CAPITOLO 101. Mi sento infinito.

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PARTE JUSTIN

La osservai sedersi sul letto, incrociando le gambe come un indiano. Il lenzuolo bianco le ricopriva il seno e i lunghi capelli le scendevano morbidi sulle spalle. Osservai i suoi movimenti, il suo corpo. Ogni parte di lei era perfetta. Aveva dei lineamenti che sembravano scolpiti. Amavo i suoi occhi: blu come l'oceano, dove potevi affogare senza mai più fare ritorno e maledettamente penetranti. Amavo la sua bocca: carnosa e dannatamente perfetta anche senza rossetto. Amavo sentire il suo respiro caldo sulla mia pelle. Amavo fare dei cerchi immaginari sul suo ventre, mentre mentalmente immaginavo di vederla tra qualche anno al mio fianco e con il pancione. Ero completamente pazzo di lei. Mi sedetti anch'io sul letto e afferrai, dal comodino, il vassoio contenente la mia colazione che avevo preparato qualche minuto prima, posandolo sul letto. Amber afferrò un biscotto, addentandolo. Rendeva ogni movimento sexy, nel più piccolo particolare e mi chiedevo come poteva essere possibile. Afferrai anch'io un biscotto e lo addentai proprio come aveva fatto lei. Era bellissima. Mi avvicinai al suo viso, schioccandole un sonoro bacio sulle labbra.

Io: Vuoi un altro biscotto? - Gli chiesi sorridendo. Annuì, afferrandone un altro.

A: Sono davvero buonissimi. - Iniziai a bere del succo all'arancia, mentre i suoi occhi si incontrarono con i miei - Non fissarmi mentre mangio, sai che lo odio.

Io: Lo stai facendo anche tu. - Dissi inumidendomi le labbra con la lingua.

A: Io posso, tu no. - Alzai un sopracciglio, scoppiando a ridere.

Io: Oh ma davvero?

A: Si, io posso. Tu no. - Disse scandendo parola per parola. Risi ancora, contagiando poco dopo anche lei. Addentai un altro biscotto. Le sorrisi, mi sorrise. Mi sporsi in avanti, avvicinandomi a lei. Le stampai un dolce e innocente bacio sulla guancia, seguito da un altro dolce e innocente sorriso. Le passai il piccolo contenitore con le fragole. Ne afferrò una bella grossa e rossa, spruzzandoci un po' di panna sopra. Ridacchiai, notando le sue labbra sporche di panna - Cosa c'è ora? - Mi chiese dopo aver masticato.

Io: Forse potresti essere sporca. - Sgranò gli occhi.

A: Dove?

Io: Proprio qui. - Le indicai un punto non preciso sulle labbra.

A: Mi prendi in giro?! Avanti Justin! - Risi alla sua affermazione.

Io: Qui. - Mi avvicinai la suo volto, prendendole il mento tra l'indice e il pollice. Le succhiai il labbro inferiore, fissandola negli occhi. Quando passai a quello superiore fui preceduto da lei. Con una mossa veloce si sedette a cavalcioni sulle mie gambe, baciandomi la bocca con foga e desiderio. Rimasi come pietrificato dalla sua mossa tanto da non riuscire a muovermi. Tenevo ancora gli occhi aperti e osservai i suoi chiusi per non so quanto tempo mentre le sue labbra si muovevano frenetiche sulle mie. Posai una mano alla base della sua schiena, attirandola contro il mio petto. Avvolse le braccia intorno al mio collo mentre le mie mani pensavano ad abbassare definitivamente quel dannato lenzuolo che copriva il suo corpo. Il suo petto nudo si scontrò con il mio, provocando un'infinità di brividi che mi attraversarono cuore e anima. Amavo questo contatto così intimo con lei, mi faceva capire che solo io potevo davvero toccarla o fare qualsiasi altra cosa. Perché lei era mia. Avvolsi le braccia intorno al suo corpo e la spinsi contro il materasso. Mi adagiai su di lei, senza farle del male.

Io: Resti con me? - Rise.

A: Tutta la notte? - Le stampai un bacio sulla fronte, prima di osservarla negli occhi.

Io: Tutta la vita. - Sorrise e non potei fare a meno di notare quanto fosse dolce in quel momento.

A: Tutta la vita. - Ripeté quasi sull'orlo di piangere. Le baciai nuovamente le labbra, stringendola a me.

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