CAPITOLO 51. Non voglio farti soffrire.

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PARTE MIA
"Perché mi innamoro sempre delle persone sbagliate?" Ero uno sbaglio, un enorme sbaglio per lui. Davvero? Abbasso lo sguardo, sospirando. Niente di più brutto, niente di più doloroso, niente di peggiore poteva uscire dalle sue labbra. Chiudo gli occhi, cercando di non piangere. Che cazzo avrebbe aggiustato piangere? Le mie povere lacrime non avrebbero di certo fatto creare una macchina del tempo impedendomi di venire qui.
Io: Hai ragione, sono un enorme sbaglio Justin. - Dico alzandomi. I suoi occhi mi guardano con insistenza, con troppa insistenza.
J: Amber...
Io: Lascia stare, ti prego. - Sussurro interrompendolo. Mi incammino verso l'entrata della scuola, mentre un velo di tristezza mi divora piano, trascinandomi in una profonda e lenta agonia. La sua possente stretta mi circonda il polso, impedendomi di proseguire.
J: Amber...
Io: Ho detto lasciami! Lasciami, maledizione! - Dico colpendo più volte il suo petto con continui pugni. Poco dopo, le lacrime scesero lente costringendomi ad aumentare la potenza di quei deboli colpi. Le sue mani afferrano di colpo le mie, stringendole forte, intrecciandole alle sue. Lo guardo dall'alto, abbandonandomi a quel dolce contatto. Il suo viso a pochi centimetri di distanza dal mio, il suo respiro che mi invadeva l'anima e quelle splendidi iridi che mi fissavano con insistenza facevano del mio corpo e della mia mente un debole e fragile essere.
J: Amber... - Sussurra di nuovo - Tu non sei affatto un errore, non lo sarai mai.
Io: è quello che hai detto tu! - Dico urlando.
J: Ma non è quello che sento qui. - Dice toccandosi il petto all'altezza del cuore. Abbasso lo sguardo - Odio il modo in cui ti amo. Guardarti per i corridoi della scuola senza poter fare nulla mi distrugge, riesci a capirlo? Sto letteralmente impazzendo, ma sono anche cosciente del fatto che tutto questo è colpa mia. - Afferra il mio mento tra l'indice e il pollice, costringendomi a guardarlo negli occhi - Io non ti avrei mai lasciata, mai.
Io: Allora perché lo hai fatto... - Dico piangendo. Le parole mi muoiono in gola, non avevo più forze, nemmeno per guardarlo negli occhi. Ero stanca, maledettamente stanca... di tutto, e di lui.
J: L'ho fatto per proteggerti Amber, l'ho fatto solo per questo. - Corrugo la fronte, cercando di capire le sue parole.
Io: Per proteggermi? Per proteggermi da cosa?
J: Dio Amber, da me. Da me! - Dice urlando. Lo guardo pietrificata, deglutendo successivamente - Sto diventando un qualcosa di pericoloso per gli altri ma, soprattutto, per te. Devo starti lontano ma per quanto mi sforzi a farlo io... io sto impazzendo. - Le iridi dei suoi occhi si dilatano lentamente, sotto il mio sguardo spaventato - Sto facendo tutto questo solo per te, ma se non hai intenzione di capirlo... non è un mio problema. - Si allontana da me ma, prima che possa farlo definitivamente, afferro saldamente la sua mano. Si blocca di scatto e lo sento tremare lentamente. Il suo respiro torna ad essere regolare, poco a poco. Mi avvicino, affondando la mia faccia nella sua schiena. Lo stringo a me, impedendogli di compiere qualsiasi movimento. Circondo il suo bacino con le braccia, abbracciandolo da dietro. Rimane spiazzato dal mio gesto, e lo sento irrigidirsi di colpo.
Io: Perché Justin? Perché mi fai soffrire?
J: Perché ti amo Amber, perché non sono riuscito minimamente a dimenticarti. - Mi stacco di colpo, indietreggiando. Si volta verso di me, guardandomi negli occhi.
Io: No, non mi ami! Chi ama vuole la felicità, non il dolore! - Le lacrime iniziarono a scendere lentamente, bagnandomi le guance con voracità.
J: Chi ama vuole solo l'amore, anche a costo del dolore.
Io: Mi fai soffrire apposta allora. - Abbassa il capo, sospirando.
J: Non voglio farti soffrire Amber.
Io: Ma lo stai facendo. - Dico dandogli le spalle.
J: Perdonami. - Sussurra.
Io: Lo hai già detto una volta. - Asciugo in fretta le lacrime con il dorso della maglietta - Perdonare non basta, non basterà mai. Ho chiuso con tutto, ho chiuso con te... definitivamente.
UNA SETTIMANA DOPO
Il ballo di Natale è alle porte, ormai e con esso anche le vacanze natalizie. Manca una settimana a Natale e solo due giorni al ballo. Non ho idea di che vestito indossare al contrario di Taylor, ha già tutto pronto. Ma come diavolo fa quella ragazza ad avere sempre ogni cosa sotto controllo?
Io: Devi seriamente aiutarmi a trovare un vestito. - Sghignazza.
T: Come desidera, madame. - Alzo gli occhi al cielo, sorridendo.
Josh: Di che parlate? - Dice piombando all'improvviso alle mie spalle, avvolgendo un braccio intorno al mio collo.
Io: Non sono cose che ti riguardano, Parker. - Lo sento sbuffare, infastidito.
Josh: Pranziamo insieme oggi?
Io: Abbiamo mai fatto il contrario? - Dico alzando un sopracciglio.
Josh: Dio Amber! Devi sempre ribattere su tutto?
Io: è la mia natura. - Dico facendogli l'occhiolino.
Josh: Bella natura di merda, oh si. - Dice borbottando. Io e Taylor ci guardiamo, scoppiando a ridere - Smettetela, stupide!
Io: Tu sei da ricovero Parker.
Josh: Sai quanto odio essere chiamato per cognome.
Io: Lo fai anche tu con me. - Dico facendo spallucce.
T: Ha ragione. - Ridiamo ancora, sotto lo sguardo suicida di Josh.
Josh: Andiamo a mangiare, avanti. - Dice tirandoci per un braccio verso la mensa della scuola.
MEZZ'ORA DOPO
T: Ho sentito dire che Justin andrà al ballo con Corinne. - Dice addentando una patatina.
Io: Mmh? - Dico disinvolta aggiungendo della maionese al mio panino.
T: Già.
Io: Buon per loro, allora. - Addento il mio delizioso pranzo, sotto lo sguardo divertito dei miei due migliori amici.
Io: Che c'è? - Dico con la bocca piena.
Josh: Sei adorabile Collins.
Io: Lo so. - Dico sorridendo. Una stridula ed insopportabile voce attira la mia attenzione.
-Ehi Collins! Hai molta fame a quanto pare, eh? - Corinne, dannata Corinne - Che c'è? La tua mamma non ti dà da mangiare? Ah già, che sbadata. Non è in grado di mantenerti con il misero lavoro che fa. - Sgrano gli occhi, lasciando cadere il panino nel piatto. Stringo forte la mascella. Ok, questo è davvero troppo. Struscio la sedia a terra, provocando un rumore tonfo e pesante. Ogni studente presente si volta verso di noi, osservando con attenzione la scena. Mi giro verso di lei, fulminandola con lo sguardo.
Io: Prova a ripetere quello che hai detto, puttanella.
C: Oh, il coraggio non mi manca affatto. Sai? - Stringo i pugni - Ti ho fatto arrabbiare, Collins? - Sghignazza divertita, e non può mai mancare chi la segue a ruota. Pezzi di merda.
Io: Non permetterti mai più di nominare mai madre, non sai niente di lei. - Dico seria. Il silenzio che regnava in quella stanza era impressionante. Tutti, e dico tutti, erano impegnati ad osservarci, compreso quel coglione di Justin che se ne stava seduto qualche metro più lontano da noi.
C: Oh, non mi permetterei mai di nominare la tua povera madre... sgualdrina. - La rabbia che provavo in quel momento non era paragonabile a niente. Non ci vidi più e, con una mossa veloce, mi catapultai su di lei. Josh, Taylor e perfino Justin scattarono in piedi. Continuai a tirare i capelli a quell'animale che si lamentava e che si contorceva sotto di me, cercando di liberarsi dalla mia presa.
C: Lasciami, lasciami stare! - Dice urlando.
Io: Nessuno arriverà mai in tuo soccorso, nessuno... nemmeno il tuo caro Justin. - L'afferrai per le spalle, facendole sbattere la schiena più volte sul pavimento - Non permetterti mai più di nominare mia madre, mai più! - Urlavo, urlavo talmente forte da non sembrare io, mentre le lacrime iniziarono a scendere per la rabbia. Il vociferare degli studenti mi fece rendere conto che stavo esagerando, forse troppo. Una forte presa mi strinse gli avanbracci, facendomi allontanare da Corinne.
Io: Lasciami, lasciami! - Cercavo di dimenarmi in ogni modo possibile. Ma quella stretta, che poteva solo appartenere ad una persona, mi teneva bloccata impedendomi di muovermi.
J: Amber, Amber basta! - Dice voltandomi verso di lui.
Io: Lasciami stare, stronzo! - Lo spintonai, forse troppo forte perché indietreggiò sbattendo il fianco destro contro un tavolo. Il respiro pesante, gli occhi ancora colmi di rabbia e di lacrime, e la voglia di uccidere tutti mi rendevano un mostro davanti a centinai di occhi puntati tutti ed esclusivamente su di me - Smettila di intrometterti ogni volta. Smettila di intrometterti nella mia vita! - Avanzo di un passo verso di lui - Tu non sai un cazzo, ne di questa storia ne di me. Vai a farti fottere, brutto bastardo! - Lo spintonai ancora e ancora mentre il tavolo alle sue spalle si spostava, lentamente, ad ogni colpo. I suoi occhi mi osservavano con attenzione, esaminandomi. Cosa cazzo stavo facendo? Cosa cazzo mi era passato per la mente? E perché continuavo a reagire in quel mondo? Mi allontanai di colpo, afferrando velocemente lo zaino da terra. Il mio sguardo era fisso nel suo, come una calamita. Mi guardava con disprezzo, con disgusto, con paura e cosa più peggiore... con odio. Deglutisco pesantemente, abbassando il capo. Una lacrima cadde a terra e, in breve tempo, mi ritrovai a piangere davanti a tutta la scuola. Davvero una mossa azzardata Amber, complimenti. Odiavo tutti in quel momento ma, principalmente, odiavo me stessa per aver creato in soli dieci minuti un personaggio e una fama decisamene negativa verso la mia persona. Corsi via da quel luogo, evitando di incrociare gli occhi di chiunque.
J: Amber, Amber fermati! - Fu l'ultimo suono che riuscì ad ascoltare, prima di scappare via... per sempre.

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Hey bellissimi lettori che mi piacete parecchio✨
Tutto bene? A me si dai.
C'è una novità.. Tatatata. Pubblicherò un capitolo ogni giorno...però vi chiedo di essere attive e di dirmi cosa ne pensate.
Detto questo, buona lettura belle mie.👋✨

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