CAPITOLO 31. Non oserai mai toccarla

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PARTE JUSTIN
Mi incammino verso il luogo dell’incontro, un luogo sperduto e deserto. Infilo le mani nelle tasche dei pantaloni e cammino a testa bassa. Lei ha bisogno di me, io ho bisogno di lei e non posso lasciarla sola, per nessun motivo. Tornerò, l’ho promesso ma lo faccio per lei, solo per lei. Quando continuava a piangere davanti a me non riuscivo a muovere un muscolo ma avrei tanto voluto trasmettergli il mio affetto attraverso un bacio. Tiene a me, proprio come io tengo a lei. Ormai Amber è diventata una parte della mia vita, e per molti versi è la parte migliore. Non riesco a fare a meno di lei, è… è diventata come un ossessione ormai. Avrei tanto voluto restare con lei ma l’ultima cosa che voglio è che Patrick le faccia del male, sarebbe capace di fare di tutto quel mostro. La mia attenzione ricade su una coppia di ragazzi parlare sotto la luce, fioca, di un lampione. Poco dopo mi accorgo che si tratta di Rayn e Chaz. Mi avvicino a loro, guardandomi intorno. 
Io: Avete quello che mi serve?
R: Certo. – Alza, piano, la maglietta permettendo ai miei occhi di osservare una perfetta pistola nera. Me la porge e, una volta afferrata, la poso nella tasca posteriore dei pantaloni. Gli faccio segno con la mano di seguirmi e ci incamminiamo verso un piccolo sentiero dove, alla fine di esso, si erige un gigantesco edificio. Entriamo al suo interno, incamminandoci verso un immenso salone malridotto. I miei occhi si posano sulla squallida figura di Patrick. Si accorge di me e sorride divertito. 
P: Bene, bene, bene… guarda un po’ chi abbiamo qui! – Mi avvicino, seguito da Rayn e Chaz – Il grande Justin Bieber in persona! – I suoi amici si girano, regalandomi un generoso sguardo di sfida che ricambio subito dopo – Mi pare di essere stato abbastanza chiaro. L’incontro era alle dieci in punto.
Io: Non mi interessa, sono qui solo per una ragione.
P: Oh, so bene perché sei qui. Discuteremo molto volentieri sulla tua amichetta. – Dice avvicinandosi minaccioso – Voi due… - Dice indicando Rayn e Chaz – Statene fuori. Nessuno deve intromettersi, è una questione che riguarda me e lui. – Chaz fa per replicare ma lo interrompo girandomi verso di lui. E dal mio sguardo capisce che deve ubbidire. Si allontanano di poco, mentre torno a guardare Patrick. 
Io: Sai, non immaginavo che saresti arrivato a questo punto.
P: Oh, nemmeno io. Scontrarci per una puttanella non è affatto maturo. – Sorride divertito. Stringo forte i pugni al suono di quel nomignolo. 
Io: Lei non è una puttana. – Dico irritato.
P: Invece si, scommetto che è una grande succhia cazzi. – Qualche idiota ride, aumentando in me una profonda rabbia. Avanzo di un passo, lanciandogli un pugno in piena faccia. Tiene il viso girato da un lato mentre il suo naso inizia, lentamente, a sanguinare. Si pulisce con il dorso della manica della sua felpa, sorridendo compiaciuto – Bene, bene… a quanto pare ti piace fare a pugni, eh? Peccato che ora sarò io a divertirmi. – Fa per sferrarmi un pugno ma lo blocco con il palmo della mano. Gli giro con forza il polso verso destra e sul suo viso compare un espressione dolorante, questa volta sono io a sorridere. 
Io: Non hai capito proprio un cazzo, eh? Non ci arrivi proprio, a quanto pare. Nessuno, nessuno può fermarmi. Compreso tu, lurido verme. Non riuscirai mai a mettere le tue sporche mani addosso ad Amber, perché sarò prima io a metterle addosso a te. – Lo butto a terra e, nello stesso istante, mi catapulto su di lui colpendolo più volte sul viso. Mi alzo da terra, mentre il respiro viene a mancarmi. Il fiatone si impossessa della mia gola, costringendomi a respirare con fatica. Guardo le mie mani ricoperte di sangue. 
P: Brutto bastardo. – Dice sputando sangue – I-Io ti ammazzo con le mie stesse mani. – Mi avvicino a lui, tirando su le maniche del mio giacchetto. Un sorriso beffardo compare sul mio volto. Ma tutto questo non è paragonabile all’odio che mi divora dentro. Afferro il coletto della sua maglietta e lo tiro su, sbattendolo con violenza contro il muro. 
Io: Vuoi giocare ancora, eh? E allora giochiamo. – Gli lancio un ennesimo pugno colpendogli, questa volta, la bocca. Lo lascio cadere a terra, dolorante. Mi volto verso i suoi amici, guardandoli uno ad uno. Alcuni di loro sono molto piccoli, avranno si e no 14 anni – Ne volete anche voi? Chi vuole divertirsi un po’ con me, eh? – Qualcuno indietreggia, qualcun altro scappa via correndo sotto la mia risata divertita accompagnata da quella di Chaz e Rayn. D’un tratto una forte botta alle mie spalle mi fa cadere a terra, ritrovandomi il pavimento ad un centimetro di distanza dal mio naso. Quel bastardo mi aveva dato un calcio in piena schiena. Mi volto di scatto ma prima che possa reagire un forte pugno compisce la mia guancia destra. 
P: Fottiti stronzo, fottiti. – Dice colpendomi con forza il viso. Un aspro sapore di sangue sale lungo la mia gola e, ben presto, mi trova a sputare sangue senza sosta. Inizia a prendere a calci il mio corpo e sento gli occhi pizzicarmi. Penso ad Amber, a tutto quello che ci eravamo detti ieri sera. Penso a tutto quello che abbiamo passato in questo periodo e penso a quello che passeremo in futuro. La vista comincia ad essere fioca, a causa delle lacrime. Non posso, non posso lasciarlo fare. Devo tornare da lei, gliel’ho promesso. L’ho fatto maledizione! Afferro con un mano la caviglia di Patrick, tirandola verso di me. Perde l’equilibrio per poi sbattere la schiena contro il cemento. Mi alzo, lentamente, dolorante e lo guardo con disprezzo. Ride, ride senza fermarsi e posso notare qualche residuo di sangue tra i suoi denti. 
P: Sei tu, qui, quello che non ha capito un cazzo. – Irrigidisco la mascella, aspettando che continui la frase lasciata in sospeso – Mi fotterò la tua bella amichetta, in un modo che nemmeno immagini.
Io: No, mai! – Dico urlando. 
P: Oh, ne sei sicuro? – Riprende a ridere, tossendo varie volte. Perdo il controllo, completamente, ed estraggo la pistola dalla tasca dei pantaloni. Rayn e Chaz avanzano di un passo, proprio come il resto dei presenti. L’espressione di Patrick si incupisce quando i suoi occhi si posano sull’arma che tengo stretta nella mano sinistra. 
Io: Tu non ti fotterai proprio nessuno. – Dico quasi sull’orlo di piangere.
P: Avanti a-amico, non vorrai mica uccidermi. – Carico il grilletto, sotto i suoi occhi dilatati per il terrore. Lo sento deglutire. 
Io: Non oserai mai toccarla, mai. – Il mio dito tentenna a sparare – Ti ammazzo, ti ammazzo razza di schifoso bastardo. – Dico stringendo forte i denti – Meriti solo di morire. – Deglutisce di nuovo, strusciando come un verme per allontanarsi. Lo guardo compiere quel gesto, sbalordito e incredulo allo stesso tempo. Che razza di femminuccia. Le mie labbra si curavano in un sorriso divertito nel momento esatto in cui faccio per sparare, ma il suono della sirena della polizia distrae i miei pensieri. Noto persone scappare e, in quel momento, capisco che è l’unica cosa sensata da fare. Risposo la pistola nella tasca dei jeans e corro verso la porta secondaria insieme a Chaz e Rayn. 
Io: Riesci a vedere qualcosa? – Dico sussurrando a Chaz fermandomi dietro un albero.
C: Hanno preso Sam, l’amico di Patrick. 

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