CAPITOLO 25. Preparati a morire.

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DUE GIORNI DOPO
ORE 23.40
È tardi, è quasi mezzanotte e io non riesco a prendere sonno. Taylor dorme beatamente, quanto vorrei essere al suo posto. Mi trovo sul balcone, impegnata a fissare la Torre Eiffel davanti a me. È meravigliosa, uno spettacolo davvero unico. Milioni di luci la circondano rendendola ancora più bella del normale. Quanto vorrei andare lì, ora,in questo momento. Sospiro. Sento il mio telefono vibrare, lo afferro e noto un messaggio da Bieber. Mio Dio, ma quel ragazzo una vita sociale non ce l'ha? Sbuffo e sblocco il telefono, leggendo il messaggio: "Non riesci a dormire, vero?"
"Wow, mi stupisci sempre, sai? Come fai a saperlo? Hai per caso messo qualche telecamera di sorveglianza nella mia stanza?"
"Ahah, una telecamera Amber? Sei seria?"
"Non hai risposto alla mia domanda e si, sono seria."
"Ti vedo, posso vederti Amber." Sbarro gli occhi, deglutendo successivamente. Alzo lo sguardo e mi guardo intorno, cercando di incontrare i suoi occhi. Mi soffermo a fissare un balcone e corrugo la fronte. Mi sorride divertito, lanciandomi un occhiolino. Alzo gli occhi al cielo.
"Sei una maledetta persecuzione, te lo hanno mai detto?"
"Sei tremendamente dolce, lo sai?" Sbuffo. Volto lo sguardo verso di lui e noto che mi sta fissando con insistenza.
"Che cosa vuoi?"
"Portarti a fare un giro." Alzo un sopracciglio.
"Non ci è permesso uscire a quest'ora, Bieber."
"Non ci è permesso fare tante cose, Amber. Ma io non rispetto mai le regole. Allora? Vuoi uscire si o no?"
"Accetto solo perché mi sto annoiando, chiaro?" Lo vedo sorridere in lontananza leggendo il mio messaggio. Sospiro. Entro dentro ed indosso un paio di pantaloncini, una maglietta a maniche lunghe e un paio di converse. Cercando di non fare rumore esco dalla stanza chiudendo, lentamente, la porta alle mie spalle. Da lontano, noto Bieber appoggiato alla parete, aspettandomi. Mi avvicino a lui, a testa bassa.
J: Pronta? - Dice sorridendo. Annuisco. Prendiamo l'ascensore e, una volta scesi al piano terra, ci avviamo verso l'uscita sotto lo sguardo interrogativo del proprietario. Justin lo saluta con un cenno del capo. Trattengo una risata, a causa della sua reazione. Usciamo fuori e un delizioso venticello mi scompiglia i capelli. Iniziamo a camminare, mentre il silenzio ci circonda completamente. Lo vedo infilarsi il cappuccio della felpa mentre continuiamo a camminare verso una meta a me sconosciuta.
Io: Dove stiamo andando? - Dico guardandolo.
J: Secondo te? - Dice guardandomi. Faccio spallucce. Sorride - Vedrai.
20 MINUTI DOPO
Dove siamo? Nella piazza principale della città. Che stiamo facendo? Stiamo mangiando un ottimo zucchero filato seduti su una panchina.
J: Eri mai venuta a Parigi, prima? - Disapprovo con la testa.
Io: è inutile che te lo chieda. Tu si, vero? - Annuisce.
J: Molte volte. - Nonostante sia mezzanotte le persone ancora vagano in giro per la città. È proprio vero, Parigi è una città che non dorme mai - Mi odi ancora? - Dice interrompendo i miei pensieri.
Io: Ho mai smesso, Bieber? - Sorride divertito, tornando a mangiare il suo zucchero filato.
J: Hai un bel caratterino, sai?
Io: Oh, ti ringrazio. - Dico guardando le persone camminare davanti a me.
J: Oh no. - Mi volto verso di lui - Ho finito lo zucchero filato. - Scoppio a ridere a causa della sua espressione - Smettila, è una cosa seria. - Continuo a ridere mentre le persone che passano iniziano a fissarmi interrogative.
Io: Che c'è? Non avete mai visto qualcuno ridere voi? - Dico alzandomi dalla panchina.
J: Amber. - Mi volto verso di lui - Non possono capirti, parlano il francese loro. - Questa volta è lui che inizia a ridere contagiando, successivamente, anche me. Diventa improvvisamente serio, iniziando a fissare il mio zucchero filato. Alterna gli occhi dai mei alla deliziosa leccornia che porto tra le mani. E, dal suo sguardo, capisco cosa vuole.
Io: Oh no. - Dico indietreggiando - Non pensarci nemmeno.
J: Nemmeno un piccolo morso? - Dice camminando verso di me con passo lento. Fa la faccia da cucciolo.
Io: Non fare quella faccia, Bieber. Questo è mio. - Dico facendo spallucce.
J: Ne sei sicura? - Dice sorridendo maliziosamente. Sgrano gli occhi. In una frazione di secondo mi ritrovo a correre seguita da lui. Inizio a ridere come una pazza, mentre il respiro comincia a mancarmi - Ti prendo, ti prendo piccola Amber! - Dice raggiungendomi. Inizio a correre più forte, sorpassando qualche passante.
-Ehi!- Dice un signore sulla sessantina di anni.
Io: Mi scusi, mi scusi. - Dico riprendendo a ridere. Urla qualcosa di incomprensibile alle mie orecchie. Poco dopo mi fermo dietro ad una colonna e, solo in quel momento, mi rendo conto che proprio sopra la mia testa si erige la Torre Eiffel. Alzo lo sguardo e rimango a bocca aperta, guardando tanta bellezza. Guardo l'intera struttura meravigliata, non l'avevo mai vista così da vicino. Sento due braccia circondarmi il bacino. Sobbalzo leggermente, ritrovandomi il viso di Justin a pochi centimetri di distanza dal mio collo.
J: Ti ho presa. - Dice sussurrando - E ore ti tocca darmi lo zucchero filato.
Io: Non esiste. - Dico mettendomi in bocca l'ultimo pezzo di quel delizioso dolce. Mi allontano da lui mentre mi guarda a bocca aperta.
J: Lo hai fatto davvero? Lo hai fatto davvero, Amber? - Faccio spallucce trattenendo una risata. Si avvicina a me.
Io: Ti prego basta. - Dico ridendo - Non ce la faccio più a correre.
J: Okok, come vuoi. Mi arrendo. - Dice sorridendo. Ricambio il sorriso, spostandomi una ciocca di capelli da davanti il viso - Bella, vero? - Dice riferendosi alla gigantesca struttura davanti ai nostri occhi. Annuisco.
Io: Non credevo fosse così alta. - Entrambi iniziamo a guardarla, mentre un leggero venticello mi fa rabbrividire.
J: Stai pensando a quello che penso io? - Dice guardandomi. Lo guardo.
Io: A cosa stai pensando? - Sussurro.
J: Ti va di salire? - Lo guardo a bocca aperta.
Io: Salire? - Annuisce - Ma... ma non possiamo.
J: Ehi, sono Justin Bieber. Posso fare qualsiasi cosa. - Dice incamminandosi verso la struttura. Alzo gli occhi al cielo. Mi avvicino a lui. Prova ad aprire il piccolo cancello che consente l'entrata all'edificio.
Io: Justin, è chiuso a chiave. Che vuoi fare?
J: Hai una forcina?
Io: Credo di si. - Frugo nelle tasche dei pantaloncini estraendone, in seguito, una piccola molletta.
J: Bene, dovrebbe funzionare. - Dice prendendola. Si inginocchia davanti alla fessura.
Io: Quando hai fatto fammi uno squillo, ok? - Dico allontanandomi e sedendomi su un piccolo muretto.
10 MINUTI DOPO
Io: Justin, lascia stare, davvero. Torneremo con gli altri ma ora andiamocene, potrebbe arrivare qualcuno. - Dico guardandomi intorno. Lo vedo avvicinarsi a me, e mi riconsegna la forcina.
J: Vuoi ancora salire? - Dice sorridendo. Lo guardo stupita.
Io: Non dirmi che ci sei riuscito. - Fa spallucce.
J: Può darsi. - Sorrido, sorrido felice. Scendo dal muretto e mi avvicino al cancello trovandolo aperto.
Io: Spiegami come hai fatto.
J: Un giorno te lo dirò. - Dice facendomi l'occhiolino. Mi spinge all'interno della struttura e, lentamente, richiude il cancello alle sue spalle - Seguimi. - Dice conducendomi verso un ascensore. Preme il tasto di andata e, poco dopo, le porte si chiudono.
Io: Non potevamo accendere la luce?
J: Sei impazzita, per caso? Vuoi farti scoprire? - Disapprovo con la testa. L'ascensore si ferma e le porte si aprono. Faccio per uscire ma vengo fermata dal suo braccio, che mi impedisce di proseguire - Chiudi gli occhi. - Dice sussurrando contro il mio orecchio. Faccio come mi dice mentre un brivido percorre, velocemente, la mia schiena. Avvolge entrambe le braccia intorno al mio bacino e mi conduce verso non so dove. Poco dopo, un leggero venticello inizia a baciarmi il viso e capisco che siamo su una terrazza.
J: Preparati a morire, Amber. - Sussurra con voce roca contro il mio orecchio. A cosa si riferisce? Al panorama, forse?

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Hey belle, se vi va seguite anche l'altra fan fiction che pubblico (:

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