CAPITOLO 32. Perdonami.

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PARTE JUSTIN 
Io: Andiamocene da qui. - Dico sussurrando. Ci allontaniamo da quel dannato luogo, incamminandoci verso la macchina di Chaz. Saliamo tutti e tre al suo interno e partiamo verso casa. Guardo la mia immagine attraverso lo specchietto retrovisore. Maledizione, il mio labbro continua a sanguinare. Afferro un fazzoletto e tampono piano. 
R: Sei stato un grande, un grande Bro. Lo hai fatto cagare letteralmente sotto quando hai tirato fuori la pistola. - Sorrido divertito. 
C: Sei ridotto maluccio, eh? 
R: Lui? Lui è ridotto maluccio Chaz? Patrick è ridotto male, non Justin. Non è niente a confronto di quello che gli ha fatto lui. - La macchina di accosta davanti casa. Chaz spenge il motore e fa per scendere ma lo fermo per un braccio. Si volta verso di me, guardandomi. 
Io: Io non vengo. - Dico all'improvviso. Alza un sopracciglio cercando di capire le mie parole. 
C: Come non vieni? 
Io: Devo andare da lei, Chaz. - Lui e Rayn si guardano per un istante. - Gliel'ho promesso. - Tornano a guardarmi. 
C: Che ci fai ancora qui? - Sorrido, abbracciandolo successivamente. 
Io: Grazie, grazie mille. - Scendono entrambi dalla machina augurandomi buona fortuna. Ne ho davvero bisogno in questo momento. Passo dalla parte del guidatore, mettendo in moto e partendo verso casa di Amber. 
PARTE AMBER 
Ancora non ho notizie di lui, mi sto seriamente preoccupando. Sono passate due ore e ancora non si è fatto vivo. Mi torturo le mani dal nervoso, camminando avanti e indietro per il salone di casa mia. E se gli fosse successo qualcosa? E se non dovesse tornare sta sera? Migliaia di pensieri e di dubbi si fanno spazio nella mia testa, confondendomi. Sospiro, abbassando lo sguardo. Poso lo sguardo sull'orologio. È quasi l'una, porca miseria. Ma che fine ha fatto? Mia madre ha deciso di rimanere a dormire a casa di Paul, domani la porterà ha fare shopping vicino casa sua e tornare qui sarebbe stata solo una perdita di tempo. Non mi piace il fatto che stia dormendo da lui. Sento il campanello suonare e, improvvisamente, mi trovo a fissare la porta con insistenza. Mi avvicino con passo svelto mentre la mia mano si posa, tremolante, sulla maniglia d'oro perfettamente lucidata. Lentamente, apro la porta e, in quel preciso istante, il mondo mi cade addosso. Deglutisco pesantemente mentre sento le lacrime pronte per solcare il mio viso. 
Io: Justin... - Sussurro. Una lacrima scende lungo la sua guancia, quando i suoi occhi si incrociano con i miei. Avanza di un passo, abbracciandomi di scatto. Lo stringo a me, mentre sento i suoi singhiozzi riempire lo spazio circostante - Sssh... Basta piangere, basta. - Sussurro al suo orecchio. Entriamo in casa, dirigendoci nella mia stanza. Lo faccio sedere sul letto, tornando a guardarlo. Mi inginocchio davanti a lui, guardando attentamente il suo perfetto viso solcato da ferite e da continuo sangue. Deglutisco. Poso una mano sul suo braccio ma appena lo faccio lo sento irrigidirsi. - Justin... - Sussurro ancora accarezzandogli una guancia. Questa volta fui io ad abbracciarlo con slancio, ritrovandomi seduta sulle sue gambe. 
J: Perdonami... - Continuava a ripetere contro la pelle del mio collo - Perdonami Amber. - Le parole vengono a mancargli quando amare lacrime si impossessano nuovamente del suo volto. Accarezzo i suoi capelli rimanendo attaccata al suo corpo ancora per poco. Afferro il suo viso tra le mani e lo guardo negli occhi. Il suo sguardo è debole, quasi spento. La sua bocca è ancora ricoperta di sangue e i capelli arruffati fanno del suo volto qualcosa di unico e inimitabile. È impossibile che sia bellissimo anche ridotto in questo stato. Diamine, cos'è che ha combinato madre natura con lui? Gli asciugo le lacrime, mordendomi il labbro inferiore. 
Io: Togliti la maglietta Justin... - Dico in un sussurro. Lo sento deglutire alle mie parole. 
J: C-Come? 
Io: Toglila. - Dico toccando la sua maglietta. 
J: N-Non ce n'è bisogno.
Io: Subito. - Dico seria. Mi guarda negli occhi, sospirando. Mi alzo dalle sue gambe permettendogli di sfilarsi il giacchetto di pelle nero. Lo posa sul letto, piano. Si volta verso di me. 
J: N-Ne sei sicura? 
Io: Fallo. - Abbassa lo sguardo, mordendosi il dentro guancia per il nervoso. Afferra l'estremità della sua maglietta, lasciandola cadere a terra. Un'angoscia profonda e indescrivibile mi invase il cuore e l'anima quando mi ritrovai di forte quel bellissimo corpo deturpato dalle ferite. Erano abbastanza profonde, forse causate da calci. Ma non seppi dirlo con esattezza poiché di ferite del genere non ne avevo mai viste prima. Ne aveva alcune sul braccio destro e su entrambe le spalle, e numerose sul petto fino all'addome. Mi portai le mani alla bocca, cercando di trattenente le lacrime prepotenti che non aspettavano altro di rigarmi le guance. Cercò di nascondere le ferite prima con le mani, poi afferrando di nuovo il giacchetto. Mi feci forza e mi imposi di non far cadere nemmeno una lacrima, anche se il solo pensiero di cosa gli avevano fatto... mi fece completamente angosciare. Mi avvicinai a lui, con passo lento senza distogliere lo sguardo da quella triste immagine. Posai una mano tremolante sul suo avambraccio ma la ritrassi immediatamente quando lo senti gemere piano. Abbasso lo sguardo, cedendo completamente. Lacrime, continue lacrime colme di dolore invadevano il mio viso senza sosta. Stavo morendo, sia dentro che fuori. 
J: Amber... - Sussurra accarezzandomi i capelli - Sto bene... - Disapprovo con la testa, stringendo forte i pugni. 
Io: No, tu non stai bene. Non mentirmi. - Mi costringe a guardarlo negli occhi, accarezzandomi una guancia.
J: Queste ferite... passeranno. 
Io: Ma il dolore che hai dentro no! - Dico piangendo - Guarda come ti ha ridotto... - Indico il suo corpo. 
J: Lui sta molto peggio, fidati. - Dice sorridendo. Lo guardo. 
Io: Non è divertente Justin. Avresti potuto perdere la vita, te ne rendi conto? 
J: Ma non è successo Amber, non è successo ed è questa la cosa che conta. 
Io: E se fosse successo, eh? Cosa cazzo avrei fatto io senza di te? Me lo spieghi questo? - Abbassa lo sguardo, stringendo la bocca in una linea dura - Vederti ridotto in questo stato non mi aiuta affatto. Sapevi che sarebbe successo tutto questo, vero? - Non risponde, ma continua a tenere lo sguardo basso - Non è così Justin? 
J: Si Amber, ne ero cosciente.
Io: Quindi... l-lo hai fatto di proposito. 
J: L'ho fatto perché tutto quello che volevo era te! - La sua voce è alta, colpendomi impreparata a quelle parole. Mi siedo sul letto, senza reagire. Lo vedo inginocchiarsi davanti a me, afferrando saldamente le mie mani - Amber... - Deglutisce - Non avercela con me, ti prego. Io non voglio, ma se mi arrabbio con te è perché ci tengo, ok? - Lo guardo - Perché tengo al fatto di averti al mio fianco, perché tengo a tutto quello che ci capita ogni giorno, perché tengo a quello che sta nascendo tra di noi ma, cosa più importante... perché tengo a te. - Mi mordo il labbro inferiore mentre i suoi occhi non si distolgono dai miei - Non ho niente se non ho te, riesci a capirlo? Riesci a capire che sei diventata più essenziale dell'aria? Riesci a capire che quando non sei al mio fianco il mondo mi cade addosso? Riesci a capire che sei diventata importante per me? - Una lacrima solca la mia guancia a quelle parole. Cos'altro potevo fare se non amarlo? Perché forse era così, lo amavo - Sto cambiando, grazie a te. E sai qual'è la cosa migliore di me? - Non riesco a smettere di piangere al suono di quelle dolci parole - Sei tu Amber, sei tu la parte migliore di me. T- tu non lo sai ma mi stai salvando, mi stai salvando dal mio oscuro passato. Tu sei la mia ancora di salvezza e senza di te affonderei come una nave in pieno oceano. - Deglutisco. Si avvicina al mio viso, guardandomi attentamente negli occhi - Guardami. 
Io: Lo sto facendo. - Dico lentamente.
J: Cosa vedi nei miei occhi? 
Io: I-Io non lo so. 
J: Guarda bene, più a fondo. - Dice stringendo le mie spalle. Cosa vedo nei tuoi occhi Justin? Non riesco a capirlo nemmeno io. 
Io: D-Dolore, sofferenza, odio, angoscia... 
J: E amore Amber. - Dice interrompendomi - Ho gli occhi pieni di te. - Un'ultima lacrima riga la mia guancia a quelle parole. I suoi occhi sono colmi di lacrime, lacrime pronte per compiere il loro lavoro. Si avvicina e, in una frazione di secondo, le sue labbra premono con forza sulle mie. Chiudo gli occhi all'istante, lasciando la sua lingua penetrare nelle mia bocca. Mi bacia le labbra avidamente, facendomi arrossire di colpo. Si alza, pronto per distendersi su di me senza staccare il contatto tra le nostre bocche. Costretta a stendermi sotto di lui, cedo completamente quando la sua mano arriva ad accarezzare la mia pancia al di sotto della maglietta. Un sospiro fuoriesce dalle mie labbra a quel tocco. La sua lingua lotta contro la mia togliendomi il fiato ad ogni loro contatto. Maledizione, amo tutto questo. Amo il modo in cui mi tratta, amo il modo in cui mi fa sentire speciale, amo le sue carezze e sto amando le sue labbra che si muovono frenetiche sulle mie. 
J: Piccola... - Sussurra riprendendo fiato. Il respiro viene a mancarmi e mi sento avvampare le guance a causa del nomignolo che aveva usato. Chiudo gli occhi, fremendo al tocco delle sue labbra sulla mia pelle. Bacia avidamente il mio collo, facendomi emanare un debole urlo. Sento il suo sorriso compiaciuto sulla mia spalla. Le sue mani arrivano a stringere i miei fianchi e mi ritrovo con il bacino alzato in aria, a contatto con il suo. Oh cazzo... Mi alza del tutto, facendomi passare su di lui. Si siede sul letto e mi fa adagiare perfettamente a cavalcioni sulle sue gambe. 
Io: J-Justin... - Sussurro. Sento i suoi denti affondare nella mia pelle, colpendomi di sorpresa. Succhia, succhia forte costringendomi a stringere i suoi avambracci. Geme sulla mia pelle e allento la presa, ricordandomi delle sue ferite. Cazzo, sto per cedere. "LO HAI GIÀ FATTO AMBER, LO HAI GIA' FATTO." Ripete la mia dea interiore. La sua mano sale e scende lungo la mia schiena fermandosi sul mio fondo schiena. Lo stringe forte tra le mani tornando a impossessarsi, di nuovo, della mia bocca. 
J: Ti desidero così tanto. - Soffia sulle mie labbra, guardandomi dritto negli occhi. E, in quel momento, capì che anch'io avevo bisogno di lui al mio fianco, che tutto questo lo volevo anch'io perché ne sentivo il bisogno. Un bisogno mai provato fin ora che solo lui era in grado di colmare, per sempre.

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