CAPITOLO 12. La partita.

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ORE 21.30
Sono distesa sul letto, con le cuffie nelle orecchie mentre la voce di Beyonce rimbomba nella mia testa. è tutto così sbagliato, lui è sbagliato. Ma che mi sta succedendo? Perché non la smetto di pensare a quel coglione? Sospiro pesantemente. Domani ci sarà la partita della squadra di basket, ho promesso a Josh di andarci visto che ha così tanta voglia di assistere alla partita. L’unico problema è lui, è quel dannato ragazzo che non la smetterà di fissarmi e io, la solita stupida, che sta al suo gioco di sguardi. “SECONDO ME TI PIACE.” Cosa? Piacere a me Bieber? Non esiste! È una cosa fuori dal comune. “ALLORA PERCHE’ NON LA SMETTI, UNA BUONA VOLTA, DI PENSARLO?” Perché non ci riesco, i-io… non ci riesco. Ci provo ogni giorno con tutte le mie forze ma… non ce la faccio. “QUESTO SIGNIFICA SOLO UNA COSA.” Cosa? Cosa significa? “SEMPLICE, SEI ATTRATTA DA LUI.” 
Dopo una lunga conversazione con la mia dea interiore ieri sera sono andata a letto tardi e, come se non bastasse, sta mattina ho anche fatto tardi a scuola.
Josh: Terra chiama Amber! Ehi, ci sei? – Dice sventolandomi una mano davanti agli occhi. 
Io: Ehm si, scusami. – Bevo un lungo sorso di caffè macchiato sperando che possa fare effetto.
Josh: Non hai una bella cera sta mattina, sai? 
Io: Come sei sveglio Parker. – Dico passandomi una mano tra i capelli. 
Josh: La partita inizia tra mezz’ora. Te la senti di venire?
Io: Ho altre alternative? – Dico guardandolo. 
Josh: Direi di no. 
Io: Lo immaginavo. – Sospiro, appoggiando il viso sul tavolo sotto la sua risata contagiosa. 
MEZZ’ORA DOPO
La palestra si è trasformata in uno stadio. La partita di campionato è davvero importante per alcuni. Per me, invece, è una solita, monotona, noiosa, partita di basket. Mi chiedo ancora il perché sia venuta.
Josh: Puoi cercare, almeno, di dimostrarti interessata? Sai, mi sento parecchio a disagio. 
Io: Scusami, hai ragione. – Mi siedo composta aspettando che la partita cominci. 

Venti minuti dopo l’arbitro ha dato inizio alla partita. I miei occhi sono puntati solo su un giocatore, Bieber. E devo dire che ci sa parecchio fare. Le due squadre sono ancora zero a zero. Josh non la smette un attimo di tifare e questo mi fa solo ridere. 
Josh: Avanti Amber, incoraggiamo la nostra squadra. – Dice tirandomi su per un braccio.
Io: No Josh, lasciami. – Dico ridendo. Fa spallucce e prosegue a cantare l’inno della nostra squadra insieme agli altri studenti. Un ragazzo alto e dai capelli rossi tira la palla a Bieber che, smarcando tutti i giocatori della squadra avversaria riesce a fare canestro. Lo guardo meravigliata e, anche se non me ne intendo molto di basket, quel canestro è stato decisamente perfetto. Un collettivo urlo di felicità inizia ad espandersi all’interno della palestra. Mi alzo, affiancando Josh. Questa partita sta diventando sempre più interessante. 

Il fischio dell’arbitro annuncia la fine del primo tempo. Entrambe le squadre corrono verso i loro rispettivi coach. Vedo il professor Braun, insegnante di educazione fisica nonché coach della squadra, parlare a quattr’occhi con Bieber che annuisce alle sue parole. Alza lo sguardo e i suoi occhi si incrociano con i miei. L’ombra di un sorriso appare sul suo volto. E ora? Cosa devo fare? Ricambiare o no il sorriso? Distolgo lo sguardo, forse la cosa migliore da fare. La partita riprende, senza riuscire a distrarmi dai miei pensieri. 

Sette pari. Siamo sette pari. In tutto questo tempo non ho fatto altro che tifare la mia squadra sotto lo sguardo divertito di Bieber. Ma ora le cose iniziano a complicarsi. Un ultimo punto, un ultimo punto, decisivo, che cambierà radicalmente le cose. La palla è in possesso di Bieber. Ora è tutto nelle sue mani. Afferro la mano di Josh, stringendola forte. Prima di dare il via al secondo tempo gli occhi di Justin si incrociano con i miei, di nuovo. Un debole sorriso compare sul mio volto, come per rassicurarlo. Lui ricambia, visibilmente sorpreso. Il suono del fischietto dell’arbitro annuncia il secondo tempo. Justin, con passo svelto, smarca tutti i giocatori, tira e… oh cavolo! 
-Canestro! – Annuncia l’arbitro. Tutti gli studenti iniziano ad urlare felici, compresa me e Josh. Ci abbracciamo forte, saltellando sul posto come due bambini. Il coach Braun consegna la coppa a Justin che viene alzato in aria dal resto della squadra. Non c’era persona che non urlava il suo nome e rimasi sorpresa nel vedere che anche il mio migliore amico lo faceva. Era stato davvero bravo, c’era da ammetterlo. Se la squadra aveva vinto… era solo grazie a lui. Corinne gli corse incontro baciandolo con passione. E lui? Bhè, lui non potè fare a meno di ricambiare. Abbassai lo sguardo, dovevo smetterla, smetterla di pensare a lui. “NON CE LA FARAI MAI.” E invece si, potevo farcela. Sarebbe stato solo uno sbaglio continuare così e io, per quanto forte potessi apparire agli occhi degli altri dentro… stavo morendo. Di gelosia? No, di dolore. 
ORE 22.00
Siamo tutti a casa di Bieber, ha dato una festa per la vittoria del campionato. In questo momento mi trovo seduta su un divanetto insieme a Josh, Taylor è sparita con il suo ragazzo da più di dieci minuti. 
Josh: Ti va di andare fuori? – Mi urla all’orecchio a causa della musica troppo alta. Annuisco. Mi tende la mano che afferro, saldamente, poco dopo. Usciamo in giardino notando di non essere i soli. Ovunque c’erano persone che parlavano o, persino che ballavano, quando la festa era dentro. Ci sediamo intorno ad un tavolino ammirando le luci della città davanti a noi. Questa casa… mi ritorna in mente quel pomeriggio qui. Non avevo mai parlato di mio padre, prima d’ora, ad uno sconosciuto. 
Josh: Stai pensando a lui, non è vero? – Mi volto di scatto, guadandolo male.
Io: Perché dovrei pensare a lui?
Josh: Amber, non c’è bisogno di scaldarsi tanto. La mia era solo una semplice domanda. – Distolgo lo sguardo dal suo. Mi chiedeva se stavo pensando a lui? Oh, ma davvero lo aveva fatto? Perché, cosa facevo di solito? – Non sei molto brava a mentire, sai?
Io: Non sei di certo il primo che melo dice, sai? – Lo guardo. 
Josh: Che ti sta succedendo? – Oh credimi Josh, vorrei tanto saperlo anch’io. È tutto così sbagliato, tutto questo è sbagliato. Io che penso a lui, lui che mi sorride, io che ricambio i suoi giochi di sguardi come una cretina… sospiro rumorosamente. Non devo, non posso, non accadrà. Non mi innamorerò mai di lui. “E PENSI DAVVERO DI RIUSCIRSCI? TI RICORDO CHE PASSERAI DUE SETTIMANE CON LUI A PARIGI, DUE! E QUESTO VUOL DIRE SOLO UNA COSA: CONTATTO VISIVO, CONTATTO SENTIMENTALE E, COSA PIU’ IMPORTANTE, CONTATTO FISICO.” Batte le mani euforica. Alzo gli occhi al cielo. Perché Dio ha fatto si che tutto questo capitava proprio a me? Perché ha fatto entrare Bieber nella mia vita? Perché ci ha fatto incontrare quella maledetta sera, in quella maledetta discoteca? Perché doveva proprio far accadere tutto questo, eh? La mia vita? Va di male in peggio. “L’ARRIVO DI JUSTIN NELLA TUA VITA E’ STATO UN BENE, E QUESTO LO SAPPIAMO ENTRAMBE. NON PUOI MENTIRE A TE STESSA.” 

Our love suicideWhere stories live. Discover now