CAPITOLO 18. Che cazzo stiamo facendo?

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J: Amber, Amber! - Urla scuotendomi. E mi rendo conto che mi sono addormentata sul divano di casa sua.
Io: Che c'è? - Dico assonnata.
J: Ti sei addormentata. Dobbiamo tornare a ripassare. - Annuisco, sbadigliando. Mi aiuta ad alzarmi e mi stupisco che non abbia provato, minimamente, ad importunarmi mentre dormivo.
Io: Ancora piove. - Dico spostando lo sguardo sulla finestra.
J: Già. - Dice guardando nella mia stessa direzione. Mi alzo.
Io: Andiamo? - Annuisce. Raggiungiamo la sua stanza e ci sediamo sul suo letto dove continuiamo a studiare.
MEZZ'ORA DOPO
J: Collins? - Sussurra contro il mio orecchio. Sobbalzo, sentendo il suo respiro così vicino. Perché la sua voce suona così terribilmente sexy?
Io: Bieber, dobbiamo continuare.
J: Ma possiamo anche prenderci una pausa, non trovi? - Dice sfilandomi, lentamente, dalle mani, il libro. Lo guardo negli occhi mentre, con passo lento, si avvicina a me. Mi prende le mani e le poggia sul suo petto nudo. Deglutisco. Si avvicina ancora di più, attaccando i nostri corpi. Sta facendo tutto lui, io non centro niente con tutto questo. Ma allora perché ho lo sguardo fisso sui suoi pettorali? Perché non tolgo le mie mani da lì? Gli sto accarezzando il petto, incurante del suo sguardo divertito. Non riesco a controllare i miei movimenti. Sto esplodendo, e comincio a percepire un gran caldo. Le mie mani tremano a contatto con la sua pelle. Alzo il viso verso di lui e noto il suo sguardo eccitato. Mi allontano di colpo, arrossendo violentemente. Merda!
ORE 19.30
La pioggia non ne vuole sapere di smettere di battere contro la grande finestra della sua stanza. È tardi, e dovrei tornare a casa.
Io: Devo andare. - Dico alzandomi.
J: Ora?
Io: Si, ora. - Mi guarda.
J: Ma sta piovendo a dirotto fuori! - Dice seguendomi giù per le scale.
Io: Non importa, farò una corsa. - Faccio per avvicinarmi alla porta ma sento la sua mano bloccarmi il braccio.
J: Non ti lascio andare da sola, a quest'ora e con questo tempo per di più.
Io: Ok, allora accompagnami tu. - Abbassa il capo, grattandosi la testa.
J: C'è un piccolo particolare che ancora non sai. - Lo guardo storta.
Io: Cosa c'è ora? - Incrocio le braccia.
J: Io... ehm...
Io: Tu? - Dico incitandolo a continuare.
J: Non ho la macchina. - Sussurra a denti stretti.
Io: Puoi ripetere, per favore? - Dico il più calma possibile.
J: Non ho la macchina. - Sgrano gli occhi guardandola a bocca aperta.
Io: Tu cosa? Come sarebbe a dire che non hai la macchina?
J: Le ho portate oggi, entrambe, a fargli fare qualche modifica e non le avrò prima di domani pomeriggio.
Io: Stai scherzando spero. Dimmi che è così. - Mi guarda negli occhi, mortificato - Razza di idiota che non sei altro, non potevi dirmelo prima?
J: Non pensavo che oggi avrebbe piovuto.
Io: Certo, perché tu quando mai pensi? - Dico alzando il tono della voce - Porca vacca, e ora cosa faccio? Me lo dici, eh? - Lo guardo arrabbiata.
J: Bhè... non lo so.
Io: Ovvio, come puoi sapere qualcosa tu. - Mi siedo pesantemente sul divano. Passo entrambi le mani tra i capelli, sospirando rumorosamente.
J: Se vuoi... puoi sempre fermarti qui... a dormire. - Lo guardo male.
Io: Sei impazzito, per caso?
J: Allora trovala tu un'altra soluzione, avanti. - Incrocia le braccia - Non crei disturbo se ti fermi a dormire.
Io: Io non voglio restare. - Dico corrugando la fronte.
J: Ok, fai come vuoi. Vuoi bagnarti? Vai pure, quella è la porta. - Alzo gli occhi al cielo - Cazzo! Ti sto offrendo un posto dove passare la notte, una sola dannata notte, e non apprezzi nemmeno il mio gesto? Allora fai quello che ti pare. Se vuoi andartene, conosci la strada. - Fa per allontanarsi.
Io: è questo tutto quello che sai dirmi? "Se devi andartene conosci la strada"? - Dico imitando la sua voce.
J: Non apprezzi mai quello che ti dico, cosa cazzo pretendi da me? - Dice voltandosi.
Io: Oh maledizione! Sei Justin Bieber, fai qualcosa?
J: Non sono un mago in grado di far apparire una macchina, mia cara. - Sospiro, abbassando il capo - Se vuoi fermarti puoi farlo senza problemi. Al piano di sopra ci sono le stanza per gli ospiti, scegli quella che più ti piace. - Dice salendo le scale. Guardo il soffitto bianco sopra di me. Maledizione! Doveva proprio mettersi a piovere oggi? Non avendo altra scelta decido di restare. Compongo il numero di mia madre, aspettando in linea.
*Io: Mamma, sono io.
M: Tesoro, ma dove sei?
Io: Ehm... sono da Taylor, rimango a dormire da lei. Non è un problema per te, vero?
M: Certo che no, ma mi hai fatto preoccupare.
Io: Lo so, scusami.
M: D'accordo. Buonanotte tesoro.
Io: Buonanotte mamma.* Riattacco. Bene, prepariamoci ad affrontare una pesante notte in compagnia di Bieber.
ORE 21.30
Abbiamo da poco finito di cenare. In questo momento mi trovo nella stanza dove passerò la notte. Una bellissima stanza. Le pareti sono tinte di un celeste chiaro. Il letto, ha due piazze, è cosparso di cuscini di ogni dimensione, un enorme cabina armadio si trova alla mia destra e un grazioso bagno, interamente ricoperto di ceramica, alla mia sinistra. Mi chiedo come faccia ad avere così tante stanze. Ma infondo è Justin Bieber, e Justin Bieber può permettersi tutto. Sospiro. Mi sdraio sul letto, afferrando il mio iPhone. Qualcuno bussa alla porta anche se già so che è lui. Entra, rivolgendomi un sorriso. Alzo un sopracciglio.
Io: Cosa vuoi?
J: Ti ho portato una mia maglietta, non credo che sia l'abbigliamento adeguato, quello, per dormire. - Dice guardando i miei vestiti. Me la lancia e l'afferro al volo.
Io: Grazie.
J: Hai bisogno di qualcosa?
Io: Si, ho bisogno che sparisci. - Dico regalandogli un sorriso finto.
J: Come desideri, Miss Rompi Palle. - Lo guardo a bocca aperta mentre esce dalla stanza.
Io: Ci sarai! - Dico urlando, sperando che mi abbia sentito.
DUE ORE DOPO
Sto cercando di prendere sonno ma i rumori che provoca Bieber nell'altra stanza mi impediscono di farlo. Mi alzo dal letto, sbuffando. Esco dalla mia stanza, incamminandomi in quella di Justin. Busso più volte alla porta della sua camera, senza ottenere risultati. Alla fine entro di mia spontanea volontà e lo trovo a giocare ai video giochi. Mi piazzo davanti a lui e spengo la TV.
J: Ehi! Ma che cazzo fai?
Io: Quello che avrei dovuto fare già da un'ora! - Mi guarda arrabbiato - Che cosa ti costa abbassare il volume?
J: Certo che sei pallosa, eh? - Dice alzandosi.
Io: Per tua informazione sto cercando di dormire. - Dico incrociando le braccia. Alza gli occhi al cielo incamminandosi verso il letto. Si butta su di esso, guardando il soffitto sopra di lui. Sospiro. Mi incammino verso la porta, pronta per tornare nella mia stanza ma vengo interrotta dalla sua voce.
J: Ti dona la mia maglietta. - Mi squadra, inumidendosi le labbra con la lingua. Abbasso lo sguardo e noto le mie gambe scoperte. Imbarazzata cerco di abbassare la maglietta sotto la sua risata divertita. Alzo il dito medio, sorridendo forzata. Mi fa segno con la mano di raggiungerlo. Disapprovo con la testa - Devo venirti a prendere? - Sbuffo. Mi avvicino al letto, sedendomi accanto a lui.
Io: Non hai freddo? - Dico guardandolo. Disapprova con la testa - Cosa vuoi?
J: Prima... ehm... mi sono venuti i brividi. - Sussurra più a se stesso che a me.
Io: Quando?
J: Quando mi hai toccato. - Sussurra arrossendo. Cosa? Sta arrossendo? Questa è bella! Arrossisco a mia volta, puntandomi gli occhi addosso. Perché non la smette? E perché anch'io riesco a percepire i brividi ora? Sento il suo sguardo fisso su di me e non posso fare a meno di guardarlo. Quei meravigliosi occhi mi osservano con attenzione, come se volesse studiarmi attentamente e, forse, lo sta facendo. Deglutisco. Si avvicina al mio viso. Sento il suo respiro sul volto. Dio, non vorrà veramente... le sue labbra premono sulle mie e mi bacia. Sgrano gli occhi ma tutto questo mi impedisce di allontanarlo. Il mio corpo si rilassa a quel tocco soffice e vellutato e lascio la sua lingua farsi strada nella mia bocca. Chiudo gli occhi, assaporando quel dannato contatto. Sento la sua mano posarsi sulla mia schiena e mi spinge all'indietro, verso il materasso. Si posiziona su di me e sono costretta a distendermi. Continua a giocare con la mia lingua e io sto al suo gioco, senza rendermene conto.
J: Amber... - Sussurra staccandosi dalle mie labbra per poi riprendere a baciarmi subito dopo.
Io: Che c'è? - Faccio lo stesso.
J: Che sto facendo? - Chiede nello stesso momento in cui infila le sue mani sotto la mia maglietta.
Io: Non lo so. - Sussurro aiutandolo a togliermela. Le sue mani percorrono tutta la mia pelle e le emozioni iniziano ad esplodere dentro di me - Ti avevo avvertito di non farlo. - Dico accarezzandogli la schiena.
J: Sai che non sono uno che rispetta le regole. - Dice impossessandosi del mio collo, lasciando una scia di piccoli e umidi baci. Continui brividi risalgono lungo la mia schiena. Sospiro rumorosamente.
Io: Io ti odio. - Sussurro con il fiato spezzato.
J: Anch'io. - Dice mordendomi il lobo dell'orecchio. La sua voce rimbomba nella mia testa come una melodia, calda e suadente. Le mie mani finiscono tra i suoi capelli. Li tiro dolcemente, mentre lo sento gemere piano. Perché il mio fottutissimo cuore non la smette di battere alla velocità della luce? Perché non riesco a respingerlo? Perché le sue labbra stanno arrivando a baciare la mia pancia senza tralasciare il minimo centimetro di pelle? Arriva fino all'ombelico, disegnando dei piccoli cerchi con la lingua. Oh cazzo! Una strana sensazione si impossessa del mio corpo. Risale lentamente, fissando il suo sguardo nel mio. Le sue mani accarezzando, lentamente, le mie gambe scoperte. I nostri respiri si alternano ma questo non gli impedisce di riprendere ad impossessarsi delle mie labbra. Dannato Bieber, cosa mi stai facendo?
Io: Justin... - Sussurro riprendendo fiato. Mi guarda negli occhi. Le sue labbra sono rosse, a causa dei continui baci. Arrossisco di colpo.
J: Che cazzo stiamo facendo?

Our love suicideWhere stories live. Discover now