CAPITOLO 4. Sta lontana da lui.

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PARTE JUSTIN
La seguo con lo sguardo mentre si incammina verso casa. Ah, fanculo! è così testarda che... mi fa, letteralmente, impazzire. Entro in macchina e parto, a tutta velocità, verso casa mia. Stringo, forte, le mani sul volante pensando a quello che è appena successo. Devo risolvere le cose, e anche in fretta.
10 MINUTI DOPO
Entro in casa posando le chiavi della macchina sulla mensola. Controllo l'orario: le 2.00. Salgo al piano superiore, attirando l'attenzione di Rayn e Chaz. 
C: Allora Bro? Com'è andata? - Dice seguendomi nella mia stanza. 
R: Sei riuscito a...
Io: No cazzo, no! - Dico interrompendolo - Non ci sono riuscito! - Mi sfilo le scarpe lanciandole in un angolo della mia stanza - Si da il caso che la stronzetta mi ha fatto, parecchio, incazzare. Vi sbagliavate sulla sua opinione, non è affatto una preda facile. Non è come le altre, porca puttana! - Dico urlando. Accendo una sigaretta e la porto alla bocca, cercando di far passare il mio nervosismo. 
C: Che pensi di fare ora?
Io: Quello che ho sempre fatto. - Butto fuori il fumo - Farle credere che non sono affatto il ragazzo che tutti pensano di conoscere, farle credere che, anche una come lei... può innamorarsi di Justin Bieber. - Sorridiamo divertiti. 
DUE GIORNI DOPO
Mi alzo con poca voglia e inizio a prepararmi per andare in quel posto infernale che tutti chiamano "scuola." Se solo mia madre non avesse insistito per farmi riprendere gli studi scommetto che, a quest'ora, non sarei, affatto, qui. Scendo al piano di sotto, dirigendomi in cucina. Mi siedo al mio posto, iniziando a fare colazione.
C: Buongiorno. - Dice entrando in cucina. 
Io: Buongiorno. Vieni oggi a scuola? - Annuisce. 
C: Vengo più tardi con Rayn, ancora dorme. - Dice scocciato. Si siede al suo posto e addenta un cornetto - Che pensi di fare con la pollastrella? - Dice con la bocca piena. Cavolo, me ne ero, completamente, dimenticato. 
Io: Ancora non lo so. - Dico alzandomi - Io vado. - Afferro lo zaino. Mi guarda stupito.
C: Di già? - Annuisco. Lo saluto con un cenno della mano ed esco di casa. Oggi ho voglia di fare due passi. Inizio ad incamminarmi verso scuola. Il vento soffia leggero, facendomi rabbrividire. Infilo le mani all'interno delle tasche dei pantaloni, continuando a camminare a testa bassa. Da lontano, noto Amber uscire di casa ed incamminarsi nella mia stessa direzione. Sorrido. Mi avvicino a lei, con passo svelto, fino a raggiungerla.
PARTE MIA
Esco di casa ed inizio a percorrere il, breve, tragitto che mi divide da scuola. 
-Bella mattinata, eh? - Mi giro di scatto e noto Justin dietro di me. Continuo a camminare, ignorandolo completamente - Che c'è? Non si saluta un amico? 
Io: Tu non sei mio amico.
J: Ma possiamo diventarlo, sai? 
Io: Preferisco baciare il culo di un barbone piuttosto che esserti amica. 
J: Acida, ecco cosa sei. La ragazza più acida che conosca. 
Io: Oh, ti ringrazio per il complimento. Mi mancava, sai? - Dico guardandolo.
J: Non c'è di che. - Sorride appena. Arriviamo davanti al piazzale della scuola e mi allontano, del tutto, da lui per raggiungere Taylor che mi aspetta all'entrata.
T: Da quando vieni a scuola con Bieber? - Dice guardandolo con un sopracciglio alzato.
Io: Non è mica colpa mia se il ragazzo ha il vizio di accollarsi alle persone. - La tiro per un braccio conducendola nell'aula di chimica. 
ORE 13.00
La campanella suona ponendo fine alla lezione di spagnolo e facendoci emanare un, collettivo, sospiro di sollievo. Ognuno si dirige verso il proprio armadietto, riponendo i libri. 
Io: Hai visto Josh? - Chiedo a Taylor. Josh è il mio secondo migliore amico. Disapprova con la testa. Ci incamminiamo verso la mensa sperando di riuscire a mangiare qualcosa di dignitoso: cotolette di pollo, meglio di niente. Dopo aver preso il pranzo ci sediamo al nostro tavolo. Non molto distante da noi c'è il cosiddetto "tavolo dei popolari" un tavolo dove solo uno come Bieber può starci. Lo vedo filtrare con Corinne, l'oca della scuola nonchè il capitano della squadre delle cheerleaders. Inizio a mangiare. 
T: Non pensare a lui. - Dice a testa bassa addentando la sua cotoletta cosparsa di maionese. 
Io: Chi ti dice che stia pensando a lui? - Dico scocciata.
T: Evita di guardarlo, allora.
Io: Possibile che devi rimproverarmi per ogni cosa? 
T: Mi sto solo preoccupando per te. 
Io: Non serve. 
T: Va bene, come vuoi. - Abbasso lo sguardo, continuando a mangiare. 
-Di che parlate? - Dice Josh abbracciandomi da dietro. 
Io: Niente di importante. Piuttosto tu, che fine hai fatto? - Si siede accanto a me, afferrando una patatina depositata nel mio piatto. 
Josh: Ho avuto vari impegni in questi giorni. Ti sono mancato? - Dice mostrandomi un sorrido da ebete. Avvolge un braccio intorno al mio collo. 
Io: Mmh...
Josh: Mmh? Come mmh? - Io e Taylor scoppiamo a ridere. 
Io: Certo che mi sei mancato, scemo. - Dico scompigliandogli i capelli. Mi stampa un bacio sulla guancia, accarezzandomi un braccio. Alzo lo sguardo e noto Bieber fissarmi. I suoi occhi sono così cupi, così spenti... non trasmettono nessun emozione. Alterna lo sguardo da me a Josh, stringendo forte la mascella, sicuramente per irritazione. "E SE FOSSE PER GELOSIA?" No, non è possibile. Justin Bieber geloso di me? Che cosa banale. "JUSTIN E' GELOSO DI TE, JUSTIN E' GELOSO DI TE..." Continua, a saltellare, la mia dea interiore. Torno a mangiare il mio pranzo, forse ancora, sotto il suo sguardo vigile. 
PARTE JUSTIN
Do una leggera gomitata a Rayn, attirando la sua attenzione. 
Io: Chi è quel tipo? - Dico indicandolo con un cenno del capo. 
R: Si chiama Josh, è il capitano della squadra di rugby. - Mi passo una mano tra i capelli. 
Corinne: Ehi Justin... - Dice attaccandosi al mio braccio - Che ne dici di venire da me, dopo scuola? - Sorrido maliziosamente e mi volto verso di lei.
Io: Sono già lì. - Sorride a sua volta stampandomi un, leggero, bacio sulle labbra. 
ORE 16.30
Mi ci voleva proprio una bella, sana, scopata. Sono così stressato in quest' ultimo periodo e Corinne riesce sempre a farmi dimenticare di ogni cosa, tranne che di lei... Amber. Devo risolvere tutto al più presto, devo ottenere la sua fiducia, in un modo o nell'altro. Mi alzo dal letto, infilandomi i boxer. 
Corinne: Già te ne vai? - Dice coprendosi il seno con il lenzuolo. Annuisco. 
Io: Devo sbrigare delle cose. - Mi avvicino a lei e le stampo un bacio sulla guancia.
PARTE MIA
Chiudo, pesantemente, il libro di chimica e mi distendo sul letto. Sono stremata, nel vero senso della parola. Qualcuno bussa alla porta della mia stanza. Pronuncio un debole "Avanti." La porta si apre e scorgo la figura di Josh. Gli sorrido dolcemente mentre chiude la porta alle sue spalle. 
Josh: Come va? - Dice sedendosi, sul letto, accanto a me. 
Io: Bene, ma non ce la faccio più a studiare. 
Josh: Hai, davvero, bisogno di prenderti una pausa, lo sai?
Io: Si, lo so...
Josh: Che ne dici di uscire sta sera? 
Io: Uscire? Intendi, solo io e te? - Annuisce sorridendo.
Io: D'accordo. - Dico ricambiando il sorriso.
TRE ORE DOPO
Io e Josh ci troviamo in una deliziosa pizzeria, situata non molto distante da casa mia. è stato molto carino ad invitarmi a cena. 
Josh: Allora, come vanno le cose? A parte la scuola, intendo. 
Io: Potrebbero andare meglio. - Dico addentando la mia, buonissima, pizza ai quattro formaggi. 
Josh: Problemi con Bieber, eh? - Alzo di colpo lo sguardo verso di lui, guardandolo sbigottita. 
Io: Come scusa?
Josh: So tutto. - Dice guardandomi negli occhi. 
Io: è stata Taylor, vero? 
Josh: Può darsi... o, forse, nella scuola non si fa altro che parlare di voi. - Dice facendo spallucce. Questo spiega il comportamento di alcuni studenti, questo spiega perchè, ogni giorno, ho tre mila occhi puntati addosso. 
Io: Dimmi la verità.
Josh: Sei tu, qui, che devi dirmi la verità. - Dice guardandomi serio - Si può sapere che cazzo stai facendo? Ti rendi conto che la tua vicinanza con Bieber non porta a buoni risultati? - Abbasso il capo - Guardami in faccia quando ti parlo di queste cose. - Dice arrabbiato.
Io: S-Scusa... - Dico più a me stessa che a lui.
Josh: Perchè stai facendo tutto questo?
Io: Io non sto facendo proprio niente Josh, devi credermi. Sei il mio migliore amico e... e non ti mentirei mai su niente. 
Josh: Ma potresti iniziare a farlo. - Lo guardo pietrificata. 
Io: T-Tu non ti fidi di me... - Dico quasi sull'orlo di piangere. Si guarda intorno per poi appoggiare entrambi i gomiti sul tavolo. 
Josh: Come pensi che possa fidarmi? Ti stai frequentando con il nemico, con il nostro nemico. 
Io: Nemico? Ma di cosa stai parlando? - Sospira. Si alza, sedendosi accanto a me. 
Josh: Troppe cose non sai Amber e non posso di certo essere io a dirti la verità. - Dice sussurrando per non farsi sentire. 
Io: Quale verità? 
Josh: Posso solo dirti una cosa... - Fissa il suo sguardo nel mio - Sta lontana da lui. Non ti chiedo di farlo per me, ma per te stessa. Ok? - Annuisco. Non capisco, non riesco davvero a capire. Cosa c'è di sbagliato in tutta questa storia? Cosa c'è di tanto sbagliato in Justin? è vero, non è una persona molta convincente ma... quali segreti potrà, mai, nascondere il suo passato? Continuo a non capire...
ORE 7.30
Mi alzo con poca voglia e spengo la sveglia che non ne vuole sapere di stare zitta. Mi dirigo verso il bagno, ancora assonnata. Venti minuti dopo sono pronta e mi incammino verso scuola. Quando arrivo raggiungo l'aula di storia dell'arte dove mi trovo ad essere unita, insieme alla mia classe, a quella di Bieber. Mi sorride beffardo, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. Lo ignoro completamente sedendomi al mio posto, tra Taylor e Josh. 
Josh: Tutto bene? - Mi domanda premuroso. Annuisco - Scusa per ieri sera, ho un tantino esagerato. 
Io: Tranquillo, è tutto ok. - Dico sussurrando. La prof. Smith inizia a spiegare una, noiosissima, lezione. Disegno sul banco, cercando di passare, in qualche modo, il tempo. Istintivamente alzo lo sguardo e mi trovo a fissare Bieber, seduto qualche banco più avanti del mio. Perchè è così misterioso quel ragazzo? Cosa c'è di così segreto in lui? Si gira, i nostri sguardi si incrociano dandogli la prova che lo stavo fissando. Un sorriso divertito appare sul suo volto. Mi fa l'occhiolino e, in quel momento, arrossisco violentemente. Distolgo lo sguardo dal suo e riprendo a disegnare, ignorando l'accaduto. Sento lo sguardo di Josh addosso e, intuisco, che ha visto tutta la scena. Non voglio parlare con lui di questo, soprattutto ora. Decido di prendere qualche appunto, per farmi vedere interessata alla lezione. 
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La campanella suona, ponendo fine a quell'incredibile tortura. Afferro i miei libri e mi dileguo, immediatamente, fuori dalla classe. 
Josh: Che rottura di palle assurda! - Dice riponendo i libri all'interno del suo armadietto situato proprio accanto al mio. Nascondo una risata. La campanella suona di nuovo e, ogni studente, si dirige verso la propria classe. 
Taylor: Ti aspettiamo? 
Io: No, tranquilli. Voi andate pure, io vado un attimo in bagno. - Annuiscono e si incamminano verso la classe di inglese. Rimango da sola, in quell'enorme corridoio, osservando i miei amici scomparire tra le scale. Ripongo i libri all'interno dell'armadietto e afferro quelli della materia successiva. 
-Ci incontriamo sempre qui noi, eh? - Riconosco la voce. Come potrei non farlo? è, così, irritante. 
Io: Forse perchè qui si trova il mio armadietto? Forse perchè sei sempre pronto a seguirmi come un maniaco? - Sorride leggermente.
J: Forse. - Si appoggia con la schiena contro gli armadietti - Non hai fatto altro che fissarmi per tutta l'ora, vero? 
Io: Come scusa? - Dico incredula.
J: Oh avanti, hai capito benissimo. - Chiudo violentemente l'armadietto, facendolo sobbalzare. 
Io: Cosa vuoi sentirti dire, eh? Vuoi, davvero, aspettarti che ti dica di si? Bhè, non lo farò perchè avevo tutt'altro da fare che stare a fissare uno come te. 
J: Non sei molto brava a mentire. – Stringo forte i pugni. 
Io: Possibile che devi essere sempre così irritante? 
J: Possibile che devi essere sempre così bugiarda? - Dice fronteggiandomi. 
Io: Non ti ho chiesto niente, non voglio niente da te, non cerco niente da te. Ma tu... tu cosa diavolo vuoi da me? 
J: Possibile che ancora non lo hai capito? - Dice avvicinandosi. Indietreggio. 
Io: Stammi lontano! - Dico seria. Sorride divertito per poi bloccarmi al muro. Sono in trappola, tra la parete e il suo corpo che fa pressione sul mio. Posa le mani sul muro, all'altezza della mia testa e mi guarda dall'alto, inumidendosi le labbra con la lingua più volte. Lo guardo cercando di rimanere il più calma possibile ed evitando di mostrare la mia debolezza, in qualche modo. 
J: Sei così bella. - Dice sussurrando e, allo stesso tempo, accarezzandomi il collo. 
Io: Non toccarmi. - Dico spostando la sua mano. 
J: Sei una bambina cattiva, molto cattiva. E lo sai che fine fanno le bambine cattive come te? - Deglutisco. Perchè riesce a mettermi paura anche solo con uno sguardo? I suoi occhi sono fissi sui miei e ora, guardandoli più da vicino, posso finalmente rendermi conto che sono di una bellezza esagerata. Le piccole sfumature che si formano con l'alternanza della luce li rendono ancora più misteriosi. Ma, nonostante questo, non riesco a leggerne le emozioni. 
Io: Si può sapere che cazzo vuoi?
J: Veramente i miei gusti sono ben diversi, tesoro. - Dice divertito. Lo spingo via, facendolo indietreggiare. 
Io: Fanculo Bieber. - Dico andandomene. Sono stanca, stanca di tutto questo, stanca del suo modo di fare, stanca di essere trattata così da un imbecille del genere... sono stanca di lui. 

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