CAPITOLO 72. Tu lo ami?

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PARTE MIA
Ci trovavamo in un delizioso ristorante. Cody aveva pensato a fare le cose in grande per quella sera e non potevo essere più felice. Infondo, la sua presenza non mi disturbava affatto. Seduti al nostro tavolo, parlavamo tranquillamente della nostra infanzia, ricordando episodi decisamente divertenti e imbarazzanti. Mi soffermai ad osservare il ragazzo che si presentava ai miei occhi: i suoi folti capelli castani sembravano un ammasso di riccioli ma, sebbene fosse perfettamente liscio, davano questa impressione. Gli occhi azzurri osservavano i miei e mi ci potei specchiare perfettamente dentro per qualche secondo. Le labbra carnose e rosee si curvavano leggermente in su ad ogni battuta detta. Cody era un ragazzo davvero molto carino. Il fisico era asciutto, ma comunque ben formato. Le grandi mani mi ricordavano tanto quelle di Justin. Abbassai il capo, involontariamente. Non dovevo, non potevo pensare a lui anche quella sera. No, non sarebbe accaduto. 
C: E tua madre? Come sta? 
Io: Oh, bene grazie. – Dissi sorridendo – Cerca il meno possibile di affaticarsi, per il bambino. 
C: Non l’avevi presa molto bene, vero? Intendo, la sua gravidanza. – Sospirai. 
Io: Inizialmente no ma, ora sto provando ad accettarlo. Sai, non è facile vivere per diciotto anni da sola e poi, all’improvviso, spunta questa notizia che ti sconvolge decisamente la vita. – Annuì, come se mi stesse capendo fino in fondo – Tu non hai fratelli o sorelle? 
C: Si, ho un fratello maggiore. È un uomo, ormai. Ha già una famiglia tutta sua ma vive a Boston. 
Io: Ci andate mai a trovarli? 
C: Quanto capita si. Ma preferiscono loro raggiungerci. 
Io: Capisco. Hai un buon rapporto con lui?
C: Si. È davvero bello avere un fratello. E vedrai, ti ci abituerai anche tu all’idea di averne uno. – Feci spallucce, sorseggiando un delizioso vino bianco. 
Io: Grazie per avermi portata qui, è un posto davvero bellissimo.
C: Figurati, è sempre un piacere. – Sorrise e ricambiai a mia volta – Devo portarti subito a casa? 
Io: Ehi! Da me non c’è mica il copri fuoco, eh? – Rise.
C: Bhè, meglio così. Avevo intenzione di portarti a fare una passeggiata, sempre se ne hai voglia ovviamente.
Io: Certo. Anzi, credo che mi farebbe molto bene, ho mangiato così tanto sta sera! – Sorrise divertito.

Ci troviamo a camminare per le strade di Los Angeles, senza una meta ben precisa. Il vento soffia pacato sui nostri volti. La serata sta davvero proseguendo bene e spero che nessun tipo di inconveniente la rovini. Cody è un ragazzo meraviglioso, davvero. La sua infanzia non è stata molto felice, data la perdita della nonna. Mi ha raccontato che ci era molto affezionato e che, dopo la sua morte, ha passato un triste periodo di solitudine.
C: Ti vedo pensierosa. – Disse attirando la mia attenzione. 
Io: Lo sono.
C: E a cosa pensi in particolare?
Io: Nulla di importante. – Gli sorrisi rassicurante. 
C: Posso farti una domanda? 
Io: Di che tipo?
C: Un po’ personale. 
Io: Tanto personale? 
C: Penso di si.
Io: Ok, spara. – Ci sedemmo su una panchina, situata su uno dei tanti marciapiedi della citta. 
C: Lo so che non dovrei chiedertelo ma… - Sospirò – Ascolta Amber, l’ho notato. Bieber ancora ti ama. Ma tu? Tu lo ami? – Sentì il flusso del sangue scorrere più veloce e, involontariamente, mi ritrovai a guardarlo male.
Io: Io amare Bieber? Non hai idea di tutto il male che mi ha provocato Cody, davvero.
C: Quindi no? 
Io: Si, un no netto!
C: D’accordo.
Io: Se non parlassimo più di lui te ne sarei infinitamente grata. – Annuì a testa bassa.
Mezz’ora dopo, ci incamminammo verso casa mia. La serata era trascorsa davvero bene. Sull’asfalto si percepiva solo il ticchettio dei miei tacchi che spezzavano il silenzio circostante. Il braccio di Cody mi avvolse calorosamente la schiene e mi ritrovai al caldo vicino al suo corpo. Era davvero un ottimo amico ma forse, per lui, io non ero tale. Forse, qualcosa di più. Un qualcosa che non avrei mai potuto essere. Il suo cellulare iniziò a squillare e rallentammo il passo. Si allontanò di poco, data la musica decisamente alta che proveniva dal “Moonlight”, la discoteca più prestigiosa dell’intera città. Mi strinsi nelle spalle, aspettando che la sua chiamata finisse. Nel frattempo mi soffermai ad osservare il luogo che mi circondava: un sacco di ragazzi e ragazze entravano ed uscivano all’interno del locale e la musica altissima faceva intuire che gran baccano ci fosse lì dentro. Ma una ragazza in particolare attirò la mia attenzione. Probabilmente era ubriaca. Il vestito corto lasciava intravedere quasi tutto e provai un grande dispiacere verso i suoi confronti. Mi passò davanti e mi osservò attentamente. I suoi grandi occhi verdi erano stanchi e ricoperti da occhiaie. Mi lanciò un’occhiata di disprezzo e quasi di odio. Corrugai la fronte, mentre la osservai entrare all’interno di un vicolo. Deglutì, quando mi accorsi che quello non era un semplice vicolo. Oh Amber, perché cacciarsi nei guai? Tieni a bada la tua eccessiva curiosità. Guardai Cody, impegnato ancora con la sua telefonata e mi allontanai, entrando nel vicolo. Perché cazzo lo stavo facendo? Forse per sapere chi era quella ragazza? Forse per sapere cosa le era successo? Forse per sapere in che posto mi trovavo? Camminai a testa bassa, evitando di incrociare qualche sguardo decisamente poco gradevole che mi veniva lanciato da un gruppo di ragazzi, fatti del tutto. Ma, quando alzai il capo e tornai ad osservare davanti a me, sbiancai di colpo. La scena che vidi mi diede i brividi e desiderai mentalmente di sbagliarmi. Justin. Quello era Justin, e sebbene fosse incappucciato ero riuscita immediatamente a riconoscerlo. Cosa cazzo stava facendo? E perché Chaz era con lui? Per qualche cazzo di motivo stava frugando all’interno di un borsone? E perché ne aveva estratto ben tre bustine di non so cosa? Ma quando osservai più a fondo la strana polverina bianca, mi accorsi che quella non era una semplice sostanza, ma cocaina. Sgranai di colpo gli occhi e la bocca mi si schiuse lentamente alla vista delle sue mani afferrare centotrenta dollari. E capì, troppo tardi forse, cosa stava accadendo. Mi avvicinai con passo svelto, doveva darmi una seria spiegazione. Ero consapevole che non stessimo più insieme e che tutto questo faceva parte di lui. Ma io ancora tenevo a lui, in modo smisurato. I miei tacchi risuonavano forte sull’asfalto e, ben presto, lo raggiunsi. Battei ritmicamente un piede a terra ed incrociai le braccia, aspettando che si accorgesse della mia presenza. Chaz sgranò gli occhi, e rimase paralizzato a fissarmi. Lo guardai severamente, meravigliandomi di lui. Un ragazzo dai capelli scuri fece capolino, osservandomi. 
-Credo che tu abbia visite, Bieber. Ci si vede. – Disse andandosene frettolosamente. Chaz deglutì, e Justin si voltò. I suoi occhi incontrarono i miei e, sebbene indossasse degli occhiali da sole, riuscì a notare le sue pupille dilatarsi attraverso le lenti scure. 
J: Cosa cavolo ci fai tu qui?
Io: Quanto vuoi per della droga? 

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Salve a tutte ragazze! scusate per questi lunghi giorni di attesa ma ho avuto dei problemini,vi prometto che sarò più attiva 

Our love suicideWhere stories live. Discover now