CAPITOLO 188

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Pov's Niccolò
*Entro nel cancello di casa con la macchina e la parcheggio nel vialetto. Scendo ed entro in casa.*
N: -"Amò so tornato!" *Dico senza ricevere risposta. Appendo il giubbotto all'attaccapanni, tolgo le scarpe mettendole nella scarpiera e metto le ciabatte. La TV è accesa e riproduce "Frozen", uno dei cartoni che Simona ama di più. Vado verso le scale per salire su, può darsi che sia andata in bagno e non mi sente. Non appena mi avvicino un po' di più al lato del divano la vedo lì, stesa con la coperta addosso. Si è addormentata guardando il film. Mi avvicino sedendomi accanto, le accarezzo i suoi lunghi capelli lasciandole un bacio. Piano piano apre gli occhi, si rende conto della mia presenza e fa un piccolo sorrisetto. Lo ricambio avvicinandomi e dandole dei baci leggeri e delicati sulla sua guancia mentre le stringe le sue mani vicino al petto accoccolandosi intenerita. Poi all'improvviso mi abbraccia e mi tira a sé.*
N: -"Piccoletta mia..." *Dico sorridendole.*
N: -"Tutto bene piccolè?" *Annuisce come una bambina per poi girarsi dalla parte opposta, mi tira un braccio mettendolo attorno al suo bacino.*
S: -"Dormi un po' con me?" *Mi domanda con la vocina, rido per poi stendermi accanto a lei e mettermi sotto la coperta. La stringo forte a me e chiudo gli occhi mentre sniffo il suo buonissimo profumo, l'odore che mi fa sentire vivo.*
QUALCHE SETTIMANA DOPO
*Mi sveglio con le prime luci dell'alba, Simona dorme come un ghiro avvolta nel piumone. Più passa il tempo più sonno ha, per non parlare del mangiare e degli sbalzi d'umore. Ieri si è arrabbiata con me e mi ha "cacciato" di casa, sono stato l'intero pomeriggio girando per il centro commerciale con Tiziano fin quando non mi ha richiamato piangendo come un'isterica urlando che si sentiva una merda per avermi trattato così... E tutto questo perché? Perché non avevo messo il tappo al dentifricio! Non oso immaginare i prossimi mesi, con me che poi ho la pazienza pari allo 0%. Mi alzo e metto la tuta per fare la mia corsetta mattutina. Verso le 11 andremo all'aereoporto, questo weekend i genitori di Simona saranno qui e per noi sembra di star camminando sul cavo della corrente elettrica per la tensione che abbiamo. Domani sera abbiamo organizzato una cena tutti insieme; la mia famiglia, la sua famiglia, la famiglia di Valerio e i miserabili, e finalmente diremo a tutti che arriverà un bambino fra qualche mese. Non possiamo più aspettare anche perché a  Simona, essendo molto magra,  si inizia a notare quel rilievo sulla sua pancia, infatti in questi giorni solo cose larghe per non farlo notare a nessuno. Domani sarà anche la prima volta che i nostri genitori si conoscono, speriamo si piacciano ma conoscendo ormai sia i miei che i suoi sicuramente andranno d'accordo, soprattutto mia madre con la sua. Torno a casa dopo un paio d'ore, o forse anche più dato che ho incontrato Alessandro e ci siamo fermati al bar. Inizio a salire le scale, più mi avvicino ad esse più sento una melodia. Sono le mie canzoni messe a palla allo stereo, precisamente ora c'è "Peter Pan".
Simona lungo questi mesi non è cambiata affatto, è sempre rimasta una delle mie più grandi fan. Ogni giorno ha indosso qualcosa del mio merch, come ad esempio stanotte che ha dormito con la felpa con la scritta gialla. Continuo a camminare per il corridoio sentendo la melodia provenire dalla stanza del piano.*
S: -"INTANTO VOLO E C'È UN FIUME QUI SOTTO, MI PORTA VERSO IL TUO ATTESO RITORNO, TI SEGUO E TU SEI GIÀ PRONTA A VOLARE TI PRENDO SIAMO PARTE DEL MARE. VUOI VOLARE CON MEEEEE, VUOI VOLARE CON MEEE, VUOI VOLARE CON MEE, VUOI VOLARE CON MEEE COME PETEEER PAAAAN." *Rido sentendola cantare poggiando un orecchio sulla porta socchiusa, la apro un po' e ciò che vedo mi lascia a bocca aperta. Lei è vicino alla parete, sta passando il pennello con la pittura color nero sulla parete ultimando ciò che stava disegnando.*
N: -"Non posso crederci.." *Dico spiazzato dalla bellezza di ciò che vedo, lei si volta di scatto facendo un sorrisone, la felpa ha le maniche arrotolate per non sporcarsi, si siede sulla scala dietro di lei, usata per la parte alta della parete, e si gira verso quest'ultima mordendosi il labbro e scrutandola con lo sguardo.*
S: -" A San Valentino tu mi ha preparato quella deliziosa cena, mi hai regalato un mazzo di 12 girasoli, un orologio nuovo e una notte focosa." *Mi dice sorridendo maliziosamente.*
S: -"Io non ti ho fatto nulla perciò ho pensato a questo disegno... Ti piace?" *Mi chiede sorridendo. Ho le lacrime in viso dalla commozione, d'improvviso sorrido sospirando e corro ad abbracciarla.*
N: -"Amore mio non sai quanto ti amo. È bellissimo!" *Dico afferrandole il viso e lasciandole molteplici baci. Scusate, mi ero dimenticato di dirvi cos'è. Le pareti della stanza sono tutte bianche, su quella frontale al pianoforte ci ha disegnato, col nero, le sagome di Peter Pan e Wendy che volano verso la seconda stella a destra, sull'isola che non c'è. Sotto queste sagome la scritta, "Peter & Wendy". Piango a dirotto tra le sue braccia, mi sono accoccolato come un bambino sul suo seno, piange anche lei perché sento una goccia sulla mia testa. Alzo li viso accarezzandola dolcemente.*
S: -"Così avrai più ispirazione per scrivere.. Non che tu ne abbia bisogno però..." *Ridiamo entrambi dopo queste parole, poi torniamo seri guardandoci.*
S: -"Sempre insieme, Peter e Wendy..."
N: -"Sempre e per sempre io e te.. E questo piccolo fagiolino."

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