CAPITOLO 105. Avrei bisogno di un abbraccio...

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ORE 13.30

All'ora di pranzo raggiunsi la mensa accompagnata da Josh. Varcammo la grande porta blu di metallo, e il caos delle voci degli studenti iniziò a risuonare per tutta la sala. Dannato mal di testa. Massaggiai le tempie in ordine antiorario e socchiusi gli occhi.

Josh: Amber? Tutto bene? - Chiese premuroso.

Io: Si, non preoccuparti. Ho solo un po' di mal di testa. - Lo rassicurai con un sorriso. I miei occhi iniziarono a vagare per quell'enorme sala, in cerca di altrettanti due occhi color nocciola. Lo vidi da lontano, seduto al suo solito tavolo. Rideva e scherzava con i suoi amici, non si era accorto di me.

Josh: Problemi con il tuo bel ragazzo? - Disse sussurrando contro il mio orecchio. Mi immobilizzai all'istante.

Io: Ti sbagli.

Josh: Davvero, piccola Amber?

Io: Davvero Josh. - Dissi voltandomi verso di lui. Mi lanciò un'occhiata d'intesa, prima di afferrarmi per un braccio e condurmi verso la lunga fila di studenti che aspettavano il loro pasto della giornata.

Josh: Come vanno le cose tra di voi? - Chiese.

Io: Bene. -Risposi semplicemente.

Josh: Mi fa piacere. - Sorrisi. Avanzammo lentamente, fino ad ordinare il nostro pranzo: panino con cotoletta, insalata e salse per me. Panino con bacon, maionese e pomodoro per lui. Ci avvicinammo al nostro tavolo, e mi lasciai completamente cadere sulla sedia - Tutto bene? - Chiese osservandomi confuso.

Io: Certo. - Risposi addentando il mio panino - Oddio, è favoloso. - Ridacchiò a causa della mia parlata poco comprensibile dato il cibo all'interno della mia bocca.

Josh: Hai molta fame, eh? - Annuì.

Io: Parlami del college che frequenterai a Londra. - Dissi ripulendomi la bocca con un tovagliolo.

Josh: Non so molto in tutta sincerità. So che ci fanno studiare varie lingue, tra qui il francese, lo spagnolo, il cinese e l'italiano.

Io: Adoro l'Italia. - Dissi con lo sguardo sognate.

Josh: Quando diventerò un ricco professore di lingue ti ci porterò. - Ridemmo entrambi.

Io: Ho voglia di vederti tra qualche anno. Mi ti immagino così: un uomo ben rispettabile sempre vestito in giacca e cravatta. Con i capelli brizzolati e gli occhi sempre bellissimi. - Sorrise, osservandomi.

Josh: Vuoi sapere come ti immagino io? - Annuì- Una meravigliosa donna, perché lo sarai. Manterrai il tuo solito fisico mozza fiato. - Abbassai lo sguardo, imbarazzando appena - I lunghi capelli castani resteranno, con qualche piccola ciocca di un giallo chiaro. E gli occhi, ancora più belli di quello che già sono. - Sorrisi felice, notando quando fosse esagerata la sua dolcezza.

Io: Esageri sempre, Josh. - Fece spallucce, addentando il suo panino - Sei il solito smielato.

J: Già Josh, sei il solito smielato e non la smetterai mai di provarci con la mia ragazza. - La voce si Justin mi arrivò dritta alle orecchie. Mi voltai verso di lui e lo osservai sedersi al mio fianco - Come te la passi? - Disse sorridendo a Josh e facendo quelle strane strette di mano tra maschi.

Josh: Alla grande! - Rispose felice di vederlo. Mi ero persa qualcosa? - E tu?

J: Non c'è male. - Disse facendo spallucce e mangiando una patatina dal mio piatto - E tu piccola? Tutto bene? - Mi rivolse uno sguardo colmo di desiderio e dolcezza. Annuì, sorridendo - Bene. - Mi stampò un bacio vicino alle labbra, prima di tornare a parlare con il mio migliore amico. Era strano vederli chiacchierare così tranquillamente senza insultarsi a vicenda con pesanti parolacce. Forse avevano accettato entrambi l'esistenza dell'uno e dell'altro nella mia vita. Justin aveva capito che nessuno avrebbe mai potuto sostituire il suo posto e che la presenza di Josh nella mia vita era solo pura e semplice amicizia che durava da anni. E lui, a sua volta, aveva compreso che non sarei mai riuscita a vivere senza di Justin.

Our love suicideWhere stories live. Discover now