CAPITOLO 106. Fiducia o gelosia?

987 76 10
                                    

Al suono della campanella mi precipitai fuori sul cortile. Centinaia di studenti si dirigevano verso l'uscita della scuola. Accompagnata da Josh raggiunsi il parcheggio della scuola, cercando con lo sguardo Justin.

Josh: Sei sicura di non volere un passaggio?

Io: Ti ringrazio Josh ma... - Mi sporsi sulle punte per osservare meglio - Sto cercando Justin.

Josh: Io credo di averlo trovato. - Parlò con voce calma. Mi voltai verso di lui, puntando gli occhi nella sua stessa direzione. Vidi Justin appoggiato contro la sua macchina parlare tranquillamente con Corinne. Deglutì. Ancora lei? - Non pensi che ci stia un po' troppo provando? - "Se lo penso Josh?! Mi chiedi anche se lo penso?"

Io: Ma figurati. - Dissi mentendo e accennando un finto sorriso - Mi fido di lui. - Iniziai a camminare a piccoli passi verso l'auto.

Josh: Davvero? - Sentì la sua voce seguirmi. Sospirai, voltandomi.

Io: Si, davvero. - Sorrisi.

Josh: E di lei? Ti fidi? - Di colpo mi feci seria, deglutendo pesantemente.

Io: Cerco di farlo.

Josh: Non mi pare di vedere che ci stai riuscendo.

Io: Cerco di farlo. - Risposi di nuovo e velocemente. Ero un po' irritata, non mi piaceva parlare della "fiducia" che riservavo verso Corinne, sempre se ce n'era una - Senti, ci sentiamo ok? - Annuì. Gli stampai un bacio sulla guancia, prima di raggiungere Justin.

J: Tutto bene? - Mi chiese osservandomi. Guardai Corinne allontanarsi, senza considerarmi minimamente.

Io: Che voleva? - Chiesi seria.

J: Ehi piccola, non essere gelosa. - Sorrise divertito. Ma non c'era nulla su cui sorridere. Ero piena di rabbia e pensare a cosa effettivamente voleva quella ragazza mi metteva i brividi - Gli ho solo spiegato la situazione, della casa e di tutto il resto.

Io: E sta mattina? - L'ombra di un sorriso pieno di divertimento apparve sul suo viso.

J: Mi ha semplicemente salutato.

Io: Oh l'ho visto. - Mi osservò per interminabili minuti, irrigidendo la mascella.

J: Era per questo che prima facevi la stronza con me? Che cercavi di evitarmi?

Io: Probabile. - Lo scansai, aprendo lo sportello della macchina e lanciando al suo interno lo zaino. La sua stretta mi circondò il polso, ed era talmente forte da costringermi a farmi voltare verso di lui. I suoi occhi non trasmettevano niente. La bocca stretta in una linea mi fece capire che era parecchio irritato. E l'espressione rigida e fissa sui miei occhi mi mise i brividi.

J: Qual'è il tuo problema? - Chiese avvicinandosi.

Io: Non ho problemi, non ne ho mai avuti. Perché dovrei averne? Voglio solo andarmene a casa.

J: Amber smettila. Smettila di mentire e di sparare cazzate. Se cerchi di inventarti scuse sperando che ti creda bhè, non funziona... ti avverto. - Mi liberai violentemente dalla sua presa, senza staccare gli occhi dai suoi.

Io: Ma cosa vuoi? Che c'è Justin? Hai litigato con la tua amichetta? È per questo che te la stai prendendo con me?

J: Ma che idiozie dici? - Abbassai il capo, stringendo forte i pugni.

Io: Portami subito a casa.

J: No, dobbiamo parlare.

Io: Non intendo farlo ora e tantomeno qui. Ho detto, portami subito a casa. - Mi guardò immobile, senza reagire. Indietreggiò di un passo, lanciandomi un'ultima occhiata. Salì in macchina, mettendomi la cintura. Incrociai le braccia al petto, guardando il vetro davanti a me. Notai ancora la sua figura immobile al di fuori della macchina senza smettere di guardarmi. Poi lo fece, entrò a sua volta senza dire una parola. Inserì la chiave all'interno del nottolino e mise in moto la macchina, sfrecciando tra le strade di Los Angeles. Non parlai. Non parlò. Non parlammo. Guardammo solo la strada davanti a noi senza nemmeno provocare il minimo rumore. Il silenzio che ci circondava era impressionante e dire che odiavo silenzi come questo era davvero il minimo.

Our love suicideWhere stories live. Discover now