CAPITOLO 85. Ti va di vivermi?

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PARTE MIA
ORE 22.03
Scesi le scale, dirigendomi al piano inferiore dove notai mia madre guardare la TV seduta sul divano. Mi avvicinai a lei, sedendomi al suo fianco. Le sorrisi appena, guardandola negli occhi.
Io: Come stai, mamma?
M: Bene, ma sono molto stanca. - Disse accarezzandosi il ventre rigonfio.
Io: Sta crescendo. - Dissi osservando la sua pancia.
M: Già. - Sorrise. La guardai. Accarezzava dolcemente il suo ventre, sorridendo felice. E non ero di certo io la causa di quel sorriso. Mi irrigidì a quel pensiero, abbassando lo sguardo. Come potevo farla felice? Come potevo anche solo pensarlo? Adesso c'era lui, il nuovo moccioso a prendere definitivamente il mio posto. Mi alzai di scatto, incamminandomi verso l'uscita del salone.
M: Tesoro? Che succede?
Io: Nulla mamma. - Dissi fredda. La vidi raggiungermi in cucina.
M: Perché ti comporti così?
Io: Non mi sto comportando in nessun modo. - Afferrai un bicchiere e ne versai al suo interno del succo all'arancia.
M: Ne vuoi parlare?
Io: Di cosa? Del fatto che aspetti un altro figlio da un altro uomo che non sia papà? Non ce n'è bisogno, credo che la faccenda si possa commentare da sola. - Uscì dalla cucina, percorrendo le scale del piano superiore.
M: Tuo padre è morto, Amber! - Mi bloccai di scatto, mentre la sua voce mi arrivava dritta alla testa.
Io: Stai dicendo che non te ne frega più nulla di lui? Stai dicendo che tutto questo è un pretesto per dimenticarlo? Ti ricordo che lo hai amato! - Dissi urlando.
M: Ora sto amando Paul! - La guardai paralizzata, fredda, arrabbiata, ghiacciandola con un solo sguardo. Non poteva essere vero, lei non poteva davvero essersi dimenticata di papà - Ho diritto di rifarmi una vita, Amber. Ho diritto di andare avanti. Preferivi vedermi piangere giorno e notte? - Distolsi lo sguardo dal suo - Non ho smesso di amare tuo padre, non l'ho dimenticato perché per quanto ci possa provare non ci riuscirò mai. Tuo padre è stato ed è tuttora una parte decisiva di me. L'ho amato con tutta me stessa ma ora, devo pensare anche alla mia di vita. - La guardai negli occhi - Questo bambino potrà essere proprio la persona in grado di far tornare la gioia, l'allegria, la spensieratezza, la felicità, i sorrisi e le risate di un tempo. Questo bambino cambierà le nostre vite, compresa la tua tesoro. E per quanto possa essere difficile, ora come ora, accettare la cosa dovrai farlo, perché sarà pur sempre tuo fratello. - Strinsi la mascella, abbassando lo sguardo. Sorrisi divertita.
Io: L'ho già detto mamma, sarà vostro figlio non mio fratello.
IL GIORNO DOPO
Dopo scuola passai il pomeriggio da Justin, dato che per il giorno seguente non avevo da studiare. Gli avevo raccontato ogni cosa, compresa la gravidanza di mia madre. Era rimasto sorpreso dalla notizia, in un primo momento, ma non seppe nascondere la felicità che riversava verso mia madre per questo. Era più contento lui di me.
J: Non è così grave, Amber. - Continuava a ripetermi, sorridendo divertito - Aspetta che nasca, e poi vedrai che ti ci affezionerai. - Non riposi, ma continuai a starmene seduta sulla sedia della sua scrivania guardando il pavimento sotto ai miei piedi. Prendevo le notizie troppo seriamente e dovevo davvero smetterla. Lo vidi alzarsi dal letto e avvicinarsi al mio corpo. Trascinò la sedia dove ero seduta vicino al materasso, facendomi scivolare in seguito sulle sue gambe - Cosa c'è di male in questo? - Disse accarezzandomi i cappelli. Feci spallucce, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Poggiai il mento sulla sua spalle sinistra e chiusi gli occhi mentre le sue mani accarezzavano la mia schiena, al di sotto della maglietta. Sospirai rumorosamente, rilassandomi del tutto - Hai bisogno di distrarti. - Sussurrò contro il mio orecchio.
Io: Sto bene, Justin. - Parlai con poca voce.
J: Troppe volte hai detto questa bugia, vero? - Aprì di scatto gli occhi, fissando la parete davanti a me - Amber... - Disse afferrando le mie spalle e staccando, successivamente, il mio corpo dal suo - Andrà tutto bene. - Ma così non era - La nascita di tuo fratello o sorella che sia non cambierà di certo il rapporto che hai con tua madre.
Io: Chi ti dice che non stia già cambiando? - Lo guardai negli occhi, senza trasmettere nessun tipo di emozione - Chi ti dice che lei non stia cambiando per questo?
J: In questo caso dovrete lavorare sul vostro rapporto, è l'unico consiglio che posso darti. - Abbassai lo sguardo, scendendo successivamente dalle sue gambe. Mi avvicinai alla grande finestra della sua stanza, cercando di smettere di pensare all'argomento dolente. Guardai il cielo al di fuori del vetro, osservando le nuvole muoversi lentamente.
Io: Ti va di usciere? - Dissi osservando il sole.
J: Stavo per chiedertelo. - Lo sentì sussurrare contro il mio orecchio, stampandomi un bacio tra i capelli.

Seduti sulla riva del lago, guardavamo il paesaggio davanti ai nostri occhi mentre un leggero venticello scompigliava i miei capelli. Le braccia di Justin si strinsero intorno al mio corpo e buttai la testa all'indietro, poggiandola suo caldo petto. Era la cosa che amavo di più al mondo: starmene qui, con lui che sussurrava parole dolci contro il mio orecchio facendomi rabbrividire. Alzai lo sguardo verso il suo viso e lo trovai ad osservare il grande lago davanti a noi. Era davvero bellissimo, e non mi riferisco al panorama. I lineamenti rilassati, la mascella serrata, le labbra maledettamente perfette... come diamine faceva ad esserlo in ogni minima circostanza? Premetti le mie labbra sulla sua mascelle e, successivamente, lo sentì rilassarsi sotto al mio casto bacio. Sfregai la mia nuca contro il suo collo, sembravo un gattino voglioso di coccole. Le sue mani si intrecciarono alle mie, all'interno delle tasche della mia felpa. Iniziai a disegnare piccoli cerchi con il pollice sui suoi polpastrelli, socchiudendo gli occhi.
J: Sei meravigliosa, te l'ho mai detto? - Disse baciandomi la guancia.
Io: Tu non sei da meno. - Dissi sorridendo - Stringimi forte, Justin. - Aumentò la presa intorno al mio corpo, più forte di quanto già mi stesse stringendo. Un silenzio avvolse noi e lo spazio circostante, amavo questi silenzi. Rilassanti al punto giusto.
J: Sei bellissima. - Sussurrò contro il mio orecchio. Avvampai al suono di quelle parole e mi voltai verso di lui, fissando le mie pozze azzurre nelle sue dorate. Mi staccai dal suo corpo, posizionandomi in ginocchio difronte a lui - Sei bellissima anche così, con la felpa e i capelli spettinati a causa del vento. - Abbassai lo sguardo, sorridendo - Sei bella nella tua semplicità, sei bella dentro. - Si avvicinò, accarezzandomi i fianchi - Sei bella quando sorridi perché mi dai vita, sei bella quando scherzi nel tuo modo di fare... sei bella sempre, è questa la verità. - Affogai letteralmente in quelle pozze dorate poste ad un centimetro di distanza dai miei occhi. Lo vidi deglutire mentre il suo sguardo si alternava dalle mie labbra ai miei occhi - Non sentirti mai il contrario, a me piaci così. Perché sei bella da vivere. - Il cuore esplose del tutto e lo sentì battere talmente forte che pensai potesse spaccarmi la gabbia toracica - Innamorarmi di te, non è mai stato nei miei piani. Ma speravo, un giorno, in tutto questo. - Disse sorridendo - Amber... - Afferrò saldamente le mie mani, stringendole alle sue - Non mi interessa una relazione dove ci diciamo continuamente quanto ci manchiamo o quanto ci amiamo. Mi interessa che tu stia con me anche quando sarò insopportabile, stronzo e menefreghista. Non mi interessa sapere dove o con chi staremo tra vent'anni, mi importa solo di stare con te, solo questo. - Mi morsi il labbro inferiore, evitando di versare qualche lacrima - Mi importa che ci sarai, che mi abbraccerai e anche se non te lo dirò mi importa che ci ameremo. Non mi interessa l'amore fatto di tante belle parole o poesie dedicate, mi importa solo che ci sarai. E non mi interessa nemmeno dei regali, quelli lasciamoli a chi non sa amare in modo vero. Ma noi, noi possiamo amarci davvero. - La convinzione nei suoi occhi era più che evidente e, sentendogli pronunciare tali parole, non sapevo davvero cosa dire - Mi importa che starai con me nonostante il mio carattere, perché se tu mi sopporterai lo farò anch'io. - Sorrisi appena, sentendo le lacrime spingere - Non sono perfetto. Ti arrabbierai con me e anch'io lo farò, ti griderò cose che ti prego di non prendere mai sul serio o, semplicemente, ti guarderò sbattere la porta e urlare solo per colpa mia. Ma non importa, tu resta, sopportami perché io lo farò sempre. - Abbassai il capo, e le lacrime mi inondarono il viso - Che ne dici? Ti va di vivermi? Perché io ne ho una voglia matta. - Sorrisi, tornando a guardarlo. Lo abbracciai di slancio, stringendolo più che potevo. Stringendolo fino in fondo al cuore e all'anima.
Io: Ti amo. - Gli sussurrai ad un orecchio.
J: Ti amo anch'io. - Ci fu un attimo di silenzio, poi tornai a guardarlo negli occhi. E mi accorsi che erano di un colore diverso dal solito, più chiari e assurdamente belli. Non seppi spiegare quali e soprattutto quante emozioni mi travolsero nell'attimo successivo, perché mi baciò. Un bacio diverso dagli altri, un bacio passionale e bello da far paura. Le sue braccia mi strinsero alla base della schiena e spinse il mio corpo verso il suo. Mi sedetti a cavalcioni sulle sue gambe, e avvolsi le braccia intorno al suo collo. La sua lingua mi divorava insaziabile e non c'era sensazione più bella in quel momento. Ero senza un filo di trucco, spettinata a causa del vento, imbranata e innocente. Avevo gli occhi stanchi, le mani gelate e il cuore a pezzi. Ma mi amava, mi amava comunque.
J: Tu sei il centro del mio mondo, piccola.

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