CAPITOLO 29. Ti proteggerò sempre.

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Sento il suo sguardo su di me ma non ce la faccio proprio a guardarla.

M: Tesoro? Qualcosa non va?

Io: Oh nono mamma, è tutto ok, davvero. - Dico rassicurandola con un sorriso. 

M: D'accordo. Torniamo dentro?

Io: Ehm... Io rimango un altro po' qui, se non ti dispiace.

M: Va bene. Buonanotte tesoro. - Dice stampandomi un dolce bacio sulla forte. 

Io: Buonanotte mamma. - Dico ricambiando il saluto con un sorriso. La vedo entrare dentro, socchiudendo la finestra alle sue spalle. E così lo ha visto. Avrei voluto parlare di qualsiasi cosa con lei ma mai arrivare all'argomento Justin. Non mi serve parlare di lui, non mi serve affatto. Che palle... Non vedo l'ora di andarmene. Alzo lo sguardo al cielo. Miriadi di stelle lo circondano ricoprendolo di un manto di diamanti. Ricordo ancora che quando ero bambina il mio sogno era quello di andare sullo spazio. Dio, immaginavo ogni cosa e disegnavo delle enormi astronavi che poi avrei costruito io stessa con le mie stesse mani una volta diventata grande. Sorrido al pensiero. Sono sempre stata attratta da tutto questo: dalle stelle, dai pianeti... Da bambina era la mia passione più grande. Mentre ora, un presuntuoso ragazzo, montato ed eco centrico lo sta diventando. Maledizione. Abbasso lo sguardo, sospirando. "Smettila Amber, smettila di penare a lui." Mi rimprovera la mente. "Non dargli retta Amber, sappiamo entrambi che non è quello che vuoi." Dice il cuore. Ha chi dare ascolto? Sbuffo rumorosamente. Finisco di bere la mia tisana calda mentre la notte continua a calare. Mi alzo dalla sedia, incamminandomi verso la porta di casa. Mia madre presumo stia dormendo, le luci della sua stanza sono spente. Inserisco la chiave all'interno della serratura ma i miei movimenti vengono bloccati da qualcuno chiamare il mio nome. Alzo di colpo lo sguardo, deglutendo pesantemente. La mia mano scivola lungo la chiave, il mio sguardo è fisso sulla grande porta di legno davanti a me. 

-Amber... - Di nuovo quella voce, di nuovo quei brividi invadono il mio corpo. Mi volto lentamente mentre sento il cuore salirmi in gola. 

Io: Justin... - Sussurro piano. I nostri sguardi si incontrano e una fitta al cuore si fa sentire. Lo guardo incantata mentre tutto dentro di me fa a botte. I capelli arruffati, forse a causa della corsa appena fatta, gli occhi stanchi ma comunque bellissimi, le labbra socchiuse e rosse... E quel viso, quel meraviglioso viso triste e spendo, proprio cm il suo sguardo. Un giacchetto nero, una maglietta bianca, un paio di jeans e delle scarpe da ginnastica sono tutto quello che indossa. Le mani nelle tasche dei pantaloni evitano di far vedere i suoi pugni stretti. Sento il cuore perdere una battito a quella vista mozzafiato. Abbasso di colpo lo sguardo, sentendo le guance andarmi a fuoco - Che ci fai qui? - Sussurro poco dopo. 

J: Sono venuto a parlare... a parlare con te, Amber. 

Io: Non credo sia il caso. È quasi mezzanotte e ho molto sonno. Ne parleremo domani. - Faccio per rientrare ma vengo interrotta dalla sua voce.

J: Non ci sarà un domani. - Vengo paralizzata dalla sua risposta e mi costringe a voltarmi verso di lui.

Io: C-Come? - Abbassa il capo, sotto il mio sguardo vigile - Justin, che intendevi dire con quella frase? - Dico avvicinandomi di poco. - Justin? Per favore, parla.

J: Domani... Ho un incontro con una persona.

Io: Chi? Con chi Justin? - Dico guardandolo preoccupata. 

J: Lui... Lui è un tizio con il quale ho avuto vari scontri in passato. 

Io: Scontri? Che genere di scontri? - Evita di incontrare il mio sguardo e questo non fa altro che aumentare la mia paura. Mi avvicino a lui e poso entrambi le mani sulle sue guance. Gli alzo il viso verso di me e noto il suoi occhi rossi. Corrugo la fronte. - Che genere di scontri Justin?

Our love suicideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora