CAPITOLO 125

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Pov's Niccolò
*Sono a casa sdraiato sul letto sommerso dalle lacrime. Cosa è successo? Sono ancora scosso dalle parole di Simona. E solo ora capisco cosa ho combinato. L'ho
abbandonata, completamente. E non parlo di distanza o di giorni senza vederla, parlo di dialogo, di risate e di silenzi fatti di parole solo guardandoci negli occhi. Parlo di quei momenti intimi che non le sto dando più e lo voglio gridare forte al mondo che sono un coglione! Le ho promesso che avrei fatto di tutto per rendere quegli occhi blu sempre felici e accesi e invece li sto facendo spegnere io stesso. Come faccio a non rendermi conto che lei ha bisogno di me? Sto pensando solo ai miei impegni senza rendermi conto che non le ho mai chiesto dei suoi. Mentre mi maledico fortemente decido di alzarmi e mettermi una tuta grida con la felpa nera con le chiavi, prendo le chiavi di casa e mi metto in macchina per andarle a parlare. Mi fermo a comprare un altro girasole e vado a casa sua. Una volta arrivato scendo e sospiro per l'agitazione, ho paura di parlarle. Suono il campanello, la porta si apre e trovo Sveva davanti a me che mi sorride preoccupata.*
Sv: -"Oh, ciao Nic." *Dice guardandomi per poi spostare lo sguardo verso il girasole. Mi fa un altro sorriso e chiama Simona. Lei arriva davanti alla porta con gli occhi rossi, si vede che ha pianto tanto ed è solo colpa mia.*
Sv: -"Emh, io vado eh, ci vediamo domani in pasticceria." *Dice a Simona lasciandole un bacio sulla guancia. Rimaniamo soli davanti alla porta, la guardo negli occhi e poi le porgo il girasole, lei lo afferra facendo un sorrisetto.*
N: -"Scusami, sono un coglione. Mi sto comportando da egoista e menefreghista e tu non meriti tutto questo. Non mi sono reso conto di averti abbandonata, di aver abbandonato i tuoi momenti fragili e le tue giornate impegnative facendotele affrontare da sola. Mi dispiace molto, e scusami se me ne rendo conto solo adesso, ma io ti amo e lo sai, ti amo più di ogni altra cosa al mondo e cercherò di non farti mancare nulla." *Lei rimane ferma con gli occhi lucidi. Dopo attimi di silenzio a fissare per terra mi guarda.*
S: -"Non puoi fare sempre così. Non puoi sempre presentarti con un fiore e chiedermi scusa aspettandoti che io accetti sempre!" *Dice gesticolando col girasole in mano.*
S: -"Mi dispiace Niccolò ma io non me ne faccio più niente delle tue scuse, non è la prima volta che succede e non è la prima volta che mi chiedi scusa, ma ogni volta
è la stessa storia anzi va sempre peggio! Sai che significa quando quei piccoli momenti che abbiamo insieme diventano imbarazzanti? Guardarti negli occhi e non
sapere cosa dire, prima era bellissimo così e ora? Ora proviamo solo imbarazzo. Niccolò, io... io ho bisogno di pensarci." *Dice, sento il mio cuore spezzarsi prima in due, poi frantumarsi in mille pezzi.*
N: -"C-cosa vuoi dire?" *Chiedo ormai in lacrime, la guardo e inizia a piangere anche lei, poi si butta sul mio collo stringendomi forte, la stringo forte a me e sento la
mia spalla bagnarsi delle sue lacrime.*
N: -"T-ti pr-prego... No..." *Dico incastrando il mio viso nell'incavo del suo collo. Lei si allontana e mi guarda accarezzandomi la faccia e studiando con lo sguardo ogni
millimetro del mio viso.*
S: -"Abbiamo bisogno di tempo. Almeno io si. Ho bisogno di una pausa, il tempo ci darà le risposte."
N: -"Il tempo ci dividerà soltanto e lo sai." *Dico continuando a singhiozzare per il pianto.*
S: -"Non lo so Nic, non lo so... Ma ho bisogno di questa pausa per capire cosa sta succedendo tra noi."
N: -"Wendy.. Ti prego.. Io ho bisogno di te, ho bisogno di amarti.." *Lei piange ancora più forte lasciandomi un veloce bacio sulle labbra e ridandomi il girasole che le avevo portato. Entra in casa e chiude la porta. E ora Peter? Che si fa?*

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