CAPITOLO 39. L'arrivo a New York.

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DUE GIORNI DOPO 

Oggi parto per New York. Ad attendermi all'aeroporto ci saranno già Taylor e Josh. Chiudo la valigia ed esco dalla mia stanza, scendendo le scale. Sulla stipite della porta noto mia madre e Paul. Si accorgono di me. Paul mi viene incontro, afferrando la mia valigia. Gli sorrido dolcemente, seguendolo fuori dalla porta. Saliamo sulla sua macchina e partiamo. Il tragitto fu abbastanza silenzioso, senza troppe domande ne risposte. Poco dopo la macchina di accosta davanti all'aeroporto della città. Scendiamo, ed entriamo all'interno della gigantesca struttura. Da lontano noto Taylor e Josh. Corro verso di loro, abbracciandoli forte. 

Io: Oh ragazzi... - Dico sull'orlo di piangere - Mi mancherete così tanto. 

T: Anche tu ci mancherai, Amber. - Mi stacco da quell'abbraccio guardandoli negli occhi. 

Io: Justin? 

Josh: Non si è fatto vivo. - Abbasso lo sguardo, sospirando. 

M: Tesoro... - Mi volto verso di lei abbracciandola forte - Fai buon viaggio, va bene? - Annuisco.

Paul: Quando sei arrivata facci uno squillo. 

Io: Oh Paul. - Abbraccio anche lui, avvolgendo le braccia intorno al suo collo. - Mi mancherai così tanto. - Sento la sua mano accarezzarmi la schiena. 

Paul: Anche tu, tesoro. - Una voce metallica annuncia il mio volo. Li guardo un'ultima volta mentre sento una profonda tristezza impossessarsi del mio corpo. Justin non è venuto, mi aspettavo il contrario. 

Io: Saluta Justin da parte mia. - Dico rivolta a Taylor. Annuisce, asciugandosi qualche lacrima. L'abbraccio di nuovo, incamminandomi in seguito verso la zona d'imbarco. Faccio il check-in, mentre un velo di tristezza mi divora completamente. Mi volto un'ultima volta verso di loro, salutandoli con un sorriso. Ormai ero pronta, orami sarei partita senza tornare indietro per un po' di tempo. Provai a cercare Justin con lo sguardo, inutilmente. Abbassai il capo, mentre le lacrime iniziarono a scendere lente. 

-Mi lasci passare! Mi lasci passare, maledizione! Amber, Amber aspetta! - Mi voltai di scatto, incrociando lo sguardo di Justin. Sgranai gli occhi, oh mio Dio... era veramente lui. Lasciai cadere la borsa a terra e corsi verso di lui. Riuscì a liberarsi dalla possente stretta di una guardia di sicurezza e corse a sua volta verso di me. Gli saltai completamente in braccio, baciandolo con passione. Mi tenne stretta a se, mentre la sua lingua penetrava a fondo nelle mia bocca. 

Io: Pensavo che non saresti venuto. - Sussurro riprendendo fiato.

J: Non avrei mai potuto. - Torna ad impossessarsi delle mie labbra, baciandole con voracità e foga. - Mi mancherai da morire. 

Io: Anche tu. - Ci staccammo lentamente. Scendo dalle sue gambe, senza distogliere lo sguardo dal suo. 

J: Non farmi preoccupare Amber, ti prego. - Annuisco. Tiene il mio viso stretto tra le mani, accarezzandomi le guance. Lo abbraccio di colpo, cercando di trattenere le lacrime. - Pensami. 

Io: Sempre; in ogni istante, in ogni momento, in ogni attimo. Lo farò sempre, e tu? - Dico alzando lo sguardo verso di lui.

J: Lo sto già facendo ora. - Sorrido. Una lacrima scivola lenta lungo la mia guancia. L'asciuga con il pollice, sorridendomi rassicurante. 

-Ragazzo, non può più stare qui. Il volo deve partire. Torni subito indietro. - Un hostess attira la nostra attenzione. 

J: Arrivo subito, mi dia solo due minuti. - Annuisce rassegnata. Torna a guardarmi - Ti scriverò presto. Ci sentiremo tutti i giorni. - Annuisco riprendendo a piangere. - Non piangere, ti prego. Fai stare male anche me. 

Io: Hai ragione, perdonami. - Dico asciugandomi le lacrime. 

J: Ci sentiamo, ok? 

Io: Ok. - Afferro la valigia, pronta per andare. 

J: Ti amo. - I suoi occhi sono colmi di lacrime, fissi nei miei e al sono di quelle parole sento il cuore fare dei salti mortali.

Io: Ti amo anch'io. - Mi bacia un ultima volta le labbra, lasciandomi andare. Le nostre mani si staccano lentamente, e perdendone il contatto sento il mondo cadermi addosso. Mi mordo il labbro inferiore, cercando di evitare di versare altre lacrime. I nostri sguardi si incrociano per un'ultima frazione di secondo e poi... mi ritrovo in volo su un aereo verso la città dei miei sogni, New York.

LA SERA 

Sono arrivata a casa di mia zia solo due ore fa. Riabbracciare mio cugino è stata la cosa migliorie di tutto il viaggio. Non lo vedevo da così tanto tempo, è diventato ancora più bello di prima. In questo momento mi trovo sul letto della mia futura stanza per i prossimi giorni. Una stanza interamente rossa. Davvero un colore niente male. Afferro il mio telefono e controllo l'orario, le 21.30. Sospiro. Sento qualcuno bussare contro la porta della mia stanza. Pronuncio un debole "Avanti" mentre la porta si apre lentamente presentando ai miei occhi la figura di mio cugino. Mi sorride dolcemente, entrando nella stanza. Ricambio il sorriso, facendogli segno con la mano di sedersi al mio fianco. Mi raggiunge e la prima cosa che fa è abbracciarmi con calore. 

Io: Oh, ma come siamo dolci sta sera. 

C: è da una vita che non ti vedo, che ti aspetti? - Dice spostandomi una ciocca di capelli da davanti il viso. - Sei diventata così bella Amber, davvero bella. - Sorrido, abbassando il capo. 

Io: Parla per te, idiota. - Dico dandogli una leggera gomitata che lo fa ridere - Trovata la ragazza? 

C: No. - Alzo un sopracciglio.

Io: Il grande Christian Braun non ha una ragazza? - Fa spallucce. - Rimedieremo. - Dico lanciandogli un occhiolino. 

C: Oh no, non cominciare a fare casini, eh? - Scoppiamo a ridere. - E tu? Trovato il ragazzo? Aspetta aspetta... scommetto di si. 

Io: Bhè... 

C: Lo sapevo! - Dice euforico - Come di chiama? È un bravo ragazzo? Perché se non è così... 

Io: Frena, frena! - Dico interrompendolo. Rido - Non sto proprio insieme con qualcuno ma... ci stiamo provando. - Sorride. 

C: E il suo nome è... - Dice lasciando in sospeso la frase. Faccio per parlare ma vengo interrotta dalla voce di mia zia chiamare dal piano di sotto. 

Io: Ne riparleremo in un secondo momento. - Annuisce.

C: Vado a vedere cosa vuole quel disastro. - Trattengo una risata - Buonanotte Amber. 

Io: Buonanotte Chris. - Esce dalla mia stanza, lentamente. Mi guardo intorno, osservando le pareti rosso fuoco. Mi mordo il dentro guancia, mentre la mia mente si posa a pensare su un tasto decisamente dolente: Justin. È davvero pazzesco tutto quello che ci è successo. Ci odiavamo, da morire. Come un cane odia un gatto, come mia madre odia il fumo e tutto questo sembra ancora così assurdo. Ho iniziato ad amarlo, ha iniziato ad amarmi... stiamo iniziando ad amarci come non avevamo fatto mai con nessuno prima d'ora ed è maledettamente bello ritrovarsi a vivere così tante nuove emozioni con lui. Sorrido, abbassando il capo. Sto amando, sto amando forte. Non voglio rinunciare a tutto questo, non voglio rinunciare all'amore che provo per lui, non voglio semplicemente rinunciare a lui. Sta riuscendo a farmi cambiare sotto molti aspetti, proprio come io lo sto facendo a lui. Ed è un miracolo che ci stia riuscendo ma non intendo più continuare. Io lo amo così com'è. Mi sono innamorata del ragazzo stronzo e senza cuore, ma come non potrei ora innamorarmi del ragazzo dolce e protettivo verso di me? È impossibile non riuscirci, nessuno ce la farebbe... figuriamoci io. Mi alzo dal letto, uscendo sul balcone. Guardo il cielo stellato sopra di me e due occhi color nocciola compaiono come per magia sull'orizzonte accompagnati da uno splendido sorriso, da quel sorriso. Sorrido abbassando il capo.

Io: Ti amo Justin, ti amo con tutto il cuore.

Our love suicideWhere stories live. Discover now