CAPITOLO 5. Il mio problema sei tu.

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UNA SETTIMANDA DOPO

PARTE JUSTIN

Mi trovo qui, in una delle tante stanze di quest'enorme discoteca, e ho appena finito di fottere una bella biondina. Mi alzo dal letto, infilandomi i boxer. Termino di vestirmi e, prima di uscire, rivolgo un ultimo sguardo alla ragazza distesa sul letto. Sta dormendo, meglio così. Esco dalla stanza, dirigendomi al piano di sotto. La musica si fa spazio nella mia testa accompagnata da un odore, troppo forte, di alcool. Cerco con lo sguardo Rayn e Chaz e, una volta trovati, li raggiungo. Mi siedo accanto a loro, su un divanetto abbastanza appartato. 

Chaz: Com'è andata? - Faccio spallucce.

Io: Come sempre, niente di speciale. - Annuisce, tornando a guardare la folla. 

PARTE MIA

Io: Taylor, per favore... possiamo andarcene? - Dico supplicandola. 

T: Oh avanti Amber, divertiti un pò. 

Io: Non mi piace questo posto. - Dico urlando al suo orecchio a causa della musica troppo alta. Alza gli occhi al cielo, sbuffando. 

T: D'accordo, vado a cercare Josh. - Si allontana. Mi guardo intorno, un posto decisamente non adatto ad una come me. Non sono una santarellina, questo è vero, ma non trovo motivo per restare. La mia attenzione viene attirata da un gruppo di ragazzi, disposti in cerchio, intorno a due persone, presumo. Incuriosita mi avvicino e mi blocco di colpo vedendo Josh fare a botte con... Bieber? Un ragazzo cerca, invano, di bloccare Justin dagli avanbracci, un altro Josh. 

Josh: Non ti azzardare mai più a dire una cosa simile, chiaro? - gli urla contro colpendolo, di nuovo, con un pugno in piena faccia. Di scatto, posai entrambe le mani davanti alla bocca guardando incredula Josh che mai, fino a quel momento, lo avevo visto in quello stato. 

J: E chi me lo impedisce, tu? - Ride sghembo, sputando sangue - Sai benissimo che non potrai, mai, metterti contro di me e se io voglio una cosa, alla fine... la ottengo sempre. 

Josh: Ti ammazzo, ti giuro che finisce male! - Cerca, in tutti i modi, di liberarsi dalla presa di un ragazzo divincolandosi come un pazzo. 

J: Peggio di così non potrebbe andare. - Lo guarda con disprezzo. Si aggiusta il ciuffo, spettinato, e fa per andarsene insieme ai suoi amici. 

Josh: Lei non ti vuole! Lei non vorrà mai avere, al suo fianco, un pezzo di merda come te! - Posai, istintivamente, lo sguardo su Justin che si bloccò di scatto a quelle parole - Non l'avrai mai, mai! - Pregavo mentalmente Dio di far smettere Josh di parlare o qui, le cose, sarebbero davvero peggiorate. Justin si girò e, dal suo sguardo, potei notare solo odio, un odio sconfinato verso Josh. Strinse forte i pugni, per rabbia, e irrigidì la mascella. Con passo svelto, si scaraventa, per l'ennesima volta, su Josh. Lo butta a terra colpendolo più volte sul viso con forti pugni per poi bloccarlo posando un piede sul suo torace. 

J: Stammi bene a sentire, razza di idiota. Non sei di certo tu a dirmi cosa devo o non devo fare. Non sei di certo tu a decidere per me, tantomeno per lei. - Si china per arrivare alla sua altezza - La tua amichetta si divertirà molto con me, ne sono sicuro. E non devi preoccuparti per questo, la tratterò come si deve. - Sorride maliziosamente.

Josh: Sei un bastardo, uno schifoso bastardo! - Urlava, urlava talmente forte da farmi paura. 

J: Non puoi fermarmi, nessuno può farlo. - Si alza, lasciandolo libero. Si volta nella mia direzione e, all'improvviso, i nostri sguardi si incrociarono. Abbassa lo sguardo, fissando le mie gambe scoperte. Potei notare che avevo, puntati addosso, gli occhi di tutti, forse coscienti di aver capito che ero proprio io la causa di tutto. Vidi Bieber inumidirsi le labbra con la lingua mentre sul suo volto apparve un sorriso compiaciuto. Lentamente, tornò a guardarmi negli occhi, questa volta con più serietà. Si dilegua, senza pronunciare parole seguito, a ruota, dai suoi amichetti. Lo guardo andare via mentre tutti si spostano per lasciare libero il passaggio, come se stesse passando Dio in terra. Mi avvicino a Josh, non badando ad alcuni sguardi, ancora, fissi su di me. Lo aiuto ad alzarsi, facendolo appoggiare a me, mentre mi guarda con sguardo innocente. 

Josh: V-Vuole te, s-solo te. - Lo guardo negli occhi e noto un velo di dispiacere crearsi su di essi. Sospiro.

20 MINUTI DOPO

Esco fuori dal locale sperando che Bieber ancora non se ne sia andato. Mi guardo intorno e lo vedo seduto, su una panchina insieme ai suoi amici, impegnato a tamponarsi il labbro ancora ricoperto di sangue. Stringo i pugni, incamminandomi verso di loro. Una volta arrivata mi piazzo davanti a Bieber. Alza lo sguardo verso di me.

J: Sei venuta a cercarmi. - Dice con un sorriso da ebete stampato in viso. 

Io: Sono venuta a mandarti a fanculo! - Alzo la voce. Con la coda nell'occhio, noto i suoi amici allontanarsi, capendo di essere di troppo in tutta questa storia. 

J: Oh avanti, che vuoi che sia. Non gli ho fatto poi così male. 

Io: Tu dici? - Alza gli occhi al cielo, sbuffando - Non sbuffare quando ti parlo! - Urlo. 

J: Ehi ehi ehi, piccola... rilassati. - Dice alzandosi. Solo ora, grazie alla luce del lampione, riesco a notare il suo viso mal ridotto. "MA COMUNQUE PERFETTO." Dice, sognante, la mia dea interiore. Sospiro, cercando di mantenere la calma. Lo guardo dall'alto, stringendo la mascella - Qual'è il tuo problema, eh? - Dice accarezzandomi, lentamente, un braccio. Un brivido percorre, velocemente, la mia schiena. Mi scanso bruscamente. 

Io: Il mio problema sei tu! - Dico esasperata - Non capisco, perchè ti comporti così? 

J: Perchè io sono così. 

Io: Bhè, hai un comportamento davvero pessimo. - Dico incrociando le braccia. 

J: Chi sei tu, eh? Mia madre, forse? Non puoi parlarmi in questo modo, nessuno può farlo. - Dice fronteggiandomi. 

Io: Perchè tu pensi di potermi trattare come vuoi? Te l'ho già detto, non sono il tuo giocattolo. - Faccio per andarmene ma mi sento afferrare il polso. Mi gira verso di lui, attaccando i nostri corpi. Esamina ogni centimetro del mio viso, soffermandosi, in fine, sulle mie labbra. 

J: Hai un bel caratterino, sai? 

Io: Non sei il primo a dirmelo, sai? - Sorride, alzando leggermente l'angolo della bocca. 

J: Esci con me. - Dice all'improvviso, cogliendomi di sorpresa. Alzo un sopracciglio, guardandolo male. 

Io: Io non esco con i puttanieri. - Lo guardo disgustata. 

J: Nemmeno io esco con le bambine viziate ma c'è sempre una prima volta per tutto. - Dice facendomi l'occhiolino. 

Io: Come osi chiamarmi bambina viziata? Qui, l'unico bambino viziato sei solo tu. Sono più matura di te, puoi giurarci. 

J: Oh si, ci credo. - Dice prendendomi in giro. Mi libero dalla sua presa, infastidita - Esci con me. 

Io: Ripeto: Non esco con i puttanieri. 

J: Perchè devi sempre fare la difficile? Non ti sto chiedendo niente, solo un'uscita tra amici, tutto qui.

Io: Da quando sei mio amico? - Sospira.

J: Potresti evitare di ribattere su tutto quello che dico? 

Io: No, mi dispiace. Penso di non riuscirci. - Si siede sulla panchina estraendo dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette. Ne accende una, portandola alla bocca. 

J: Voglio solo conoscerti meglio. - Dice buttando fuori il fumo.

Io: Per me non è lo stesso, non mi interessa conoscerti tantomeno uscire con te. 

J: Ma lo hai già fatto. - Cavolo, è vero - Cosa ti costa concedermi un'altra uscita? - "AVANTI AMBER, ACCETTA QUESTA MALEDETTA USCITA. MA NON VEDI CHE TI STA IMPLORANDO?" Ma cosa cazzo dici, dannata dea interiore? Non so nemmeno perchè mi trovo ad ascoltarlo. "ACCETTA, ACCETTA, ACCETTA, ACCETTA, ACCETTA..." Ripete incessante. Sospiro. 

Io: Solo ad una condizione. - Mi guarda stupito. Annuisce - Dopo quest'uscita... dovrai lasciarmi in pace, completamente. - Mi guarda a bocca aperta. 

J: Non puoi chiedermi una cosa simile. - Dice incredulo.

Io: Ci si vede Bieber. - Dico incamminandomi verso l'entrata della discoteca. 

J: E va bene, va bene. - Urla per farsi sentire. Sorrido fiera. 

Io: Domani alle 16.30. Ok? - Dico voltandomi verso di lui.

J: A domani. - Sussurra.

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