CAPITOLO 24. A te non frega un cazzo di me.

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Io: Avanti Josh, torniamo indietro. Ho voglia di divertirmi. 
Josh: Non se ne parla. - Dice serio. 
Io: Non voglio tornare in albero. - Dico incrociando le braccia come una bambina. 
Josh: Ci tornerai eccome. - Sbuffo, rassegnandomi. Mi aggrappo a lui, evitando di cadere a causa dei tacchi vertiginosi. Le sue possenti braccia mi circondano e, poco dopo, non sento più il pavimento sotto di me. Mi appoggio al suo petto, chiudendo lentamente gli occhi. 
PARTE JUSTIN
Sta sera non avevo voglia di uscire, così ho deciso di rimanere qui in albergo. Sono seduto su un divano situato vicino alla reception e continuo a giocherellare con il mio iPhone 5. Noto Josh varcare la soglia dell'edificio con in braccio... Amber? Lo seguo con lo sguardo e vedo che si sta dirigendo verso gli ascensori. Mi alzo di scatto, raggiungendolo. 
Io: Serve aiuto? - Si volta verso di me premendo, contemporaneamente, il tasto dell'ascensore.
Josh: Aiuto? Da te Bieber? Oh no grazie, ce la faccio benissimo da solo.
Io: Non sembra, sai? - Dico provocandolo. Mi guarda con un sopracciglio alzato mentre le porte dell'ascensore si aprono. Entriamo all'interno e schiaccio il pulsante del quarto piano, dove si trova la stanza di Amber. Poso lo sguardo su di lei, dorme beata appoggiata al petto del suo amico. Stringo i pugni, forse per irritazione. È così bella, dannazione. Le porte si aprono e, precedendomi, esce dirigendosi verso la stanza di Amber. Mi dirigo verso la mia camera, ma prima di entrare, rivolgo un ultimo sguardo ad Amber. Inserisco la tessera all'interno della serratura e, dopo un debole squillo, la porta si apre. Mi dirigo verso la camera da letto e mi sfilo le scarpe, lanciandole in un angolo della stanza. Esco sul balcone, ammirando il paesaggio che mi circonda. Sospiro stringendo, forte, la ringhiera tra le mani. Non voglio tutto questo, non voglio rinunciare a lei semplicemente perché non ci riesco. Non posso permetterle che se ne vada, senza aver prima risolto le cose. Più la guardo e più... e più sale, dentro di me, la voglia di averla mia. Ho sbagliato ogni cosa con lei, fin dall'inizio. Tutti quei litigi, tutte quelle lacrime... non riesco a farmene una ragione, ma è tutta colpa mia. Forse lei non merita di piangere per me. Forse lei merita di sorridere accanto a me. Nonono Justin, non puoi. Non puoi affezionarti a lei. Passo una mano tra i capelli, sospirando. "NON CE LA FARAI MAI, LEI E' SEMPRE NEI TUOI PENSIERI. NON PUOI MENTIRE." Devo piantarla, devo smetterla con tutto questo. Io... io non posso innamorarmi di lei, io proprio non posso. Sarà la mia rovina e non voglio finire in uno stato pietoso solo perché una stronzetta del genere non apprezza mia i miei gesti. Basta, da oggi si cambia strada. Da oggi il vecchio Justin ritornerà. 
LA MATTINA DOPO
PARTE MIA
Sta mattina mi sono svegliata con un forte mal di testa e ho scoperto che ieri sera ho bevuto un po' troppo. Josh, al contrario, sembra stare bene. Penso che l'alcool non faccia nessun effetto a quel ragazzo, è pazzesco. 
Io: Che si fa oggi? - Dico addentando un cornetto al cioccolato. 
Josh: Gita per la città.
Io: Fico. - Dico con poco entusiasmo. Sento i loro sguardi addosso.
T: Amber? 
Io: Mmh? - Dico bevendo un sorso di latte.
T: Che hai? - Corrugo la fronte.
Io: Niente. Cosa dovrei avere?
T: Eri così entusiasta di venire a Parigi e ora guardati, sembra che non vedi l'ora di tornare a casa.
Io: Forse è così. - Dico facendo spallucce. 
Josh: Perché?
Io: Non lo so nemmeno io. - Dico alzandomi. Esco dal ristornante dell'hotel e mi dirigo verso l'ascensore. Premo il pulsante e attendo che arrivi. Poco dopo le porte si aprono ed entro dentro. Sospiro, premendo il tasto del mio piano. Fisso le porte di acciaio chiudersi lentamente ma, all'improvviso, noto una mano posarsi tra di esse, bloccandone le chiusura. Due occhi color nocciola fissano i miei. Entra all'interno dell'ascensore, premendo il tasto del quarto piano. Non distoglie gli occhi dai miei mentre la sua mano si posa sul muro, all'altezza del mio collo. 
J: Dove te ne vai tutta da sola? - Dice sorridendo maliziosamente. 
Io: Non sono affari che ti riguardano. - Piega la testa da un lato, mordendosi il labbro inferiore. 
J: Ne sei proprio sicura, bambolina? - Dice avvicinandosi al mio viso. 
Io: Non hai nient'altro da fare che rompere le palle a me? - Incrocio le braccia. 
J: Adoro romperti le palle. - Dice sorridendo divertito. 
Io: Oh, l'ho notato, sai? - Le porte dell'ascensore si aprono. Lo allontano ed esco fuori, dirigendomi verso la mia camera. Sento i suoi passi dietro di me - Non credi di aver sbagliato direzione? La tua stanza è nel verso opposto. 
J: E chi ti dice che voglio andare nella mia di stanza? - Dice bloccandomi contro la porta della mia camera. Afferra i miei polsi e li porta, con una lentezza impressionante, sopra la mia testa. I suoi occhi non smettono di fissare i miei con insistenza mentre le nostre mani si intrecciano. Sospiro, abbassando il capo. 
Io: Non vuoi proprio lasciarmi in pace, eh? - Disapprova con la testa mentre il suo sguardo di posa sulle mie labbra. Noto la sua lingua contornare perfettamente la sua bocca e mi ritrovo stupidamente ad invidiarla. Deglutisco.
J: Scommetto che se ti baciassi ora, moriresti tra le mie braccia. - Dice con sguardo fisso sui miei occhi. Deglutisco, di nuovo, alle sue parole.
Io: Lasciami andare. - Dico fredda. Disapprova con la testa, mordendosi il labbro inferiore. Si avvicina, pericolosamente, al mio viso ma mi allontano subito, riuscendo a liberarmi dalla sua presa e allontanandomi da lui. Lentamente, si volta verso di me. 
J: Stai scappando? - Dice avvicinandosi con passo lento - Stai scappando Amber? - Indietreggio mentre si fa sempre più vicino. Sorride divertito, passandosi una mano tra i capelli. Oddio. Deglutisco pesantemente. Porca miseria, sono in trappola. Tocco il muro gelido alle mie spalle mentre il suo corpo fa pressione sul mio. Sbarro per un secondo gli occhi, sentendo la sua erezione premere contro il mio ventre. Incontro i suoi occhi e in quel momento non capisco più nulla, letteralmente. Mi perdo ad osservarne le sfumature, non trasmettono mai un cazzo i suoi occhi, possibile? Eppure, sono così belli. Ad un tratto mi ritrovo ad un palmo dal suo viso.
J: Lo sai che quando parli sei addirittura simpatica?
Io: Vaffanculo. - Sussurro tra i denti mentre sul suo volto appare un sorriso divertito. Senza rendermene conto, mi ritrovo stretta tra le sue braccia. Rimango paralizzata da quel gesto e guardo un punto fisso davanti a me mentre sento il suo respiro, calmo, tra i capelli - Da quando mi abbracci? - Sussurro. Mi stacco da lui - Da quando siamo amici?
J: Non lo siamo?
Io: No, non lo siamo. Probabilmente non sai nemmeno il significato di amicizia. - Mi guarda freddo negli occhi mentre, lentamente, toglie le sue braccia intorno al mio collo. Guarda a terra e non dice nulla. Mi incammino verso la mia stanza, dandogli le spalle. 
J: Amber, io...
Io: Tu cosa, eh? - Dico voltandomi verso di lui - Tu cosa, Bieber? 
J: Io voglio essere tuo amico. - Lo guardo a bocca aperta. 
Io: Mio amico? Tu vuoi essere mio amico? Questa è bella, davvero bella. - Dico sorridendo divertita. Mi guarda negli occhi, mentre torna a guardarmi in modo dolce - Tu, tu non sai nemmeno come si fa ad essere amici. - Dico puntandogli un dito contro. 
J: Non voglio solo semplice amicizia da te, Amber. 
Io: Tu non sai cosa vuoi! Non sai un cazzo! - Dico spingendolo.
J: Nemmeno tu. Sei così ostinata, così testarda che non pensi mai prima di agire. - Mi volto e inserisco la carta all'interno della serratura. La porta si apre ed entro nella mia stanza, seguita a ruota da lui - Perché mi impedisci di esserlo? 
Io: Perché cazzo dovrei essere amica di uno come te? 
J: Perché ho bisogno della tua amicizia.
Io: Fantastico, sei anche bugiardo. - Dico dirigendomi verso il bagno. Mi afferra un braccio e mi fa girare verso di lui. Sono ad un centimetro di distanza dal suo viso e questa è una cosa decisamente non buona. 
J: è brutto litigare con le persone a cui tieni da morire. - Dice guardandomi negli occhi.
Io: A te non frega un cazzo di me. - Dico puntando il mio sguardo, freddo e pieno di rabbia, verso il suo - Vattene da qui, all'istante. 

Our love suicideWhere stories live. Discover now