CAPITOLO 43. La festa.

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New York è una città fantastica. La gente qui è totalmente diversa da quella di Los Angeles. Christian non fa altro che tirarmi da una parte all'altra conducendomi a vedere ogni minimo particolare di questa pazzesca città. In questo momento stiamo varcando il grande cancello di Central Park. Mi guardo intorno, mentre l'odore della natura inizia lentamente a circondarmi. 
Io: è un posto meraviglioso. - Dico sorridendo. 
C: Lo è davvero. Vieni. - Dice afferrando la mia mano, trascinandomi verso un carretto dei gelati. 
-Quali gusti desiderate? - Dice il simpatico gelataio regalandoci un sorriso. 
C: Per me... cioccolato e crema. 
-E per lei, signorina? 
Io: Fragola e panna. - Poco dopo un delizioso gelato si presenta ai miei occhi. Chris paga e ci allontaniamo, sedendoci un una panchina. - La prossima volta sarò io ad offrire. 
C: E va bene, va bene. - Dice sorridendo. Mi guardo intorno, soffermandomi a fissare un bambino giocare insieme a sua madre. Sorrido alla vista del suo sorriso - Buono, vero? - Dice rivolto al gelato. Annuisco, guardandolo. 
Io: è un parco così grande. 
C: Amber? 
Io: Mmh? - Continuo a mangiare il mio ottimo gelato, sotto il suo sguardo. 
C: Mia madre mi ha detto che hai pianto sta notte. Perché? - Smetto di colpo di mangiare, abbassando il capo. 
Io: Un momento di debolezza, non è niente. - Dico rassicurandolo con un sorriso. 
C: Hai bisogno di svagarti e non c'è niente di meglio di una festa. 
Io: Una festa? - Dico corrugando la fronte. 
C: Un mio amico da un party sta sera, sono tutti invitati. 
Io: Vuoi dire che noi ci andremo? 
C: Esatto, dolcezza. Ci andremo, che la cosa ti piaccia o no. 
ORE 22.30 
Siamo arrivati in questa gigantesca villa da una buona oretta, ormai. Chris mi ha presentato gran parte dei suoi amici, dei tipi davvero alla mano. Non mi ha lasciata sola nemmeno un minuto e questo mi fa molto piacere, non mi sento molto a mio agio andando in giro da sola come una povera vagabonda. Mi guardo intorno. Tutto questo non fa proprio per me: alcol, fumo... Niente di niente. 
Io: Chris? - Dico attirando la sua attenzione. Si avvicina, smettendo di parlare con un tizio di nome Cody, mi sembra. 
C: Che succede? 
Io: Vorrei tornare a casa. - Dico abbassando lo sguardo. Perché cazzo mi sentivo dispiaciuta? Era la verità, ero stufa di questo luogo. 
C: Di già, Amber? Siamo arrivati solo un ora fa. 
Io: lo so ma... - La nostra conversazione viene interrotta da Melany, la quasi ragazza di Chris. Un tipo davvero particolare. 
M: Posso rubartela un secondo? - Dice rivolgendosi a mio cugino con un sorriso smagliante. 
C: Certamente. - Dice ricambiando come un coglione. Ma lo era davvero! Avevo appena detto che volevo andarmene e la prima cosa che faceva era togliermi dai piedi con la prima persona che capitava? Ma bravo, un bell'applauso al ragazzo più ritardato del pianeta. La seguo con poca voglia, verso un gruppo di ragazze. 
M: Ragazze, lei è Amber. La cugina di Christian. - Alcune tizie iniziano a stringermi calorosamente la mano, sorridendo. Ok, stavo per avere un attacco di orticaria, ora. 
-Allora Amber, e vero quello che si dice di te? - Dice una di loro. 
Io: Ehm... cos'è che si dice di me? 
-Ma come, tesoro. - Interviene un'altra - Non leggi i giornali? 
Io: Non ho molto tempo per farlo. Sono molto impegnata con lo studio in questo periodo. - Perché io a differenza vostra lo faccio invece di fare le morte di cazzo ogni qual volta. Dire che mi stavano sul cazzo era un complimento.
-I giornali parlano molto chiaro, Amber. - Corrugo la forte. 
M: Non si fa altro che parlare di te e di quel gran fico di Justin Bieber. - Dice Melany all'improvviso. Smetto improvvisamente di bere, evitando di strozzarmi con dell'acqua tonica. 
Io: C-Cosa? 
-Ma si. Stai con lui? - Quella domanda mi arriva dritte alle orecchie come un urlo di mia madre. 
Io: Ehm, veramente... 
-Oh mio Dio, ragazza. Non immagini quanto sei fortunata. Non sai cosa farei io al tuo posto. - Dice ridendo coinvolgendo le altre. Sorrido forzatamente. 
M: Allora? State insieme si o no?
Io: No. - Mi guardando tutte a bocca aperta. 
-I giornali dicono questo. 
Io: La gente non sa niente, proprio come voi. - Alcune di loro alzano un sopracciglio. 
M: Come scusa? 
Io: Hai capito bene, Melany. Non sapete niente. Io e Bieber non stimo insieme. Ci stiamo solo frequentando. - Brutte megere, cosa cavolo volete ancora da me? 
M: Bhè... meglio così. - Dice ridendo. 
Io: Come scusa?
M: Meglio così, Amber. Cosa non ti è chiaro di queste due parole? 
Io: Cosa non è chiaro a te di quello che ho detto. - Dico seria. 
M: Dici di non stare insieme a lui... - Sorride beffarda, incrociando le braccia - Ma da quando ci si comporta così solo per un amico? 
Io: Io e lui... non siamo solo amici. - Mi guarda a bocca aperta. 
M: Quindi state insieme? 
Io: No! Non è nulla di...
M: Confermato? - Dice interrompendomi - Amber cara, ascoltami. - Si avvicina - Un ragazzo del genere... non può stare con una come te, riesci a capirlo? - Mi guarda dalla testa ai piedi, giocando con una ciocca dei miei capelli. 
Io: Chi cazzo sei tu per dirlo? - Dico allontanando la sua mano da me. Alza un sopracciglio, guardandomi sorpresa. 
M: Bene bene. Una lingua c'è l'hai allora per rispondere. 
Io: Si, ce l'ho. E sta per mandarti a fanculo. - Spalanca la bocca, guardandomi indignata. 
M: Come osi razza di... 
Io: Di cosa, eh? - Dico avanzando verso di lei - Di ignorante? Di squallore? Di cosa? - Stringe la mascella, guardandomi negli occhi - Non mi interessa sapere quello che pensi su di me, è davvero il mio ultimo problema. - Sussurro - Non intrometterti delle mie cose private, non intrometterti della mia vita. Tu non sai proprio niente di tutto questo, tantomeno di lui. - Indietreggia. Il mio tono risulta superiore verso di lei - Pensa alla tua di vita, non è certo migliore della mia. - La guardo con disgusto - Perché non vai a farti fottere te e le tue amichette? - Mi guardano tutte e cinque a bocca aperta. 
-Razza di insolente, come ti permetti? 
Io: Come vi permettete voi di giudicarmi quando non mi conoscete minimamente! - Il mio tono è alto, quanto basta per attirare l'attenzione di qualcuno. - Siete così pietrose, non ve ne rendete proprio conto. - Se ne vanno, scuotendo la chioma. Che schifo di società, vivo davvero in un modo così di merda? Sospiro. Mi guardo intorno, sperando di incontrare lo sguardo di Christian. Lo vedo, poco distante parlare con lo stesso tizio di prima. Mi avvicino a lui, velocemente. 
Io: Io me ve vado. - Dico sorpassandolo.
C: Ehi Amber, aspetta! - La sua voce risulta lontana. Continuo a camminare, varcando il grande cancello della villa - Amber, fermati! - Rallento con il fiato corto. Mi raggiunge e mi volta verso di lui - Si può sapere che ti prende? 
Io: Che prende a me, Chris? A me? Si da il caso che quella stronzetta della tua amica parla senza prima conoscere come sono le persone. 
C: è fatta così Amber, non dargli spago. 
Io: Oh no Chris, non gli do nessuno spago ma mi fanno schifo le persone come lei. Frequenti davvero gente di merda, cugino mio. - Riprendo a camminare. 
C: Cosa ti ha detto? - La sua domanda risuona come un eco nella mia testa, costringendomi a riflettere. Non posso dirgli della storia tra me e Justin, andrebbe su tutte le furie non avendoglielo detto prima. 
Io: Per la santarellina sono un ignorante, insolente e fregnacce varie. - Dico buttandola li. 
C: Non dargli ascolto Amber, tu non lo sei affatto. 
Io: Apprezzo tanto il tuo appoggio ma voglio tornare a casa, ora. - Dico guardandolo. Annuisce, estraendo dalla tasca dei jeans le chiavi della machina. 
MEZZ'ORA DOPO 
Entro nella mia stanza, lanciando i tacchi in un angolo. Mi spoglio, indossando il mio comodo e caldo pigiama. Entro in bagno, legando i capelli in una coda di cavallo. Mi strucco per bene, dirigendomi in seguito verso il letto. Mi infilo sotto le coperte, spengendo la bachour. Fisso la luna al di fuori della finestra e un brivido percorre la mia schiena. Il tempo sta passando davvero in fretta. Una settimana sta già finendo e tra poco ritornerò a casa. Oggi non ho sentito per niente Justin. Mi mordo il labbro inferiore, pensando a lui. Mi manca così tanto. Chiudo gli occhi, immaginando di averlo al mio fianco. Lo amo più di ogni altra cosa al mondo. Afferro il telefono, osservando lo sfondo del mio iPhone. Sorrido, guardando la foto scattata da lui a Parigi. È l'unica cosa che mi lega a lui in questa casa. Una semplice foto, che per me ha un immenso valore. È la nostra prima foto insieme. Sento la porta cigolare piano, segno che qualcuno sta entrando nella mia stanza. Poso il telefono sul comodino, in fretta. Chiudo gli occhi, facendo finta di dormire. Sento un peso salire sul letto, facendo sprofondare il materasso dietro di me. 
C: Tu non sei affatto un insolente o qualunque altra cosa. Tu sei la mia cuginetta, la mia bellissima cuginetta. - La sua mano mi accarezza la testa - Ti proteggerò sempre, Amber. Da ogni cosa. Ti voglio bene. - Dice stampandomi un dolce bacio tra i capelli. Sorrido istintivamente. La sua voce, le due parole... lo adoravo. Era il miglior cugino di sempre, non c'era nessun dubbio al riguardo.

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