CAPITOLO 26. Sei così preziosa per me.

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PARTE JUSTIN
Continuo a camminare per poco, conducendola nella gigantesca terrazza che mostra l'intera città dall'alto, un vero spettacolo. Mi mordo il labbro inferiore, devo trattenere la voglia che ho di baciargli il collo. 
Io: Sei pronta? - Le sussurro contro un orecchio. Annuisce. Respiro profondamente il suo incantevole profumo, cercando di rimanere il più calmo possibile - Puoi aprire gli occhi. - Si allontana da me, poggiando le mani sulla ringhiera della terrazza. Non riesco a vedere la sua espressione, non riesco a percepire nessuna sua emozione. Si volta lentamente e mi guarda felice. Cavolo, non l'avevo mai vista così. Il sorriso che ha sul volto è qualcosa di unico, qualcosa di decisamente troppo bello. Per un momento, a causa di quel sorriso, sento la terra mancarmi sotto ai piedi ma poi realizzo che è solo il mio stupido cuore che non la smette di battere come un pazzo. Deglutisco. 
A: è bellissimo. - Ricambio il sorriso. Mi avvicino a lei e le sposto una ciocca di capelli da davanti il viso. Deglutisco, ritrovandomi a fissare le sue labbra. 
Io: Non ci riesco, i-io ti garantisco che ci ho provato ma non ci riesco proprio. - Dico soffiando sulle sue labbra. 
A: A fare cosa? - Dice guardandomi negli occhi.
Io: A provare a dimenticarti. - La guardo - Ma sei qui. Capisci? - Dico toccandomi la testa - Io... N-Non ci riesco. - Abbassa lo sguardo sospirando. 
A: Justin, io non posso. Non posso darti quello che vuoi. Lo capisci questo?
Io: Perché? - Dico guardandola con sguardo innocente. La sua espressione si addolcisce. 
A: Non posso essere tutto quello di cui hai bisogno. 
Io: Tu sei tutto quello di cui ho bisogno. - Mi guarda meravigliata dalla mia confessione - Amber, io credo... io credo di...
A: Non Justin, no. - Dice interrompendomi - Non voglio sentire quello che hai da dirmi. Complicheresti solo le cose, per favore. - Deglutisco. Si allontana da me, continuando a guardare il paesaggio. 
Io: Vuoi davvero questo Amber? Sei sicura della tua scelta? 
A: Non ho fatto nessuna scelta Justin, nessuna.
Io: E come la chiami, allora, quella di partire per New York? - La sento sospirare. 
A: Ho bisogno di passare del tempo da sola.
Io: E come pensi che ti possa aiutare passare del tempo da sola? - Dico avvicinandomi. 
A: Ho bisogno di riflettere. 
Io: Riflettere? Ma riflettere su cosa? Non c'è niente da riflettere. 
A: Ho bisogno di riflettere su noi! - Dice, all'improvviso, guardandomi negli occhi. Stringo la mascella. "Noi." - Ma non capisci? Non capisci che devi dimenticarti di me? Lo devi fare Justin, per il bene di entrambi. 
Io: Tu, tu non sai qual è il mio bene. 
A: Ma è meglio per entrambi Justin!
Io: Tu non sai cos'è meglio per me! - Dico alzando il tono della voce. Sospira, abbassando il capo.
A: Ma so cos'è meglio per me... - Dice sussurrando. 
Io: Faccio per tornare quello di un tempo ma poi ti penso, ti penso maledizione e cerco di cambiare, cambiare per te. - Alza di colpo lo sguardo - Sai cosa c'è? Tu hai paura.
A: Paura? 
Io: Si, paura. Hai paura che qualcuno ci voglia stare veramente con te.
A: Io non voglio legarmi con nessuno, lo capisci si o no? Non ne sento il bisogno!
Io: E lo sentirai mai questo dannato bisogno? Sentirai mai il bisogno di lasciarti amare? 
A: Non così facilmente. - Dice guardando terra. Corrugo la fronte, cercando di capire le sue parole. 
Io: Che vuoi dire?
A: Che non sono una facile Justin, ecco cosa voglio dire. Perché innamorarsi? Io non ho nessuna fretta, semplicemente perché non sento il bisogno di farlo. Ma cosa credi? Che non mi piacerebbe essere innamorata almeno per una volta? Ma veramente? - La guardo negli occhi, quegli occhi che a poco a poco si stanno riempendo di lacrime incontrollabili che potrebbero uscire da un momento all'altro così, senza preavviso - Ho voglia di innamorarmi, ma della persona giusta. E quella persona ancora non è arrivata. - Vengo paralizzato dalle sue parole. Rimango lì, a fissarla come un coglione mentre sento il cuore perdere un battito. 
Io: Ti va di innamorarti di me? - Sussurro più a me stesso che a lei. Stringo forte i pugni, guardando il pavimento sotto di me. Continua ad ammirare tutto quello che la circonda, ignota di quello che ho appena detto. Non mi ha sentito, non lo ha fatto... non è riuscita a farlo. Sospiro, guardando il cielo sopra di me. 
A: Tu ed io siamo diversi Justin, lo siamo in un modo che nemmeno riesci ad immaginare. Siamo diversi in tutto: in carattere, in modo di agire, in modo di pensare... in modo di amare. - Dice puntando il suo sguardo su di me - Ed io ho bisogno di qualcuno che sappia amare come me, talmente forte da spaccarsi il cuore e le ossa. Perché io, quando amo, amo forte. - Continua a guardarmi, fissando ogni centimetro del mio viso - Ti guardo, ti sto guardando e più lo faccio più non riesco a capire cosa mi attrae di te. Non lo so proprio. - Mi avvicino a lei, arrivando a fronteggiarla perfettamente. Cerca di capire il mio comportamento e fa per replicare ma, prima che possa farlo, con una mossa veloce... premo le mie labbra sulle sue.
PARTE MIA
Le sue labbra si avventano sulle mie. Lo bacio con violenza, perdendo il controllo delle mie azioni. Mi attira a se e, in una frazione di secondo, sento la sua lingua scivolare nella mia bocca dando inizio alla loro solita battaglia. Le mie mani finiscono tra i suoi capelli, tirandoli dolcemente. Lo sento sospirare sulle mie labbra. Un brivido percorre la mia schiena a quel dolce suono. Mi fa indietreggiare e mi ritrovo con la schiena appoggiata contro una colonna. Preme il suo corpo contro il mio, facendomi arrossire di colpo. La sua mano si posa sulla mia guancia bollente penetrando più a fondo con la lingua. Il respiro viene a mancarmi e il cuore, il mio povero cuore, batte alla velocità della luce, senza mai fermarsi. Sento la sua mano arrivare ad accarezzare la pelle della mia schiena al di sotto della maglietta e a quel tocco, senza riuscire a controllarmi, lo spingo verso di me. Intrappolata tra il suo corpo. Oddio. Le mie mani scompigliano i suoi capelli mentre sento le sue salire, arrivando a sfiorare il gancio del mio reggiseno. Non riesco a fermarlo, non riesco a controllare le mie azioni. Si stacca lentamente, mentre il mio sguardo ritorna ad essere lucido, poco a poco. Il suo diaframma si muove ad un ritmo impressionante e il respiro viene a mancare ad entrambi. Deglutisco, perdendomi attraverso i suoi occhi. Mi ritrovo stupidamente a fissare le sue labbra, contornate da un alone rosso, decisamente eccessivo. Quell'alone in grado di dimostrare la potenza del nostro bacio. Mi passo la lingua sulla bocca, arrossendo violentemente. Sento il suo respiro sul collo e, lentamente, le sue labbra iniziano a baciare la mia pelle con dolcezza e con un lentezza provocatoria. Chiudo gli occhi mentre le mie mani si posano sulle sue possenti spalle. Butto la testa all'indietro permettendo alle sue labbra di arrivare a baciare la mia gola. La mia mano si posa, di nuovo, tra i suoi capelli accarezzandoli lentamente. Sento i suoi denti affondare nella mia pelle. Sgrano gli occhi, mentre un debole gemito esce dalla mie labbra. Riesco a percepire il suo sorriso sul mio collo mentre continua con la sua tortura. Stringo i suoi capelli tra le dita e, allo stesso tempo, lo sento succhiare la mia pelle. Mi mordo il labbro inferiore, rilassandomi. La sua mano scivola lungo il mio fondoschiena. Lo accarezza lentamente, mentre una strana sensazione si posa sul mio basso ventre. Mi irrigidisco di colpo quando lo stringe tra le sua mani.
Io: J-Justin... - Sussurro con poco fiato - Justin... - Ma sembra non ascoltarmi - Dobbiamo andare... - Mugola qualcosa di incomprensibile, respirando il mio profumo. 
J: Sei così preziosa per me, Amber. - Sussurra contro il mio orecchio. Mi si gela il sangue a quelle parole e mi rendo conto, solo in quel momento, che lo era anche per me. Torna a guardarmi negli occhi. Quegli occhi che ho sempre amato, fin dal primo momento. La distanza che ci divide è a appena percepibile - Che ti cosa ammettere che il tuo punto debole sono le mie labbra? - Abbasso di colpo lo sguardo, sentendo andarmi a fuoco le guance. Lo sento sghignazzare, a causa della mia reazione. Sospiro - Adoro quando diventi rossa, sei così bella. - Dice accarezzandomi il collo. Alzo lo sguardo verso di lui e lo guardo ancora, ancora e ancora. Lo guardavo dritto negli occhi, senza provare vergona e mi rendevo conto che avrebbe potuto far innamorare il mondo. 

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