Mi dice allontanandosi e sorridendo, così raggiunge Gabriele per andare sotto il palco. Ok Niccolò, è il momento.*
A: -"Annamo Nì?" *Mi chiede Adriano poggiandomi una mano sulla spalla.* N: -"Annamo và." *Accediamo da sotto al palco per la mia entrata.* A: -"Daje amico mio, sei il numero uno!" *Gli sorrido ed entro in una specie di elevatore. La piattaforma pian piano si alza ed io esco saltando sulle note della mia canzone.*
N: -"E' colpa delle favole se tu non sei più con me, se cammino per la strada quando una strada poi non c'è, se non riesco ad esser grande e m'innamoro in un privè perchè mi illudo che la gente sia di più di quel che è..." *Il concerto sta andando alla grande, sono carico e felice di esser qui, il palco è la mia felicità, tutto questo è la mia felicità. Ho appena finito di cantare "Pianeti", ora voglio l'assolo dell'Olimpico.*
N: -"Ok ok ragazzi, adesso cantate voi.. Accendete le torce, facciamo un bell'effetto." *Così tutti accendono le torce e lo stadio si riempie di tanti piccoli puntini bianchi su di me.* N: -"Dai maestro, attacca.. E ho perso.." *Così giro il microfono verso loro, verso gli ultimi. Loro cantano a squarciagola il mio ritornello ed io ora, solo ora con le mani tra i capelli e le lacrime che non hanno intenzione di fermarsi mi rendo conto di cosa sta succedendo, solo ora mi rendo davvero conto di cosa ho davanti, Nì non ti svegliare, perchè se stai sognando non puoi smettere di farlo. E' sempre stata colpa delle favole, sono sempre state le favole a mettermi
quissù, sono sempre i sogni a farti vivere davvero. E allora se sognare significa questo io vi giuro che non smetterò mai di sognare, di volare, di essere Peter Pan sull'isola che non c'è.*

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