CAPITOLO 34. Sei l'unica persona che conta.

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PARTE MIA

IL GIRONO DOPO

ORE 17.30

T: Stai scherzando, vero?

Io: No Taylor, sono seria. - Mi guarda a bocca aperta sedendosi sul mio letto. 

T: Cavolo... q-quindi ora, cosa siete? - Mi siedo al suo fianco, riflettendo sulla sua domanda. 

Io: Bhè... non lo so. - Dico guardandola. 

T: Qualcosa siete per forza. 

Io: Forse ancora no ma sta solo nascendo un sentimento tra di noi. - Dico facendo spallucce. 

T: Qualunque cosa sia fa stare bene sia te che lui, ne sono certa. - Sorrido. - Hai ancora intenzione di partire per New York? - Abbasso lo sguardo, mi era proprio passata per la mente la partenza. 

Io: S-Si... - Dico in un sussurro. 

T: Ma perché? Cioè ora avete risolto, non credi che sia il caso restare? 

Io: Taylor, io non parto affatto per lui. Neanche prima era così. Ho solo bisogno di allontanarmi da questo posto e schiarirmi le idee. - Annuisce. 

T: Per quanto tempo starai via? 

Io: Il tempo che basta per riflettere, tutto qui. 

T: E con la scuola? 

Io: Mia zia sta provvedendo a cercarmi qualcuno che non mi faccia rimanere indietro con le lezioni. 

T: Quindi, non frequenterai la scuola? 

Io: Suppongo di no. Non credo di fermarmi tanto, poi si vedrà con il tempo. - La nostra conversazione viene interrotta bruscamente dal mio telefono che inizia a squillare. Lo afferro dal comodino e leggo sul display "Justin" 

T: è lui, vero? - Annuisco sorridendo. Sorride a sua volta - Ti lascio parlare da sola, sono di sotto. 

Io: D'accordo, grazie. - Mi lancia un occhiolino per poi scomparire tra le scale. Torno a guardare il telefono e accetto la chiamata. 

*Io: Pronto? 

J: Ce ne hai messo di tempo per rispondere. 

Io: Scusami. Come mai mi hai chiamato?

J: Avevo voglia di sentire la tua voce. - Sorrido, arrossendo leggermente. - So che stai arrossendo. - Sgrano gli occhi. 

Io: N-No, ti sbagli. 

J: E so anche che in questo momento ti stai guardando intorno. - Rimango sorpresa dalle sue parole. 

Io: Come diamine fai a saperlo? 

J: Girati.* - Mi volto e lo trovo davanti alla mia finestra, sul balcone. Attacco la chiamata e lo stesso fa lui. Mi alzo dal letto, incontrando il suo sguardo al di fuori del vetro. Sorrido, avvicinandomi piano. Posa una mano sul vetro, senza distogliere lo sguardo dal mio. Compio lo stesso gesto posando la mia di mano alla stessa altezza della sua. Sorride dolcemente. Lo vedo avvicinarsi al grande vetro ed emana, successivamente, con la bocca un po' di calore su di esso disegnando con un dito un perfetto cuore. Abbasso lo sguardo, sorridendo felice. È maledettamente dolce. Giro la maniglia d'argento e apro la finestra. Ammiro tutta la sua bellezza mentre il mio cuore inizia a fare capriole per lo spettacolo che si presenta davanti ai miei occhi. Indossa un paio di supra bianche, maglietta del medesimo colore, pantaloni neri, e un giacchetto nero. I capelli, tirati su in una perfetta cresta mostrano ancora le poche ferite rimaste sul suo volto. Lo abbraccio di scatto, respirando a fondo il suo buonissimo profumo. 

Io: Ciao. - Dico baciandogli piano il collo. 

J: Ciao. - Dice trattenendo un sospiro a quel gesto. Alzo lo sguardo verso di lui, incontrando i suoi splendidi occhi. Mi accarezza una guancia, esaminando ogni centimetro del mio viso. - Sei bellissima. - Dice all'improvviso, cogliendomi di sorpresa. Sento le guance andarmi a fuoco e lo nota, sorridendo divertito. Mi bacia la fronte stringendomi ancora tra le sue braccia. 

Io: Vieni. - Dico afferrando la sua mano e trascinandolo all'interno della mia stanza. - Come sei riuscito ad arrampicarti? 

J: Con la mia ragnatela, dolcezza. - Dice scherzandoci sopra. Alzo gli occhi al cielo, sorridendo. - Sei sola? 

Io: No, mia madre e Taylor sono al piano di sotto. - Fa una smorfia con la bocca. Alzo un sopracciglio, guardandolo. - Peccato, avrei voluto divertirmi un po'. - Abbasso lo sguardo mentre lui si siede sul letto. 

Io: A-Ah si? E come avresti voluto divertirti? 

J: Non posso svelarti i miei giochini sexy. - Mi mordo il dentro guancia, torturandomi le mani dal nervoso. Io: Non si può fare proprio niente niente? - Ma che cazzo sto dicendo? Lo sento sghignazzare divertito. 

J: Forse si, una cosa possiamo farla. - Alzo lo sguardo sorpresa verso di lui, fremendo a quelle parole. Mi fa segno con il dito di avvicinarmi e lo faccio senza esitare. Mi piazzo davanti a lui, guardandolo dal basso. Mi esamina con attenzione, posando gli occhi su ogni parte del mio corpo, anche sulla più nascosta. Avvampo per l'imbarazzo. Le sue mani si posano sui miei fianchi, alzando lentamente la mia maglietta fino sopra all'ombelico. Accarezza con i pollici la mia pelle mentre le sue labbra arrivano a baciare il mio ventre. Sussulto appena quando sento la sua lingua disegnare dei piccoli cerchi intorno al mio ombelico. Chiudo gli occhi, che sensazione divina. Mi mordo il labbro, affondando le mani nei suoi capelli. Geme sulla mia pelle. 

J: Oh Amber... - Dice sospirando contro la mia pancia. Alza lo sguardo verso di me e mi afferra, con una mossa veloce e spontanea, entrambi i glutei. Mi divarica piano le gambe adagiandomi, in seguito, sulle sue. - Sei così bella. - Dice con voce roca contro il mio orecchio. 

Io: Non mentire. - Dico tirando piano i suoi capelli. 

J: Non lo sto facendo. - Dice prima di baciarmi il collo con voracità. Succhia ogni tratto della mia pelle, rendendomi sempre più debole alla sua angosciante tortura. 

Io: D-Dovresti calmarti, ti ricordo che non siamo soli. - Sussurro a denti stretti. 

J: Non posso calmarmi, sei tu che mi fai quest'effetto.

PARTE JUSTIN 

Continuo a baciargli, in modo avido, il collo affondando i denti nella sua morbida e vellutata pelle. Mi faceva impazzire, in ogni istante, in ogni attimo, in ogni momento. E adoravo impazzire quando si trattava di lei, solo di lei. Struscio il labbro contro il suo collo, risalendo verso le sue labbra. Le fisso con insistenza, mentre sento i suoi occhi puntati su di me. Li alzo di scatto, ritrovandomi ad affogare in un totale oceano. Quegli occhi color celeste non smettevano di fissare i miei ed era bello, talmente bello da non voler mai smettere, da voler continuare in eterno a guardarli. Solo in quel momento capì che era bellissimo stare in sua compagnia, e che avevo bisogno di frequentarla ancora. Non soltanto quel pomeriggio, ma anche l'indomani e il giorno dopo ancora. Tutto in lei, dalla sua calda risata alla sua intelligenza, senza tralasciare la sua bellezza e la sua infinita dolcezza mi appariva piacevole e desiderabile. All'improvviso compresi quanto fossi stato solo fino a quel momento. Quando i nostri occhi si incontrarono di nuovo scattò qualcosa. Non sono un tipo romantico e che pur avendo sentito parlare dell'amore a prima vista non ci ho mai creduto. Ciò nonostante, in quel momento accadde qualcosa di innegabilmente vero... ed io rimasi li, imbambolato a fissarla. Amavo farlo, in qualunque circostanza. Era il mio passatempo preferito. 

Io: Sei l'unica persona che conta, ora e per sempre. - Sorride dolcemente, accarezzandomi una guancia. Con una mossa veloce, cancellai le distanze tra le nostre labbra e la baciai con passione, quasi in modo brusco. Le succhiai le labbra più volte, assaporando ogni centimetro di lei. Non avevo mai provato con nessuna ragazza niente di tutto questo. Era estremamente nuovo per me vivere ogni cosa nella più totale precisione. Ma con lei riuscivo a farlo senza alcun problema. La baciai ancora per molto fin quando non ci staccammo lentamente. 

A: Grazie. - Sussurra con poca voce. 

Io: Per cosa? 

A: Per essere qui.

Our love suicideWhere stories live. Discover now