CAPITOLO 107. Non sono mai sazio di te.

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CAPITOLO 107. Non sono mai sazio di te.

ORE 21.30

Ero seduta sul divano, a pensare tranquillamente senza essere disturbata da nessuno. Quando notai Justin sedersi al mio fianco con una ciotola di pop corn tra le mani.

J: Vuoi? - Mi chiese con la bocca piena. Disapprovai con la testa, senza staccare gli occhi dalla TV. Misi il canale dello sport, notando la partita della squadra di basket - Non cambiare, non cambiare! - Ripeté sfilandomi il telecomando dalle mani. Lo osservai, corrugando la fronte.

Io: Prego eh? - Mi fece segno di stare zitta e lo feci, incrociando le braccia al petto. Appoggiai la schiena contro lo schienale del divano, incrociando le gambe a mo' di indiano.

J: Chi tifi? - Domandò.

Io: Bulls, tu?

J: Thunders. - Si voltò verso di me, come se si aspettasse che cambiassi idea.

Io: Bene, che vinca il migliore. - Dissi stringendo gli occhi in due fessure. Rimase in silenzio, storcendo la bocca come segno di disapprovazione. Fece di tutto, e quando dico di tutto intendo veramente ogni cosa, per attirare la mia attenzione ma non distolsi lo sguardo dalla TV.

J: Amber, potresti...

Io: Punto dei Bulls! - Esultai alzandomi in piedi e saltellando come una bambina. Mi guardò stranito, fin quando non tornai seduta al mio posto sfilandogli dalle mani la ciotola contenente i pop corn. Risi, iniziando a punzecchiarlo - Forte la tua squadra. - Risi ancora, mentre lui non smetteva di guardarmi male.

J: Vi stiamo solo mettendo alla prova. - Risi ancora di più.

Io: Oh certo, immagino. - Continuai per altri minuti così, fissando concentrata lo schermo della TV e prendendolo in giro ad ogni punto che segnava la mia squadra fortunata. Volevo vedere la sua reazione.

J: Amber, potresti almeno per un secondo considerarmi?

Io: Perché dovrei? - Dissi mangiando altre pop corn - Cavolo, le adoro. - Mi inumidì le labbra con la lingua, lentamente. Sapevo che mi stava osservando e volevo spingermi fino alla fine cercando di provocare nei migliori modi possibili. Non sapevo nemmeno io perché lo stavo facendo, ma volevo fargli perdere la pazienza. Poco furbo da parte mia. Sorrisi divertita, incontrando i suoi occhi - Bhè? Che ti prende?

J: Che prende a me? E a te?

Io: Sto più che bene Justin, credimi.

J: Vorrei parlarti.

Io: Davvero? - Dissi riempendomi la bocca di pop corn.

J: Si, e vorrei anche che la smettessi di mangiare. - Mi sfilò dalle mani la ciotola posandola sul piccolo tavolino davanti a noi e spense la TV.

Io: Ehi! Ma sei idiota?

J: No, devi starmi a sentire. - Aggrottai la fronte, sospirando.

Io: Cosa c'è? - Mi sedetti composta, irritata più che mai.

J: Ascolta, ho pensato molto a quello che è successo oggi. - Oh no. Oh no.

Io: Non mi va di parlarne. - Abbassai il capo.

J: Devo dirti alcune cose. - Sussurrò.

Io: Del tipo?

J: Del tipo che ho bisogno anch'io di riflettere. - Posai i miei occhi nei suoi, schiudendo le labbra per la sorpresa.

Io: Ah...

J: Per te va bene?

Io: Se è un modo per...

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