CAPITOLO 33. Baciami...

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PARTE MIA 

Lentamente apro gli occhi, accorgendomi che è già mattina. Un delizioso venticello entra dalla finestra, facendomi rabbrividire. Mi muovo nel letto, cercando un filo di coperta. Ma un invitante odore mi distrae dalle mie azioni. Mi alzo dal letto, entrando all'interno del bagno. Guardo la mia immagine attraverso lo specchio. Afferro un elastico e lego i miei capelli in una perfetta coda di cavallo. Mi cambio velocemente, indossando una maglietta di Superman regalata da mio cugino Christian. È davvero grande per me. Esco dal bagno, dirigendomi al piano di sotto. Un delizioso odore di pan cake mi invade le narici. Adoro mia madre. Io: Buongiorno mamma! - Dico piombando in cucina come una furia. Il mio sguardo si posa su un Justin intento a preparare la colazione. Alza lo sguardo verso di me, sorridendo. 

J: Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? - Lo sento sghignazzare. Entro in cucina, sedendomi al mio posto. 

Io: Credevo fossi andato via. 

J: E lasciarti da sola? No, non esiste. - Sorrido, arrossendo appena. - Pan cake? - Dice avvicinandosi. Annuisco. Ne mette uno all'interno del mio piatto e l'altro nel suo. Afferro il mio bicchiere di vetro e ne verso al suo interno un pò di succo all'arancia. Lo sorseggio lentamente sotto lo sguardo divertito di Bieber. 

Io: Cosa c'è? - Dico smettendo di bere. 

J: Oh niente. - Dice con la bocca piena, facendo spallucce. Poso il bicchiere sul tavolo passando a mangiare il pan cake. 

Io: Caspita, è davvero buono. - Dico sorpresa. 

J: Ti piace? - Annuisco. Sorride. 

Io: Non sapevo sapessi cucinare così bene. 

J: Bhè, ora lo sai. - Sorride ancora. Ma che gli prende? Poco dopo mi alzo dal mio posto, avvicinandomi al lavandino. Poso il piatto al suo interno, lavandolo. Una volta fatto asciugo le mani in fretta. Mi volto per andare nelle mai stanza ma mi trovo davanti Justin. È appoggiato alla stipite della porta, con le braccia incrociate, e mi guarda con attenzione scrutandomi dalla testa ai piedi. Si morde il labbro inferiore, guardando il mio corpo con un espressione seria, ma eccitata. Faccio per uscire dalla cucina, evitando di dare importanza al suo comportamento ma vengo bloccata dal suo braccio prima che possa proseguire. Perfetto. Deglutisco quando sento la sua mano spostare i miei capelli da un lato. Si avvicina al mio collo, il suo respiro mi invade l'anima. Socchiudo gli occhi, e questa volta sono io a mordermi il labbro. La sua mano disegna dei cerchi immaginari sulla mia pancia, scendendo lentamente verso la gamba destra. Preme la bocca contro la mia pelle, mente un sospiro esce dalle mie labbra. La sua mano continua a muoversi sulla mia gamba, senza fermarsi alzando, in fine, la stoffa della mia maglietta quanto basta per far vedere i miei slip. Gioca con l'elastico di essi e il respiro viene a mancarmi quando la sua mano arriva ad accarezzarmi il dentro coscia. Apro di scatto gli occhi, cercando di fermare le sue mani esperte. Ma ogni mio movimento aumenta in lui il suo desiderio incolmabile. Mi fa girare. I suo occhi mi guardando dall'alto con superiorità e dominazione. E, per la prima volta, mi sento debole difronte a tutto questo, difronte al suo sguardo fisso nel mio. Fa scendere lentamente la sua mano, posandola lungo il mio fondo schiena. Lo accarezza piano, e in una frazione di secondo avvampo per l'imbarazzo. Sorride, a causa della mia reazione. Mi spinge contro il muro, schiacciandomi tra di esso e il suo corpo, che fa pressione sul mio. 

J: Sai Amber... non dovresti scendere in queste condizioni, io sono molto pericoloso. - Deglutisco rumorosamente. - Piccola, dolce, innocua Amber... cosa farei senza di te? Mmh? - Sussurra ad un centimetro di distanza dalle mie labbra. Lo guardo negli occhi, affogando in quell'abisso di colori. 

Io: Cosa vuoi? - Sorride maliziosamente. 

J: Farti impazzire. - Alzo un sopracciglio. 

Io: E chi ti dice che ci riuscirai? 

Our love suicideWhere stories live. Discover now