CAPITOLO 84. Vuoi che me ne vada?

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PARTE MIA

DUE GIORNO DOPO
J: Dobbiamo parlare. -Disse afferrando la mia mano e conducendomi verso il divano di casa sua.
Io: Che succede? - Ci sedemmo entrami, guardandoci negli occhi.
J: Devo dirti una cosa. - Corrugai la fronte - Una cosa che sicuramente non ti farà piacere sentir dire. Una cosa che sto cercando di nascondere da un po' di giorni, ma sto davvero scoppiando... - Abbassò il capo, mordendosi il dentro guancia. Che gli prendeva?
Io: Mi dici che succede, per favore? Parla Justin. - Lo richiamai seria.
J: Ricordi Jason? - Annuì ovvia - Ho dovuto sbrigare una faccenda per il suo conto.
Io: Continua. - Sospirò, alzando gli occhi al cielo.
J: Ho dovuto incontrare un tizio, un tizio che doveva consegnare dei soldi a Jason.
Io: Quanti soldi, Justin? - Ci mise un po' per rispondere, e questo accrebbe solo maggiormente la mia preoccupazione.
J: Tre mila dollari. - Rimasi stupita dalla somma. Chi avrebbe mai potuto trovare tre mila dollari senza rubarli? - Amber, io non volevo, non volevo affatto farlo ma sono stato costretto. Quel figlio di puttana non aveva un solo spicciolo, e non ho potuto fare altrimenti. - Riflettei sulle sue parole, pensando ad una possibile rissa. Ma mi resi conto che le cose erano ben peggiori. Sgranai gli occhi, mentre la bocca mi si schiuse lentamente. I suoi occhi mi esaminavano a fondo e provai un grande imbarazzo quando la sua mano afferrò di colpo la mia. No, non era possibile. Non ancora.
Io: Lo hai ucciso... - Domandai con poco fiato in gola.
J: Non volevo farlo, Amber. - Mi allontanai di colpo, alzandomi dal divano. E indietreggiai verso le scale, mentre si avvicinava lentamente a me - Per favore, non scappare da me. - Una lacrima cadde a terra, immobile, fredda, priva di sentimento. E mi accorsi che ero innamorata di un assassino. Una persona che aveva ucciso e che poteva continuare ad uccidere senza intenzione di fermarsi.
Io: Lo hai ucciso... - Ripetei impaurita.
J: Non sarebbe accaduto se quell'idiota avesse portato i soldi.
Io: Lo hai ucciso, porca puttana! - Urlai con tutto il fiato che possedevo - Sei un mostro. - Portai una mano davanti alla bocca, mentre sentì il cuore aumentare i battiti in un modo impressionante. Forse per paura, forse per dolore, forse per angoscia - Cosa stai diventando, Justin? - Abbassò il capo, sospirando. Avevo paura. Avevo paura della stessa persona che amavo più della mia stessa vita. Di quella persona che si trovava proprio davanti a me, immobile, lasciando che il silenzio ci circondasse. Si avvicinò, guardandomi a fondo negli occhi. La sua fronte combaciò perfettamente con la mia, mentre le sue mani cercavano di intrecciarsi alle mie.
J: Ti prego Amber, non aver paura di me. - Singhiozzai, mentre alcune lacrime rigavano le mie guance - Non voglio tutto questo e sai perfettamente che non lo avrei mai fatto. Ma ho bisogno anch'io di soldi. - Abbassai il capo, tirando su con il naso - Ho bisogno anch'io di vivere. Ma tu, tu Amber non puoi lasciarmi.
Io: Credo di non potercela fare. - Corrugò la fronte, allontanandosi di poco da me.
J: Come?
Io: Non so se c'è la farò a restare. - Lo guardai seria negli occhi, mentre vidi le sue iridi dilatarsi.
J: No, nonono. - Afferrò entrambe le mie mani, mentre i suoi occhi mi scavavano nel profondo - Me lo hai promesso, hai promesso che saresti sempre restata qualunque cosa fosse accaduta.
Io: Non credo di riuscirci, Justin. - Abbassai il capo - Non credo di poter sopportare il fatto di vivere con un assassino. Non credo di poter sopportare il fatto di essermi innamorata di uno spacciatore. Non credo di poter sopportare il fatto di andare avanti con tutto quello che stai vivendo, sarà difficile anche per me. - Irrigidì la mascella, distogliendo lo sguardo dal mio - Non voglio avere una vita così. Non voglio vivere con la paura che ogni giorno ti possa accadere qualcosa. Non voglio andare avanti così. Mi dispiace Justin, ma non ce la faccio. - Salì le scale, dirigendomi nella sua stanza. Afferrai le mie scarpe e le indossai velocemente. Un tonfo sordo mi fece sobbalzare. Mi voltai verso la porta notando Justin guardarmi con sguardo freddo. Pugni stretti, labbra serrate in una linea dura e respiro pesante, niente di tutto questo era un buon segno. Notai la porta chiusa alla sue spalle.
J: Mi stai lasciando, Amber? Di nuovo, porca puttana? - Mi alzai, sospirando.
Io: Sei stato tu a lasciarmi la prima volta, non io! - Abbassò il capo - Non ho detto questo.
J: Ma stai cercando di farmelo capire. - Lo guardia negli occhi, con serietà e rancore.
Io: Smettila, smettila di mettermi in bocca cose che non ho mai detto. - Mi incamminai verso la porta ma venni bloccata dal suo braccio.
J: Dove credi di andare?
Io: A casa. Lasciami. - Dissi retorica. Aumentò la presa intorno ai miei fianchi, facendomi gemere appena - Mi stai facendo male, lasciami ho detto.
J: No.
Io: Porca puttana, lasciami Justin! - Lo sbattei contro la parete, mentre sul suo viso si presentò un espressione mista tra il dolore e la rabbia - Cosa vuoi ancora, eh? Non ti è bastato scoparmi di nuovo?
J: Non parlare come se non me ne fregasse un cazzo di te. - La sua voce calma era tremendamente irritante. Mi allontanai, senza rompere il contatto visivo con i suoi occhi.
Io: Mi dispiace, non volevo. - Abbassai il capo, sospirando rumorosamente. Cosa stava accadendo? Possibile che dovevamo di nuovo litigare? Perché doveva proprio uccidere quel ragazzo? E io? Volevo davvero andarmene di nuovo? Trattenni le lacrime prepotenti, che avrebbero potuto inondarmi il volto da un secondo all'altro. Non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo verso di lui, poiché tutto quello che ci eravamo detti fino a quel momento non era affatto una cosa da poco. Sapevo che mi stava osservando, sapevo che non aveva mai smesso di farlo e ne ebbi la piena conferma quando incrociai i suoi occhi.
J: Perché? - Disse con voce affranta - Perché vuoi andartene?
Io: Perché mi fa schifo vivere circondata da tutto questo. Non voglio così il mio futuro, Justin. Non è quello che ho sognato per me, e per te. Voglio una vita normale, vivendola con un ragazzo normale che faccia cose altrettanto normali. Ma quello che fai tu, non lo è nemmeno un pò. - Abbassò il capo, mentre sentivo gli occhi bruciarmi - Non è questo che vuoi per il tuo futuro, io lo so e non puoi mentire con me. - Strinse i pugni, non sapendo cosa dire - Io ti amo Justin, ti amo con tutta me stessa. Ma tu? Tu riuscirai a farlo? Riuscirai a non pensare a quello schifo almeno quando sei con me? Ci riuscirai? - Non rispose, non si oppose ne confermò l'evidenza.
J: Nessuno può capirmi. - E mi resi conto che era vero. Io non lo avevo mai capito nel verso giusto. Non lo avevo mai capito fino in fondo. Non lo avevo mai capito perché era lui ad impedirmi di entrare a far parte della sua vita. Ma doveva fidarsi, doveva farlo davvero. Perché io ci sarei sempre stata per lui.
Io: Nessuno ti capisce meglio di te stesso, ma se qualcuno cerca di farlo è perché ti ama. E io ti amo Justin, malgrado tutto. - Mi avvicinai a lui, posando entrambe le mani sulle sue spalle. Con il capo basso mi impediva di leggere attraverso i suoi occhi, e avevo seriamente bisogno di farlo - Mi sono innamorata di te. Non so come. Non so perché. L'ho solo fatto. - Gli sussurrai - Ho scelto te nonostante tutto e tutti. Ho scelto te perché volevo solo te. E sceglierei sempre e solo te, anche tra mille anni.
J: Davvero? - Disse guardandomi negli occhi.
Io: Davvero. - Risposi affogando in quelle pozze dorate.
J: Resta, resta con me. Ti prego. - La sua mano accarezzò il mio collo, spingendo lentamente il mio volto verso il suo.
Io: Voglio farlo. Ma non mi abbandonerai, vero? - Finisce sempre così. Quando sei troppo felice, quando non dormi la notte, quando sogni ad occhi aperti, quando cammini sotto al sole e piangi perché non credi che tutto questo stia succedendo proprio a te. Finisce sempre così. Non si tratta di sfortuna, di tempi sbagliati, di destino. Siamo fatti per essere felici, ma non ne siamo capaci - Non mi abbandonerai, vero? - è una domanda che non bisogna mai fare, perché la risposta fa male. Un "si" ti farebbe piangere al momento. Ma un "non ti abbandonerò" ti farà stare molto peggio, poi. Non sappiamo restare. Sappiamo solo piangere. Lo guardai a fondo negli occhi, mentre le lacrime erano pronte per compiere il loro monotono lavoro - Non mi abbandonerai, vero? - Dissi ancora con la voce smorzata. Perché cazzo non rispondeva? Perché mi guardava immobile senza reagire? Rimase in silenzio. E per una persona fragile come me, che ha sofferto abbastanza, un silenzio è un pugnale nello stomaco.
PARTE JUSTIN
Mi sentivo una tale e colossale merda. Non ero in grado di darle una risposta ma lo volevo, eccome se lo volevo. Non avrei mai voluto separarmi ancora da lei. Ero un errore. Un fottuto errore. Non riuscivo nemmeno a cambiare per la ragazza che amavo. Non riuscivo a far stare bene nessuno. Fissai a fondo i suoi meravigliosi occhi e mi resi conto che avrebbe potuto scoppiare in un pianto sonoro da un momento all'altro. E, malgrado si trovasse davanti a me, sentivo la sua mancanza. I suoi occhi erano così belli in quel momento. I lunghi capelli le ricadevano morbidi sulle spalle e lungo la schiena. E quelle incantevoli labbra schiuse mi fecero impazzire. Afferrai il suo mento tra l'indice e il pollice ed iniziai a lambire il suo labbro inferiore di piccoli e ripetuti baci. Il giorno che ci eravamo incontrati per la prima volta in quella discoteca il mio scopo era solo uno, portarmela a casa e scoparla senza pietà. Dopo qualche giorno le cose erano iniziate a cambiare e aveva cominciato a piacermi la sua presenza. Anche se faceva la stronza con me, mi faceva morire. Il suo carattere forte era la parte migliore di lei, oltre al suo aspetto. Era il tipo di persona di cui avevo bisogno. Avevo essenzialmente bisogno della sua presenza nella mia vita. Rimase immobile a fissarmi mentre scrutavo attentamente ogni tratto del suo viso. Amavo il suo profumo.
A: Vuoi che me ne vada? Vuoi davvero questo? - Fissai i suoi occhi lucidi e spalancai gli occhi.
J: No. - Sussurrai.
A: Allora cosa vuoi? - Disse - Vuoi che resto? - Scossi la testa, fissando i suoi occhi.
J: No. - Abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore - Vuoi sapere cosa voglio? - Alzò il capo verso di me, mentre notai una lacrima rigare la sua guancia. Rimase in silenzio, mentre i suoi occhi fissavano i miei. Avvolsi un braccio intorno alla sua vita, facendo premere il mio petto contro il suo. - Voglio te. - E la baciai, la baciai con tutta la passione che possedevo nel corpo. La baciai con tutta l'anima e con tutto il cuore. La baciai, pieno di bisogno. Un bisogno incontrollabile, che solo lei poteva colmare. La feci indietreggiare, mentre presi ad accarezzargli la schiena al di sotto della camicetta.
A: Justin... - Gemette. La feci distendere sul letto e mi adagiai lentamente su di lei. Sorretto con le braccia, vedendola dall'alto, riuscivo ad ammirare ogni tratto del suo incantevole viso. Era maledettamente bella. Mi chinai verso di lei, baciandole ripetutamente le labbra. Sorrise appena, mentre scesi a lambirle il collo di leggeri e umidi baci - Ho solo paura. - Disse di punto in bianco. Alzai lo sguardo verso di lei, mentre penetravo a fondo i miei occhi nei suoi. Afferrò tra le mani la collana che portavo al collo e spinse il mio viso vicino al suo.
Io: Di cosa? - Sussurrai fissando le sue labbra.
A: Di perderti ancora. - La guardai a fondo e potei leggere attraverso quelle pozze azzurre il terrore che aveva. Deglutì rumorosamente, mentre le sorrisi appena.
Io: Non mi hai mai perso. - Ed era vero, era assolutamente vero. Nonostante fossimo stati per tanto tempo distanti io non avevo mai smesso di amarla, e nemmeno lei. Non sarebbe accaduto ancora. Non avrei permesso a nessuno di portarmela via. L'avrei protetta e difesa anche a costo della vita ma mai, mai avrei permesso che le fosse fatto del male.


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