CAPITOLO 9. Non innamorarti di me.

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PARTE JUSTIN

Scendo dalla mia Range Rover dopo averla parcheggiata nel piazzale della scuola. Indosso i miei immancabili occhiali, da sole, neri e mi incammino verso l’entrata della scuola. Chaz e Rayn mi vengono incontro, affiancandomi, ed insieme varchiamo la soglia della scuola sotto gli occhi di infinite ragazze. Mi lecco le labbra guardandole una ad una e lancio qualche occhiolino a chi capita. Sorridono imbarazzate, amo l’effetto che faccio alle donne. Raggiungiamo la nostra classe di biologia e, sedendoci ai nostri posti, aspettiamo l’arrivo della professoressa. 

DUE ORE DOPO

La campanella suona. Un collettivo rumore di sedie spostate permane nell’aria. Usciamo, velocemente, dalla classe ma, distrattamente, vado a sbattere contro qualcuno. 

Io: Perdonami io… - Abbasso lo sguardo incrociando due occhi azzurri, quei dannati occhi azzurri – Amber… - Sussurro. 

A: Si idiota, sono io. Ma dove hai la testa? – Le porgo una mano, per aiutarla ad alzarsi. Fissa quel gesto, incenerendomi con un solo sguardo. Ritraggo la mano, immediatamente. Si alza da sola, pulendosi, con le mani, i glutei – Maledizione, sono in ritardo! – Dice controllando l’orologio che possiede al polso. Fa per andarsene ma la fermo, afferrandogli un braccio – Cosa vuoi ancora? – Dice voltandosi di scatto, con voce acuta.

Io: Scusami. – Si libera dalla mia presa, incamminandosi verso la sua classe. Quanto posso odiarla? Dannata ragazzina viziata. Sospiro, incamminandomi verso il mio armadietto. 

PARTE MIA

T: Si può sapere dove diamine eri? – Dice sussurrando. Siamo nel bel mezzo di una lezione di filosofia, la mia materia preferita. 

Io: Incontro inaspettato con Bieber. – Sussurro a mia volta. Sgrana gli occhi, guardandomi a bocca aperta – Oh avanti, non guardarmi in quel modo. 

T: Farò finta di non aver sentito. – Dice prendendo qualche appunto. Sorrido e passo ad ascoltare la lezione. 

Il tempo sembra non scorrere mai. Picchietto le unghie sul banco, a ritmo con il ticchettio dell’orologio. Avanti, maledetta campanella, suona! La mia supplica mentale viene esaudita e, poco dopo, la campanella suona, ponendo fine alla lezione. In compagnia di Josh e Taylor mi incammino verso gli armadietti. Riponiamo i libri al loro interno, dirigendoci, in seguito, verso la terrazza della scuola. Ci sediamo sul muretto mentre il vento soffia, alzando in aria qualche foglia già caduta. 

T: Come va il nuovo lavoro di tua madre?

Io: credo bene, sai, non parliamo molto di questo. 

Josh: Che tipo è il suo compagno? – Dice guardandomi.

Io: Non è niente male ma forse, devo solo abituarmi alla sua presenza. Credo che lo stia trattando… nel modo sbagliato, ecco. – Dico guardando le punte delle mie converse rosse. 

10 MINUTI DOPO.

Continuiamo a ridere a causa di una battuta, decisamente pessima, di Josh. La sua pazzia aumenta giorno dopo giorno, è incorreggibile. Improvvisamente divento seria alla vista di Bieber. Dio, possibile che deve perseguitarmi? Abbasso lo sguardo.

T: Vuoi che ce ne andiamo? 

Io: Cosa? No! Non mi interessa, la sua presenza non mi fa nessun effetto. 

Josh: Sicura?

Io: Si ragazzi, ve l’ho detto. Che se ne vada lui, io non mi muovo di qui. – Dico incrociando le braccia. Sorridono entrambi. Lo vedo avvicinarsi ad un muretto, situato lontano da noi. Estrae dalla tasca dei suoi pantaloni un pacchetto di sigarette, accendendone una. L’avvicina, lentamente, alla bocca mentre il suo sguardo si posa sul mio. Accenna un debole sorriso, buttando fuori il fumo. Distolgo lo sguardo, ascoltando la conversazione di Josh e Taylor. 

Our love suicideWhere stories live. Discover now